Sono più di trent’anni che Marcello Grassi conduce una ricerca che si può ben definire archeologica, poiché capta le tracce delle civiltà scomparse.
La fotografia, quando è utilizzata con padronanza, si presta bene a questa restituzione del passato e come non riuscirci meglio che in Italia dove gli strati si accumulano e il genio della storia è innato?
Marcello Grassi cerca e trova: guidato da una profonda cultura antica, da un senso poco comune della pietra, da una grande padronanza dei mezzi e da una comprensione radiosa della luce.
Paradossalmente, questo uso della luce si evidenzia in lui attraverso la densità del nero.
Egli studia ciò che permette di comprendere la superficie, il volume, l’anfrattuosità, l’impronta. Contemporaneamente, mettendo in gioco l’ombra, ottiene la vibrazione dell’onda elettromagnetica, il flusso delle particelle, l’energia delle cose, tutto ciò che costituisce la materia stessa, la trasmutazione del passato, l’eredità di quelli che furono, il soffio di vita che tutt’ora emana dai luoghi funebri e da ciò che chiamiamo, giustamente, vestigia, poiché vi permangono il segno e la scia degli uomini, come una cicatrice che è la storia.
Charles-Henri Favrod (1927-2017). Direttore del Musée de l’Elysée di Losanna dal 1985 al 1995
Marcello Grassi | Dinamica dei corpi immobili
mercoledì, 19 febbraio 2020 | dalle 19:30 alle 21:30
Posti limitati | Ingresso Gratuito
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