La pelle in Post-Produzione. Come non plastificarla.

Di Gianluca Ferradino

Una delle parti più difficili nel ritoccare un ritratto è sicuramente quella in cui ci si dedica alla pelle. Non esiste ancora uno standard per farlo, ma il buonsenso e le tecniche giuste ci forniscono alcune regole da seguire. È uno degli argomenti di post produzione più complessi, soprattutto perché ogni tipologia di ritratto richiede tecniche diverse, nel concreto: gli strumenti che possiamo utilizzare per ritoccatore il viso di una ragazza non saranno quelli utilizzati per un anziano. Tutt’altro, spesso si cerca di ottener risultati opposti, nella prima quella di una pelle liscia e con poche imperfezioni, nella seconda l’enfatizzazione dei segni dell’anzianità.

Chi fa il ritoccatore di professione sa che a prescindere dal soggetto inquadrato bisogna essere molto attenti a non esagerare nel ritocco, troppo spesso capita di imbattersi in volti di ragazze che sembrano manichini levigati, smerigliati e lucidati, o di occhi accentuati nel bianco da sembrare fanali di auto. La regola rimane sempre la stessa: non esagerare.

 

I suggerimenti più comuni per post produrre velocemente sono “aggiungi sfocatura” o “sfoca questo o quello”. La verità è che se si desidera mantenere tutta la texture della pelle non si dovrebbe usare alcun tipo di sfocatura nel processo, ma alcuni ritocchi basati sui pixel. Molti plug-in ci permetto di migliorare i nostri ritratti in poco tempo e spesso dando anche un ottimo risultato. Tuttavia, se visualizzati al 100%, molti ritratti post prodotti da questi componenti aggiuntivi sembrano sfocati e/o troppo accentuati per essere reali.

 

Bisogna avvicinarsi al ritocco della pelle, e del ritratto in generale, con una filosofia volta a migliorare, non a rendere perfetta. Migliorare ciò che è lì piuttosto che modificarlo del tutto; fare in modo che il soggetto ritratto assomigli ancora a lui nella realtà dopo il ritocco.

 

C’è una tecnica che è di fondamentale importanza per chi cerca un ottimo risultato e che insegno nei miei corsi One to One che si basa sulla “Separazione delle frequenze”, questo metodo è attualmente il più utilizzato nel campo della fotografia editoriale e nella moda più in generale, restituendo un risultato di grande effetto. Una volta padroneggiata questa tecnica e imparato a calibrarla per ogni tipologia di ritratto che abbiamo davanti, velocizzando il suo processo tramite la creazione di un Azione, per ridurre tutto a pochi click, sarà facile notare un miglioramento significativo dei nostri scatti e apprezzarli di più.

 

Questa tecnica ci permette di separare le immagini in due frequenze: le “alte”, dove si conservano tutti i dettagli della texture della pelle come le rughe, le cicatrici e i pori; le “basse” dove invece troviamo i colori e i toni della pelle.

Così facendo potremo lavorare separatamente sulla rimozione delle imperfezioni e sul ritocco della texture e di concentrarci esclusivamente sulla correzione del colore e dei toni della pelle per poi fondere i due livelli in una foto finita.

 

Quella che può sembrare una procedura lunga è in realtà davvero semplice e può diventare anche rapida con i giusti strumenti.

 

Gianluca Ferradino

www.gianlucaferradino.com

 

NOC SENSEI è un modo nuovo di vedere, vivere e condividere la passione per la fotografia. Risveglia i sensi, allarga la mente e gli orizzonti. Non segue i numeri, ma ricerca sensazioni e colori. NOC SENSEI è un progetto di New Old Camera srl

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Alert: Contenuto protetto!