Quanto dura una pellicola? E la Carta?

Quanto dura una pellicola?

Quando si parla di fotografia in bianco nero spesso ci si chiede se una pellicola scaduta possa essere ancora utilizzabile dopo la scadenza, le prove effettuate hanno sempre dato esito positivo, cioè si, un film scaduto può essere utilizzato ben oltre la sua data di scadenza.

Ho personalmente sperimentato questa fattispecie ai tempi della scuola, quando una collega allieva fotografa portò in classe una pellicola scaduta da venti anni appartenuta a suo papà, fu esposta normalmente e stampata, i risultati furono sorprendenti.

 

 

La deontologia fotografica vorrebbe che le pellicole, sopratutto se professionali, debbano essere tenute a temperature controllate, in frigo, ma nonostante gli sbalzi termici che quella pellicola aveva probabilmente sopportato durante tutti quegli anni, non ne aveva minimamente risentito.

C’è solo una regola che in realtà non andrebbe mai elusa, quella che riguarda i film esposti e la necessità di procedere subito allo sviluppo dell’immagine latente che altrimenti, sempre secondo la letteratura tecnica, rischia di degradarsi.

Personalmente ho sperimentato pure questa casistica con esiti sorprendenti anche in questo caso.

Nell’estate del 2019 avevo caricato in macchina, una reflex, una Ilford Delta 400 ISO da 36 pose scaduta nel 2012, quindi 7 anni prima. Avevo esposto circa mezzo rullo ripromettendomi al più presto di realizzare i 18 scatti mancanti e procedere allo sviluppo.

 

 

Circostanze varie fecero si che la pellicola rimanesse in macchina senza poter esporre le pose rimanenti per qualche mese, poi purtroppo storia recente, dopo qualche mese, nel marzo del 2020 arriva la COVID-19 che spazza via le nostre certezze, ci modifica la vita drasticamente e quel rullo rimane in macchina parzialmente esposto fino all’estate del 2021 (due anni) quando finalmente si crea la situazione, forse anche voluta, per finire di esporre la pellicola che attende da troppo tempo.

Esaurito il rullo non voglio fare attendere oltre l’immagine latente, di cui una parte è impressa da 24 mesi e procedo con lo sviluppo del negativo, non con poca emozione. Il risultato anche in questo caso è straordinario, le immagini, anche quelle esposte due anni prima, sono li in tutto il loro splendore, e tutto questo tenendo conto che la pellicola era scaduta da 7 anni oltre i due trascorsi dalla prima esposizione per cui in totale 9 anni. Come è possibile tutto questo ?

Ci sono certamente delle caratteristiche chimiche che non conosco e che permettono agli alogenuri d’argento di rimanere stabili, pertanto una pellicola bianco nero ha, rispetto a quelle a colori che virano i colori in maniera imprevedibile, delle caratteristiche che ne salvaguardano l’usabilità nel tempo.

 

 

E la carta ?

E’ vero, si parla sempre di pellicole e (forse) mai di carta, ma forse sono io che non ne ho mai sentito parlare. Di recente sono stato testimone sincero e incredulo, del fatto di utilizzare carta fotografica chimica, non link-jet, inutilizzata da venti lunghi anni.

La carta diversamente dalle pellicole non riporta date di scadenza, o meglio, magari c’è una scadenza ma io non l’ho mai vista stampigliata sulle confezioni. L’esigenza di non poter attendere l’arrivo di una partita di carta fresca mi spinge a cercare tra le mie cose e a scoprire che avevo da parte diverse tipologie di formati di carta dal 10×15 cm al 30×40 cm sia RC o politenata, sia FB o baritata Ilford e Kentmere.

 

 

Pensavo sinceramente che col tempo, troppo tempo, avesse preso luce o si fosse degradata per via del fatto di non essere stata stoccata amorevolmente e la componente chimica avesse perso le caratteristiche idonee allo sviluppo. Mal che vada, pensavo, ci faccio le provinature, anche se sarebbero state da rifare visto che non si può paragonare l’esposizione di carte diverse.

Non potete immaginare l’emozione provata nel constatare come quei fogli di carta dimenticati da venti anni fossero ancora in grado di restituire immagini contrastate e accattivanti. Non dispongo di strumenti che possono misurare il grado di efficienza dello strato gelatinoso, ma l’occhio non sbaglia, le foto sono venute fuori in tutto il loro splendore.

Morale, se avete in casa film o carta dimenticati in cantina o in un cassetto, non gettateli, dategli l’importanza che meritano, fotografate e stampate, vi emozionerete.

Claudio NP

 

 

 

 

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