In occasione del finissage della mostra fotografica Mi TULAR – io sono il confine di Valentina Tamborra, venerdì 7 giugno 2019 alle ore 19.00 la Galleria Apres-Coup Arte presenta:
“ARCTIC WORLD ARCHIVE: TUTTA LA MEMORIA DEL MONDO”
Incontro con la fotografa Valentina Tamborra e Maurizio Tuccio, Ceo & Business Development Manager e rappresentante di Piql, multinazionale norvegese leader in nanotecnologie, cyber security e long time preservation di qualsiasi tipo di dato digitale.
Piql è una multinazionale norvegese leader in nanotecnologie, cyber security e long time preservation di qualsiasi tipo di dato digitale. Piql Italia, di cui Maurizio Tuccio è il legale rappresentante, costituisce la struttura d’area nazionale italiana. Ha sede a Roma ed opera sul territorio nazionale, Stato del Vaticano, San Marino e nord Tirolo austriaco.
In collaborazione con Visit Norway Elisabeth Ones Svalbard Linn Cecilie Blekkerud.
Di cosa si occupa Piql e cosa ha inventato
“L’idea e la filosofia del progetto di long time preservation pensate da Piql traggono ispirazione da un libro che esce in USA nel 2007, intitolato “The Digital Dilemma”. L’Accademia delle Scienze e della Tecnologia negli USA s’interessa subito al suo contenuto, che si riferisce principalmente alle modalità con cui conservare, in futuro, i contenuti digitali che la film industry si appresta a produrre, abbandonando la tradizionale e storica pellicola in celluloide che fin dal 1895, data di prima uscita del corto “Arrivée d’un train a la gare de La Ciotet” dei fratelli Lumière, aveva caratterizzato la nascita del Cinema.
Come sappiamo, la fotografia nasce alcuni anni prima, intorno al 1839. I fratelli Alinari di Firenze saranno i fondatori della più vecchia azienda al mondo, ancora operante a Firenze, nel campo della fotografia.
Molti dei capolavori digitalizzati, facenti parte del patrimonio storico fotografico di Alinari, sono stati affidati alla tecnologia Piql e sono oggi conservati nell’Arctic World Archive alle isole Svalbard.
Nel 2002, Piql aveva già inventato una macchina che aveva rivoluzionato la film industry mondiale, il Cinevator. Da quel successo planetario, ma settoriale, e dal dilemma del digitale scaturito dalle tematiche affrontate nel libro, rimbalzate tra la comunità scientifica del pianeta, i ricercatori Piql hanno pensato di cercare un sistema che, in futuro, garantisse di poter ritrovare integri e leggibili i nuovi prodotti della nostra era digitale: i bit.
La crescita dei dati digitali aumenta ogni giorno in maniera esponenziale. A partire dal piccolo bit, in informatica sono state realizzate delle unità di misura necessarie a valutare quanti di questi bit vengono prodotti annualmente dal genere umano. Noi siamo abituati, ormai giornalmente, a ragionare in termini di Megabyte e Gigabyte. Abbiamo chiavette USB che utilizziamo per trasferire i nostri piccoli archivi che un tempo sembravano enormi.
Ma quanti sono, dove e come conserviamo tutti questi bit? E, soprattutto, a che velocità crescono ogni anno? Ecco il dilemma. Vint Cerf, uno dei padri di internet e attuale vicepresidente di Google, in una celebre intervista del 2015, in piena era digitale, ha consigliato di stampare su carta le fotografie cui teniamo, ammonendo la comunità scientifica mondiale circa il rischio certo della “putrefazione di bit”. L’unico rimedio concreto che paventò in quel momento – e che ancora risulta attuale – era ed è stampare i bit su una sorta di pergamena “papiro” informatico.
Piql ha inventato il papiro/pergamena informatico per stampare i bit e preservarli per moltissimo tempo, costituendo così una sorta di futura Stele di Rosetta digitale da lasciare ai nostri posteri. Il supporto di conservazione è una pellicola che contiene dati digitali, testato attraverso studi universitari ed esperimenti di laboratorio per resistere alle radiazioni nucleari.
Ma dove? Alle isole Svalbard, all’interno dell’ARCTIC WORLD ARCHIVE, in una miniera di carbone dismessa, sotto il permafrost, è stata creata l’arca di Noè dove caricare tutta la produzione della conoscenza dell’umanità attuale e passata”.
Maurizio Tuccio, Ceo & Business Development Manager e rappresentante di Piql
Maurizio Tuccio nasce a Roma il 15 ottobre 1963. Nella sua trentennale carriera ha lavorato presso multinazionali e si è occupato di fornire consulenza professionale strategica e aziendale in vari settori produttivi, compresa la moda. La sua attività professionale storica è stata rivolta al mondo del cinema romano. Attraverso questa finestra privilegiata sul mondo ha incontrato la tecnologia Piql. L’idea di poter essere protagonista della preservazione della memoria storica dell’umanità e l’opportunità di entrare in contatto diretto con realtà culturalmente, storicamente e scientificamente rilevanti, lo hanno spinto a lanciarsi in un’impresa affascinante e, al contempo, difficilissima.
Valentina Tamborra nasce nel 1983 a Milano, dove attualmente vive e lavora. Si occupa principalmente di reportage e ritratto e nel suo lavoro ama mescolare la narrazione all’immagine. Ha collaborato e collabora con alcune fra le principali ONG come AMREF, MSF e Albero della Vita e realizzato progetti con enti del turismo quali Visit Norway. I suoi lavori sono stati oggetto di mostre a Milano, Roma e Napoli. Numerose le pubblicazioni sui principali media nazionali. Ha partecipato come ospite a diverse interviste radiofoniche e televisive, tenuto lezioni e workshop di fotografia e narrazione. Nell’aprile 2018 vince il Premio AIF Nuova Fotografia.
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