“Mondi umani”: la monografia di Gigi Montali

“Sfogliando il libro Mondi Umani il lettore troverà immagini tratte dalla quotidianità, scene di vita che incontriamo negli angoli del mondo. Le mie immagini sono semplici, non cerco il sensazionalismo ma il bello dei gesti di ogni giorno. Questa gestualità la puoi incontrare nelle donne che raccolgono il the in Malawi, ma anche in una vicina di casa che prepara la salsa di pomodoro”.

Così Gigi Montali, autore della monografia Mondi Umani attualmente in lavorazione, racconta il suo viaggio nei mondi dell’essere umano, durato oltre trent’anni e attualmente in corso. Un tragitto, quello di Montali, corroborato dalla passione per la fotografia e dalla propensione per la narrazione delle piccole storie che diversamente sarebbero perse, dimenticate. A supportarlo è la sua compagna di vita Lucy che collabora da sempre alla realizzazione dei progetti fotografici del marito, che sia un viaggio, un festival, una monografia.

 

© Gigi Montali. Mozambico

 

 

Con Gigi Montali è facile “incontrarsi”, impossibile restare distanti dal suo modo di concepire la fotografia come un “lavoro di famiglia”. Così ha costruito il suo gruppo fotografico, questa sensazione si portano via gli ospiti del festival che ogni anno organizza a Colorno, il Colorno Photo Life; di conseguenza anche sfogliando la sua monografia Mondi Umani – che ho avuto il privilegio di curare – si respira un’atmosfera di rispetto, bellezza, meraviglie, empatia, generosità della visione, fascinazione per l’essere umano e per il territorio in cui vive, dove lavora e con il quale condivide ogni piccolo gesto.

Lascio la parola a Gigi Montali perché ci riveli qualcosa in più dei Mondi Umani raccolti nella sua monografia, che sarà presto pubblicata da una nota realtà emiliana, Corsiero editore, che ha abbracciato questa idea, riconoscendone il valore universale.

 

 

Gigi Montali fotografo, raccontati ai lettori di TAKE CARE of come fossi uno dei protagonisti delle tue fotografie.

Ero adolescente e in casa già giravano riviste di fotografia perché mio fratello Mario ne era appassionato. Nel paese dove vivevo, Basilicanova in provincia di Parma, il luogo di ritrovo era nel fotolaboratorio di Romano.

La voglia di fare fotografia arriva durante un viaggio con gli amici in Europa. Partiamo in quattro: Alberto, Giovanni, Gianluca e io. L’unica fotocamera l’aveva Giovanni e la usava pochissimo; io invece, ogni volta che vedevo qualcosa di curioso avrei voluto fotografare! Al rientro mi iscrivo subito a un corso di fotografia dell’Università Popolare ma, non possedendo la macchina fotografica, la chiedo in prestito a mio fratello. Le prime foto, quindi, le ho scattate con la sua fotocamera, la mitica Yashica FX3.

Mi sposo con Lucy e mi trasferisco a Colorno, in provincia di Parma, nel 1987, dopo un paio di anni acquisto la mia prima fotocamera reflex e, dopo qualche anno, insieme ad alcuni amici tra cui Stefano Anzola, fondiamo il gruppo fotografico Color’s Light. Il confronto costante fa crescere sempre più in me la voglia di fare fotografia, organizziamo mostre di autori italiani e questo mi dà modo di apprendere i segreti della fotografia e di conoscere autori del calibro di Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Gianni Pezzani e Mario Giacomelli. Il contatto e lo scambio di opinioni con questi grandi autori mi aiutano a capire cosa volesse dire davvero fotografare.

La fotografia di viaggio è la mia prima passione, la mia timidezza fa sì che inizialmente io prediliga il paesaggio alla figura umana. Oltre al gruppo fotografico in quegli anni c’era un luogo importante dove si faceva fotografia, il GAD di Reggio Emilia. Qui, tutti i lunedì sera, si organizzavano proiezioni di diapositive cui seguivano discussioni interminabili. Al GAD ho incontrato autori come Ivano Bolondi, Stanislao Farri, Paolo Simonazzi, Sandro Pezzi, Gianni Rossi e tanti altri.

Le mostre fotografiche in Italia non sono tante, ma appena c’è la possibilità parto per andare a vederle: come dimenticare La mano dell’uomo di Salgado a Vicenza o Vista con Camera di Ghirri, a Milano. La mia formazione fotografica continua frequentando queste grandi mostre, confrontandomi con altri fotografi e grazie alle lezioni di Paolo Barbaro, responsabile della sezione fotografica dello CSAC di Parma. Con il passare degli anni capisco qual è il mio linguaggio e quali le mie priorità. Nel 1994 compio una scelta di vita importante: andare a vivere con Lucy nei pressi dell’argine maestro del Po: inizia il grande amore per il fiume e per le sue atmosfere.

