Nella prima parte di questa disquisizione sui materiali abbiamo parlato dei mezzi di ripresa intesi come apparecchi che registrano, un segnale video o di tipo magnetico o elettronico come file digitale.
Tralasciamo in questa sede l’utilizzo di macchine da presa utilizzanti la pellicola cinematografica di tipo pro o amatoriale che sia in quanto seppur i secondi ancorché come prodotto di nicchia sono comunque reperibili e i primi, attualmente disponibili sia come mezzi che come chimica, restano pur sempre un prodotto relegato a un utilizzo da industria cinematografica per il costo proibitivo che rappresenterebbe per un film prodotto su base amatoriale o anche professionale in mancanza di budget adeguati. La pellicola invece di tipo fotografico sia in rullo 120/220 o 135 in rullini è ancora possibile utilizzarla con costi non dissimili a quelli relativi a prima dell’avvento del digitale, con la differenza che i mezzi di ripresa non sono più a catalogo ma reperibili nel vasto mercato dell’usato
Lenti o Obiettivi ?
Se in una precedente lezione abbiamo parlato dei materiali da ripresa intesi come mezzi che registrano, continuiamo a parlare dei sistemi ottici e come da titolo sia che preferiate chiamarli lenti o obiettivi nulla cambia, un obiettivo (lente) molto semplicemente è un sistema ottico aria/ vetro attraverso la quale i raggi luminosi che lo attraversano formano sulla superficie deputata a raccogliere le informazioni (pellicola o sensore) l’immagine risultante che vi si trova davanti ripresa dall’insieme macchina da presa+obiettivo. La quantità di luce che entrerà sarà regolata da un diaframma a controllo meccanico o elettromagnetico.
Le lenti non sono tutte uguali e sopratutto non esiste la lente perfetta, un obiettivo a volte è un compromesso tra costo e prestazioni. Le prestazioni ottiche della lente che monteremo sulla nostra macchina da presa determineranno la qualità della ripresa, per cui vale il principio che a lente dal costo maggiore corrisponda qualità maggiore, perché il costruttore avrà adottato delle tecnologie anche proprietarie per la realizzazione del vetro ottico e per la sua lavorazione unitamente alla tecnologia proprietaria dei sistemi autofocus e/o di stabilizzazione dell’immagine.
Le lenti si dividono in prime o a focale fissa e trasfocatori o zoom, all’interno di queste due categorie in base all’angolo di campo inquadrato (vedi lezione 3) avremo pertanto obiettivi super grandangolari, grandangolari, normali, medio tele, tele e super tele. Quindi più è piccolo l’angolo di campo inquadrato più si va verso le focali tele, al contrario si va verso i grandangoli.
Come detto prima gli obiettivi non sono sistemi perfetti, ogni vetro ottico può presentare delle problematiche dette aberrazioni, le più comuni spesso risolvibili con una parziale chiusura del diaframma, sono l’aberrazione sferica, difetto molto comune che è causata dalla curvatura sferica delle lenti, è una situazione questa che porta a fuoco i raggi luminosi passanti per i bordi su di un piano più vicino alla lente rispetto a quello (il piano) che è raggiunto dai raggi luminosi che vi passano dal centro (parassiali), l’effetto che si ottiene è una perdita della sensazione di nitidezza. Il fenomeno da anni è stato pressoché risolto utilizzando le cosiddette lenti asferiche.
Il coma invece è una tipica aberrazione causata dai raggi di luce obliqui che porta a creare sui punti di luce una forma a cometa allungata piuttosto che una forma circolare del punto luminoso fuori fuoco. Tale effetto si nota sulle riprese serali quando si inquadrano sorgenti luminose come le luci stradali, come per l’aberrazione sferica chiudendo il diaframma il problema si riduce.
Non meno importanti sono le aberrazioni di distorsione, in questo caso possono essere di due tipi, positiva o a cuscino o negativa o a barile. Li vediamo quando inquadriamo sia orizzontalmente che verticalmente linee che sono diritte nella realtà ma dall’andamento curvilineo nella ripresa, assumendo appunto la particolare forma di cuscino o di barile o botte. Tale fenomeno non è risolvibile diaframmando, può essere risolto via software direttamente in macchina se il mezzo lo prevede o in post production.
Si può controllare tale difetto inquadrando un reticolo di linee perpendicolari e parallele, se la lente difetta appariranno i fenomeni descritti.
Un altro fenomeno caratteristico delle lenti può essere l’aberrazione cromatica cioè quando i diversi colori dello spettro luminoso sono rifratte andando a fuoco su piani diversi. Ce ne accorgiamo quando su determinate immagini come lo spigolo di un oggetto o comunque su qualcosa di molto marcato e nitido, notiamo delle sfrangiature di colore in corrispondenza dello stesso. Se l’obiettivo è costruito facendo uso di vetri speciali ad alto indice di rifrazione e bassa dispersione, e qui ogni costruttore adotta delle sigle diverse per identificare le proprie tecnologie, tale fenomeno si riduce fino ad annullarsi.
Diaframmare, cioè chiudere il diaframma per compensare alcuni difetti della lente non sempre porta ai risultati sperati sopratutto se la chiusura diventa eccessiva in quanto a chiusure limite come f/22 o f/32 la luce diffrangendosi sulle lamelle del diaframma in corrispondenza di una cosi piccola pupilla di entrata produce il noto fenomeno della diffrazione ottica che sporca l’immagine.
Gli obiettivi possono essere a controllo manuale o elettronico, lo sono quelli autofocus e quelli destinati alle telecamere in quanto sono spesso dotati di controllo motorizzato dell’escursione focale. Il controllo del diaframma originariamente solo meccanico divenne elettronico con l’avvento dell’autofocus e addirittura eliminato successivamente dagli obiettivi che si controllavano direttamente dal corpo camera
Oggi alcune aziende hanno riproposto sul mercato obiettivi dotati dell’anello del diaframma che oltre a essere utile dal punto di vista fotografico per un controllo più veloce in modalità manuale è utilissimo se si utilizza la fotocamera per riprese video in quanto consente di montare sulla lente il controllo del follow focus che può essere agganciato anche alla ghiera del diaframma oltre che a quella del fuoco, infatti le lenti prettamente cinematografiche presentano due anelli zigrinati a passo standard per il montaggio dei follow focus.
Claudio NP
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