Due giorni con Leica M10 in Islanda

Ho cominciato a usare fotocamere Leica M più di un decennio fa. Le M a pellicola sono da sempre il mio strumento preferito per la fotografia di strada, e per la fotografia di ritratto e di concerti che mi ha accompagnato all’inizio della mia carriera: il mio 50mm f/1 Noctilux è, da sempre, “l’unico obiettivo che non venderò mai”.

 

Quando ho cominciato a occuparmi quasi esclusivamente di fotografia di paesaggio Fine Art le Leica M digitali erano nella loro infanzia, e per loro natura non erano molto adatte per questo tipo di lavoro. Il telemetro, per quanto sia uno strumento eccezionale di composizione e messa a fuoco per la fotografia di strada e di persone, non favorisce il livello di accuratezza nell’inquadratura di cui ho bisogno per il mio lavoro nel paesaggio. Piazzare accuratamente un oggetto nell’angolo del fotogramma con una M8 o una M9 richiedeva un andare per tentativi che diventava frustrante nel migliore dei casi, inutile nel peggiore.

 

Così, pur avendo sempre una Leica M digitale con me per foto di ritratti, viaggio e strada, e da usare come “album per gli schizzi” sul campo, in questi anni non ho mai considerato la possibilità di usarne una per il mio lavoro di paesaggio professionale.

 

 

Eppure, Leica produce obiettivi davvero fantastici e unici, e gli obiettivi M sono tra questi. Eppure, le dimensioni e il peso di un kit Leica M con 4 obiettivi (per esempio, nel mio caso, 15mm Voigtlander, 21mm Super-Elmar f/3.4, 28mm Elmarit f/2.8 e un 50mm o un 75mm) sarebbero un sogno rispetto ai 10-15 kg di zaino che mi porto dietro di solito. Così, ho continuato rimanere in trepida attesa per la successiva versione delle M digitali: forse la prossima sarebbe finalmente diventata quella giusta per il mio lavoro?

 

Con l’arrivo della Leica M (Typ 240), dotata di Live View e della possibilità di usare un mirino elettronico esterno, ho cominciato a sperare: la fotocamera era molto più adatta al lavoro di paesaggio di ogni M digitale precedente, ma non ancora tanto quanto mi serviva. Avere le lunghe esposizioni limitate a un minuto è un serio problema per il mio lavoro Fine Art, e la qualità del file a quel tempo di posa non era del livello che mi serviva. La sensibilità ISO limitata in basso a 200 non era fantastica per me. La fotocamera non era tropicalizzata e aveva solo uno slot per la carta SD. Ne ho provata una per qualche tempo e pur avendo creato immagini che sono entrate nel mio Portfolio come questa di Mesa Arch all’alba, ho deciso che non era ancora arrivato il momento di passare a un kit puramente basato su una Leica M digitale per il mio lavoro di paesaggio Fine Art.

 

 

Eccoci alla Leica M10.

 

L’ultima iterazione delle Leica M digitali, la Leica M10, è senza dubbio la migliore Leica M digitale mai prodotta. Più sottile dei suoi predecessori, no ha il video ma offre i fondamentali Live View e Visoflex. È tropicalizzata. Le lunghe esposizioni arrivano ora ai due minuti, la minima sensibilità ISO è di 100 e ha un sensore da 24 Mp che crea file bellissimi. Ha sempre un solo slot per la carta SD, e la durata della batteria è leggermente più corta di quella della Leica M (Typ 240). Con queste caratteristiche, la Leica M10 è una fotocamera estremamente interessante per me da provare sul campo.

 

Così, ne ho acquistata una e ho deciso di portarle con me in Islanda durante un Workshop One-on-One che ho tenuto lo scorso dicembre: temperature freddissime, lunghe esposizioni prima dell’alba e dopo il tramonto, cosa avrei potuto trovare di meglio per provare una nuova fotocamera a fianco delle mie insuperabili Leica SL?

 

Durante questi due giorni di Workshop in Islanda, ho usato la mia Leica M10 con il Leica 21mm Super-Elmar-M f/3.4, e con i Voigtlander 10mm and 15mm che tanto amo sulla mia Leica SL. Vediamo come è andata e le mie impressioni della Leica M10.