 

 

Qual è il focus del tuo lavoro di fotografo?

Raccontare le persone e i luoghi dove esse vivono, non persone note ma gente comune, quella che incontriamo tutti i giorni, quella che non fa la grande storia. Sia che esse siano qui, nelle campagne padane, sia che si trovino in altri mondi. Sono proprio queste persone che spesso hanno storie interessanti da raccontare. Con la fotografia vorrei fermare il tempo e dare dignità e immortalità alla gente comune. Avendo questo obiettivo è importante raccontare anche i luoghi in cui la gente che fotografo abita perché spesso questa gente e il paesaggio in cui vive sono in simbiosi.

 

Quanti anni di fotografia sono stati necessari per arrivare all’idea di realizzare una monografia e cosa conterrà il tuo nuovo libro, Mondi Umani?

Ho iniziato a fotografare circa trent’anni fa; il primo racconto l’ho realizzato al Circolo Polare Artico, tra la Norvegia e la Finlandia, nell’estate del 1990 e questo reportage è stato pubblicato sulla rivista di viaggio Capo Horn. All’inizio fotografavo quasi esclusivamente in viaggio, solo dopo qualche anno ho capito l’importanza di fotografare il luogo in cui viviamo. Da lì in poi ho iniziato a cercar storie da raccontare, spesso alcuni progetti hanno richiesto molto tempo: tra studio e fase di scatto, anche un paio di anni.

In questi trent’anni di fotografia ho ripreso tante persone e tanti luoghi. Nel 2020, durante il primo lockdown, mentre riordinavo il mio archivio, analogico e digitale, ho pensato che mettere parte di questi racconti visivi in un libro poteva essere interessante: era come fare una pausa, fare il punto e ripartire. Non potevo farlo da solo e per questo motivo ho chiesto l’aiuto di una curatrice. Dalla collaborazione con Loredana De Pace, quindi, nasce un libro strutturato in sette capitoli che affronta le tematiche a me più care, a partire dal lavoro dell’uomo fino ad arrivare a raccontare il fiume Po. Ogni capitolo ha un testo introduttivo scritto da amici che hanno contribuito alla mia crescita artistica.

 

 

Qual è il valore aggiunto del tuo lavoro fotografico secondo chi ti conosce meglio di tutti, ossia la tua compagna di viaggio, nella vita e nella fotografia?

La vita è un cammino, anni fa io e Lucy abbiamo deciso di percorrerlo insieme, lei mi è stata sempre vicino e con lei abbiamo condiviso le scelte fatte negli anni. Mi ha sempre appoggiato e supportato nel percorso fotografico. Nel tempo si è appassionata alla fotografia, specialmente alla lettura delle immagini: è la prima critica dei miei lavori. Prima di portare un progetto in pubblico lo vediamo insieme, lo analizziamo e i suoi consigli mi aiutano a capire se quello che ho fatto, funziona. Poter lavorare con la dovuta calma, sapere che la tua compagna ti supporta è molto importante, riesci a fotografare con la mente serena, affronti i progetti con il sostegno necessario.

 

 

Entriamo in anteprima nella tua monografia Mondi Umani: cosa ci troveremo?

Il libro ha tanti tasselli messi insieme per raccontare i mondi che ho visto e visitato in questi trent’anni; le scelte dei viaggi sono sempre state fatte nell’ottica di trovare ancora istanti genuini, prediligendo i piccoli centri alle grandi città, luoghi poco turistici. Le città visitate ho sempre cercato di vederle con un’ottica diversa e di capire come la vedeva chi trascorreva la vita al loro interno.

Chi sfoglierà il libro spero si ponga delle domande su come spesso, nella frenesia quotidiana, non ci fermiamo a osservare la semplicità delle cose. Penso sempre più che dobbiamo tornare ad apprezzare la genuinità della vita, dobbiamo ritornare a parlare, a confrontarci senza urlare. Ecco, questo è il messaggio che vorrei passasse con Mondi Umani: è possibile conoscere senza calpestare, è importante vedere per capire, dobbiamo ritornare a mettere la persona al centro della vita, conoscere come vivono in altri mondi aiuta ad apprezzare sempre più la tua vita e a capire chi è diverso da te.

 

 

Dopo aver pubblicato diversi libri sul lavoro di Michael Kenna, Corsiero editore sposta la causa del tuo progetto editoriale. Quando sarà pubblicato e come sarà possibile acquistarlo?

