A Roma, al Mattatoio di Testaccio, fino al 19 novembre, la mostra di quello che è il secondo anno del progetto di residenze d’artisti a cura di Francesco Zizola, che per la prima edizione si era chiamato Collezione Roma. Quattro fotografi internazionali sono stati invitati a raccontare Roma, dopo un periodo di totale immersione nella città.
La mostra “FOTOGRAFIA. Olivia Arthur, Antonio Biasiucci, Max Pinckers, Alfred Seiland per Roma” è il risultato di un progetto di residenza artistica, volto a raccontare la città eterna, a cura di Francesco Zizola (intervistato qui da Francesca Orsi) e promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, in collaborazione con 10b Photography.
Come in occasione di Commissione Roma, ideata e curata da Marco Delogu, la scelta degli autori si è basata prima di tutto sulla rilevanza curriculare degli autori, su profili di alto livello, oltre che sulla volontà di Zizola di scegliere un autore italiano (Antonio Biasiucci) e sulla necessità di dare la giusta rilevanza anche ad una fotografa donna (Olivia Arthur).
Olivia Arthur si è concentrata sul volto più intimo della città, una Roma contemporanea ma allo stesso tempo antica, entrando nelle case, raccontando le persone e le loro storie, i loro corpi. Nonostante le difficoltà legate alle restrizioni pandemiche è riuscita ad entrare in un dialogo serrato con la popolazione romana e con la loro vita.
Il lavoro di Max Pinckers, invece, segue quella che è la sua poetica abituale, una visione sicuramente più concettuale di Roma e del linguaggio fotografico.
Raccontare la città eterna tramite una decostruzione della visione neorealista cinematografica, una visione che aveva fossilizzato l’immaginario della città, cercando di conferirle la modernità del linguaggio fotografico con uno studio vero e proprio sull’immagine.
Alfred Seiland, fotografo austriaco, ha approfondito il rapporto tra le vestigia della Roma Imperiale e il paesaggio contemporaneo contaminato o non contaminato dall’uomo.
In questo dialogo si inseriscono le sue immagini di grande formato, prodotte con il banco ottico, iperdefinite e stranianti.
Antonio Biasiucci, infine, ha raccontato Roma, continuando una ricerca che gli è propria, attraverso l’analisi del patrimonio archetipico della romanità e della storia romana, raccontando delle sue origini pagane e pre-cristiane, documentandone i resti e le archeologie rimaste.
I quattro progetti sono effettivamente quattro progetti che interpretano Roma, ma sono tutti, ognuno a proprio modo, lavori che ruotano attorno anche al concetto di cosa è oggi la fotografia, o meglio di cosa può essere oggi la fotografia.
- FOTOGRAFIA. Olivia Arthur, Antonio Biasiucci, Max Pinckers, Alfred Seiland per Roma
- A cura di Francesco Zizola
- Mattatoio di Roma – Padiglione 9a
- 22 settembre – 19 novembre 2023
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