A Cesano Boscone la mostra fotografica “Saluteremo il Signor Padrone” di Claudio Rizzini.
“La classe operaia italiana non esiste più. Così ci avevano raccontato. Poi la pandemia ha dimostrato che senza di loro, operai e operaie, il mondo si sarebbe fermato. La classe lavoratrice, come grande ed unitario soggetto politico artefice e protagonista della propria storia non avrà più la forza di un tempo ma l’Istat ci dice che sono ancora 2,5 milioni i soggetti che lavorano nelle officine, nelle fonderie, nelle acciaierie, nei laboratori artigianali. La metà è impiegata nelle fabbriche del Nord Ovest e del Nord Est”.
“E’ qui che ho guardato negli occhi il fresatore e il saldatore, chi sta ai torni e chi guida il corteo. Li ho osservati accanto alle ultime macchine tradizionali, negli angoli meno visibili delle fabbriche, là dove il marketing aziendale non trova nulla da fotografare. Li ho visti nelle postazioni di lavoro quotidiano dove attendono a 11,60 euro lordi di paga oraria che i nuovi robot dettino loro ritmi e carichi di lavoro; l’attività del singolo analizzata dai software spietati dell’industria 4.0 non prevede pause, affaticamenti. L’algoritmo decide che se hai 50 anni e sei già usurato fisicamente continui lo stesso. Sempre meglio che finire tra quelli, più di 1250, morti sul lavoro nel 2020. Intanto, operai e operaie affrontano una stagione complicata, divisi e frammentati in una guerra tra poveri. Li vedremo salutare il Signor Padrone ancora una volta, prima di tornare al turno, a produrre, a massimizzare, a essere licenziati con una e-mail nell’indifferenza della politica”.
L’inaugurazione è prevista per domenica 3 ottobre 2021, alle ore 11,15, presso la Sala delle Carrozze di Villa Marazzi in Via Dante 47 a Cesano Boscone.
L’ingresso è gratuito ma per accedere sarà necessario presentare il Green Pass; all’interno della sala saranno osservate tutte le disposizioni utili a prevenire il contagio da Covid 19.
Attivo nel panorama fotografico nazionale dal 2015, fotoreporter bresciano, predilige il linguaggio rigoroso del bianco e nero. I suoi scatti di fotografia umanistica e sociale sono pubblicati dai quotidiani e dai magazine nazionali e includono, tra gli altri, lavori come il reportage sulla classe operaia “Saluteremo il Signor Padrone”(menzione d’onore al Premio Dondero), quello sulla boxe “I pugilatori” e “La ballata di Kamara e Keita”, quest’ultimo selezionato da Libera tra i migliori dieci progetti sul tema dei beni confiscati alla mafia. Il reportage “Armàti di paura” (finalista a Portfolio Italia 2019) sul controverso e sempre attuale argomento del possesso di armi e sull’autodifesa e il lavoro “Anima Nera” (vincitore di Closer 2020) documento sul ritorno del neofascismo in Italia sono gli ultimi resoconti fotografici di Rizzini seguiti da “Lacio Drom”, un viaggio nel mondo di una comunità Sinti, e a “106”, drammatica testimonianza del presidio permanente di 106 lavoratori brutalmente licenziati da una grande multinazionale americana nel Luglio 2021.
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