 

 

CORPO E CONTROLLI

La Leica M10 è senza dubbio la migliore Leica M digitale mai prodotta. Il nuovo corpo più sottile è una gioia in uso, e ho completato il mio setup con l’aggiunta di un Leica M10 Thumb Support e un L-Plate Really Right Stuff per usarla sul mio cavalletto. Mi è piaciuta moltissimo la semplicità dell’interfaccia; il nuovo arrangiamento dei bottoni sul retro della fotocamera è molto migliorato, e personalmente trovo ottima la nuova implementazione della regolazione ISO. Ho impostato il settaggio M-ISO a 12500 per ottenere uno stop in più dei 6400 presenti sulla regolazione, e Auto ISO a 1600 perché di più non mi serve quando sono in Auto. Ottimo anche il nuovo bottone On-Off ripulito dalle impostazioni dell’otturatore, anche se (come moti altri) avrei preferito che il pallino rosso si vedesse con la fotocamera accesa piuttosto che spenta.

 

 

METEO ISLANDESE: CORPO E BATTERIA

Durante i nostri due giorni in Islanda, fotocamera e obiettivi sono stati sottoposti a temperature sottozero, venti freddi, spruzzi d’acqua di cascate e spray di onde marine. La Leica M10 non ha mai avuto alcun problema, come peraltro anche le mie Leica SL (come mi aspettavo, peraltro!). La durata delle batterie è Ok, e non ho mai dovuto cambiare una batteria sul campo – tieni però presente che stavo usando diverse fotocamere insieme alla Leica M10, dividendo così il carico d’uso.

 

Il partecipante del mio Workshop usa esclusivamente una Leica M10 per il suo lavoro, cosa che fa da qualche tempo e con ottimi risultati: anche la sua Leica M10 ha lavorato a perfezione e senza alcun problema durante il tempo passato insieme in Islanda.

 

 

MENU / IMPOSTAZIONI FOTOCAMERA

La nuova interfaccia utente della Leica M10 è ancor più indirizzata verso semplicità d’uso ed essenzialità, in pura filosofia Leica: non solo ha meno bottoni dei suoi predecessori, ma questo non è risultato in una maggiore complessità del menu. Non che il menu mi serva più di tanto: una volta configurata la fotocamera, trovi tutto quello che serve sul corpo. Lavorando sul campo, mi serve solo controllare otturatore, diaframma e ISO; tutto il resto, per me, sono cose che imposto una volta per tutte, e Leica M10 offre 4 Profili Utente per salvare le tue impostazioni per situazioni diverse in caso ne abbia bisogno. Ottima la nuova implementazione del menu Favoriti, che appare con una pressione del tasto “Menu”: per accedere al menu completo basta una seconda pressione dello stesso tasto. Come unica miglioria, mi piacerebbe poter cambiare l’ordine dei Favoriti.

 

INQUADRATURA E MESSA A FUOCO

Venendo da decenni di mirini ottici, preferisco l’uso del Visoflex a quello del Live View. Il Visoflex mi consente di inquadrare perfettamente e con grande accuratezza, e di mettere a fuoco con estrema precisione. La correzione diottrica incorporata è per me un grande plus, e il GPS è un ottimo strumento per ricordarti dove hai scattato una particolare fotografia quando ti trovi nel mezzo del nulla. L’attuale versione del Visoflex, però, non è allo stesso livello dell’eccezionale mirino elettronico di Leica SL: quando la luce è bassa, lavorare con Leica SL è di gran lunga più facile. Detto ciò, è sempre possibile inquadrare e mettere a fuoco, il che – quando la luce è praticamente assente – è comunque più di quello che sia possibile fare con molte DSLR tradizionali con specchio e pentaprisma.

 

 

FLUSSO DI LAVORO E VELOCITÀ SUL CAMPO

La Leica M10 è un’ottima soluzione per un flusso di lavoro veloce per chi fa fotografia di paesaggio. La fotocamera è pronta a scattare praticamente istantaneamente all’accensione, inquadrare e mettere a fuoco è velocissimo quando la luce è sufficiente. Ammetto di essere viziato dal fantastico mirino elettronico della Leica SL e dalla sua implementazione, che è praticamente perfetta per la fotografia di paesaggio. Detto questo, se la Leica M10 con il Visoflex implementasse la modalità “Exposure preview” della Leica SL questo aumenterebbe grandemente la facilità d’uso a bassa luce o con filtri montati sull’obiettivo. Inoltre, sarebbe utile che Leica adottasse la soluzione della Leica SL anche per la M10 rispetto alla barra delle informazioni: sulla M10, le informazioni nascondono parte del fotogramma, che non ha molto senso, mentre sulla Leica SL questo non avviene. A parte ciò, hai tutti i controlli che servono a disposizione sul corpo della fotocamera, per un flusso di lavoro semplice e veloce.