Ho conosciuto l’editore Andrea Casoli in occasione della mostra di Michael Kenna al festival Colorno Photo Life 2020. Così, quando mi è venuta l’idea di fare questa monografia, prima di proporla ad altri, l’ho presentata alla casa editrice Corsiero. Dopo la visione della bozza redatta insieme a te come mia curatrice, l’editore ha apprezzato il lavoro e ha accettato di pubblicare la monografia. In base alla timeline stabilita insieme, il libro uscirà prima dell’estate 2021 e sarà in vendita presso l’editore stesso e nelle librerie. Inoltre la promozione e la vendita continueranno anche durante le serate di presentazione che conto di organizzare.

 

 

I testi contenuti nel libro sono di supporto ai singoli capitoli. Come mai questa scelta?

In tanti anni di fotografia ho avuto modio di conoscere molte persone fra fotografi, critici, storici, e ciascuno di essi mi ha donato esperienza, con tanti siamo diventati amici. Per questo mi piaceva l’idea che ogni capitolo fosse introdotto da un testo redatto dalle persone a me più care, perché il libro appartiene anche un pochino a loro.

Quindi, vi presento chi ho scelto: Antonella Monzoni è una fotografa che trovo molto vicina al mio modo di pensare la fotografia, ama l’umanità, raccontare le storie, anche lei cerca la semplicità e indaga nella vita delle persone che fotografa.

Eles Iotti è una storica dell’arte che conosce bene il mio percorso artistico, mi ha seguito in diversi progetti tra cui quello dedicato alle donne.

Per il capitolo legato al lavoro ho chiesto il supporto a un sociologo che affrontasse l’argomento offrendo un punto di vista non solamente fotografico. Per questo motivo ho chiesto ad Andrea Meloni di scrivere per me.

Per introdurre il capitolo dedicato alle città nel mondo ho chiesto supporto allo storico della fotografia Paolo Barbaro. Con Paolo c’è un rapporto di stima molto forte: conosce la mia fotografia sin dagli inizi, le sue lezioni sono servite a creare la mia base culturale.

E poi, chi meglio di Davide Papotti, geografo e amante della fotografia, poteva introdurre il capitolo dedicato al paesaggio?

Per iniziare il capito dedicato ai miei appunti sull’Italia invece, mi sono rivolto a Claudia Cattani, insegnante di storia dell’arte, che già mi aveva seguito in altri progetti. Ho pensato che fosse la più idonea a decifrare il mio racconto del Bel Paese.

Infine, per il capito dedicato al Po aveva bisogno di una persona che, come me, amasse il fiume. Così ho pensato a Simone Terzi, responsabile culturale della Fondazione “Un Paese” di Luzzara. Simone ama il Grande Fiume e le fotografie che lo ritraggono.

Chiude il libro un testo di Orietta Bay che ha avuto una grande importanza nella mia crescita: negli ultimi anni ci siamo confrontati spesso e i suoi consigli sono sempre stati preziosi.

Avrei voluto inserire anche altre voci ma i capitoli sono solo sette! Nella crescita di un autore sono tante le persone che contribuiscono, e ci tengo a citare alcune figure che hanno sostenuto la mia e che purtroppo per motivi di spazio non sono stati coinvolti nella produzione del libro: Silvano Bicocchi, Pippo Pappalardo, Enzo Carli, Laura Manione e Mauro Galligani.

 

 

Storie di copertina: quella della tua monografia è una vicenda particolare. Ce la commenti?

La scelta della fotografia di copertina è sempre molto difficile, in un libro non monotematico lo è ancor di più. La copertina deve invogliarti a sfogliarlo, deve introdurti alla visione senza essere fuorviante. Dopo aver visionato diverse proposte, ho pensato al paesaggio che poi abbiamo deciso di adoperare come copertina: le due palme snelle – una è il soggetto principale, l’altra è sulla costola della copertina – mi danno la sensazione di slancio verso l’alto, di una voglia di crescere senza fine. La voglia di toccare il cielo, ecco forse con la realizzazione di questa monografia ho toccato il cielo!

 

Gigi Montali

 

La copertina della monografia “Mondi Umani” di Gigi Montali che sarà presto pubblicata da Corsiero Editore.

 

 

Biografia Gigi Montali

Fotografo freelance, Gigi Montali si dedica da oltre trent’anni al reportage e al paesaggio, senza disdegnare la ritrattistica. Fondatore del gruppo fotografico Color’s Light Colorno, con il quale organizza dal 2010 il festival di fotografia Colorno Photo Life. Montali è parmigiano di nascita e gli piace definirsi cittadino del mondo.

Viaggia in lungo e in largo con sua moglie Lucy in aree problematiche del mondo e, contemporaneamente, allena il suo sguardo a paesaggi maestosi e incontaminati, dove l’uomo non è che una particella di polvere nella vita che scorre.

Oltre alla magia delle luci, dei tramonti e dei paesaggi, immortalati con tecnica impeccabile e con la pazienza di uno sguardo lento e mai frenetico, nei viaggi che hanno riempito una gran parte della sua carriera di fotografo, Montali ha imparato a guardare da vicino il mondo e gli esseri umani che lo abitano, osservandolo per raccogliere i segnali che parlano di tutti gli esseri viventi e delle loro culture.

Da inguaribile ottimista qual è, Gigi Montali sa catturare i valori che costruiscono le comunità, i gesti e le storie che caratterizzano la vita dell’uomo, individua le similitudini molto più che le differenze; ciò rende il suo soggetto d’elezione – l’essere umano nelle sue varie attività quotidiane – se non un eroe, un assoluto protagonista.

Questo afflato proveniente dai suoi simili, Gigi Montali lo trasmette in immagini chiare, intrinsecamente narrative, pur distanziandosi sia dal classico reportage, sia dalla fotografia di viaggio. Montali, infatti, è un fotografo innamorato dell’umanità, della semplicità dello stare al mondo nonostante le situazioni durissime che registra nei suoi scatti: negli anni racconta gli antieroi di ogni giorno e di ogni latitudine della Terra, dal Mali alla Pianura Padana, dalle miniere di carbone ai caseifici del parmense.

Resistendo alla tentazione del pietismo e della drammaticità – che pure alcune situazioni indurrebbero a registrare – per trent’anni Montali documenta la verità senza indugiare in patetismo, anzi esaltando la semplicità come strumento di sopravvivenza. Tanto nelle fotografie di Paesi lontani (che non sono percepiti né come lontani, né tantomeno come “esotici”), quanto nei progetti sull’Emilia e sulle terre del Po, Montali si rivela un fotografo di viaggio interessato alle tradizioni, consapevole che il viaggio della vita richiede uno sguardo sincero e un animo puro.

Fra le principali esposizioni, ricordiamo: The hand that sabes, Galleria delle Esposizioni di Palazzo Principi a Correggio (Reggio Emilia, 2013); Verdi tra le nebbie, Piano Nobile della Reggia di Colorno (Parma, 2014); Un mondo di Donne, Sala delle Colonne presso l’Università degli studi di Parma (2017); Po, lungo il fiume, Galleria delle Esposizioni di Palazzo Principi, a Correggio (Reggio Emilia, 2016) e Tracce di Blues, Sala Espositiva Incontro di Casalgrande (Reggio Emila, 2019). Ha pubblicato una serie di libri fotografici, fra questi: Alla ricerca di Parma (Tecnografica x AIRC, 2009), Po Lungo il fiume (Sometti, 2015) e Tracce di Blues (Artigrafiche Parma 2017).

www.gigimontali.it

 

 

 

 

 

 

 

Loredana De Pace è giornalista pubblicista, curatrice indipendente e docente. Founder dello Studio CAOS, curatela ed editing (via Puglia, 15 – Monza). È autrice del saggio TUTTO PER UNA RAGIONE. Dieci riflessioni sulla fotografia (emuse, 2017). Dal 2004 scrive per il magazine FOTO Cult Tecnica e Cultura della Fotografia. È editor per i festival di visual narrative Cortona On The Move e per Yeast Photo Festival. È curatrice per il festival di fotografia ColornoPhotoLife. Si occupa della rubrica TAKE CARE of ed è una delle lettrici dell’iniziativa NON CHIAMATELE LETTURE di NOCSensei. È coach su Photocoach.it e collabora con l’associazione culturale NESSUNO[Press]. Ha curato numerosi libri e fanzine, fra cui la monografia MONDI UMANI di Gigi Montali (Corsiero editore), Promenade. Pathos e ironia in costume di Carlo Traini (Crowdbooks) e la fanzine 365 di Jill Vande Wiele. È curatrice di esposizioni fotografiche in Italia e all’estero, partecipa a giurie di premi nazionali e internazionali, collabora con associazioni e festival nell’organizzazione di conferenze e workshop. È docente di progettazione fotografica, photo editing e comunicazione. È docente per Mu.Sa. (Monza) e Orti Fotografici (Milano). Come fotografa ha esposto El pueblo de Salinas e Ecuador: il piccolo gigante (2011, anche volume con introduzione di Luis Sepúlveda), Sono un cielo nuvoloso (2014, Interzone-Roma) e Qualcosa è cambiato (Priverno, 2017) | Sito loredanadepace.com | Facebook bit.ly/2VZe3MU | Instagram @ loredana_de_pace | INTERVISTA VIDEO NOC-HELLO - Loredana De Pace. Uscire dal proprio recinto, alla ricerca di cose belle https://youtu.be/phkaI2Owvx0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Alert: Contenuto protetto!