 

QUALITÀ DELL’IMMAGINE

Questa sezione sarà assai breve: la Leica M10 crea spettacolari file DNG, ricchi di colori e dettagli. Lavorare i file è un piacere, e i risultati sono una gioia per gli occhi. Qui sotto trovi qualche immagine di esempio dalla splendida Islanda.

 

LEICA M10 O LEICA SL PER IL PERFETTO KIT DA PAESAGGIO

Uso Leica SL ormai da quasi due anni come fotocamera principale per il mio lavoro con enorme soddisfazione. Per me, Leica SL è lo strumento perfetto per la fotografia di paesaggio: offre caratteristiche uniche che facilitano enormemente il mio lavoro sul campo, il flusso di lavoro è un piacere e i file che produce sono incredibili. Salvo una nuova Leica SL con maggiore risoluzione, a oggi per me questa è la migliore soluzione sul mercato per il mio lavoro. Comparata alla Leica SL, la Leica M10 aveva un compito davvero difficile e un avversario fortissimo. Vediamo come si è comportata.

 

In una parola, benissimo: Leica M10 per la fotografia di paesaggio Fine Art fa il 90% di quello che fa Leica SL, ma in un kit di dimensioni e peso molto minori.

 

Potrebbe sostituire completamente la Leica SL per le mie particolari, e piuttosto esigenti, necessità sul campo? Così come stanno le cose, per me e il mio lavoro direi non ancora. Alla Leica M10 mancano ancora alcune funzioni per me davvero necessarie:

– esposizioni superiori a due minuti: questo è per me fondamentale, ed è quello che mi impedisce di considerare la Leica M10 come unica fotocamera per me;

– un’implementazione migliore, modello Leica SL, del Visoflex: questo è molto importante, perché l’implementazione attuale rende il lavoro con la M10 leggermente frustrante, specie in condizioni di luce bassissima;

– un secondo slot per la carta SD per avere un backup sul campo: non fondamentale, ma apprezzabile e utile n generale per uno strumento professionale.

 

 

Detto questo, capisco benissimo che le mie esigenze siano piuttosto particolari, e molto più stringenti di quelle della maggioranza dei fotografi: se due minuti di lunga esposizione ti sono sufficienti, e se l’implementazione del Visoflex o di Live View ti vanno bene così come sono (o se preferisci direttamente usare il telemetro per inquadrare e mettere a fuoco), allora una Leica M10 con qualche obiettivo M sono il perfetto kit da paesaggio. In più, questo è un kit che ti permette di coprire al meglio anche i momenti meno “formali” dei tuoi viaggi, quali street, ritratti, documentazione del viaggio e così via. Non dimentichiamo inoltre che la maggior parte dei cambiamenti che mi servirebbero per rendere la M10 l’unica fotocamera di cui ho bisogno sono completamente software, o necessiterebbero al massimo di un nuovo Visoflex: quindi, ho ancora speranza di poter portare un giorno solo la M10 come unica fotocamera per i miei viaggi fotografici e per i miei Workshops.

 

Se anche tu come me necessiti ancora di una Leica SL per le uniche caratteristiche che offre a noi paesaggisti, quelle caratteristiche che la rendono la mia fotocamera preferita per il mio lavoro professionale, la Leica M10 può diventare un fantastico secondo corpo e una soluzione di backup per i tuoi viaggi, e a maggior ragione se già usi obiettivi M o R sulla tua Leica SL. Dedicando la Leica SL alla fotografia più “formale” sul cavalletto, puoi usare la tua Leica M10 per documentare il viaggio, per street, fotografia più spontanea e ritratti durante i tuoi viaggi, con i vantaggio di poterla usare sul cavalletto in un secondo sia as esempio mentre aspetti che la Leica SL finisca la riduzione del rumore, sia quando necessiti di lavorare con due obiettivi diversi in ambienti sfavorevoli dove cambiare obiettivi non sia consigliato, o per inquadrature diverse e così via.

 

RACCOMANDAZIONI E CONCLUSIONI

Concludendo, raccomanderei la Leica M10 per la fotografia di paesaggio? Si, senza alcun dubbio.

 

Una Leica M10 con qualche obiettivo M (per me, un 21mm, un 28 o 35mm, un 50 o 75mm e forse un 135mm), magari con l’aggiunta di un paio di obiettivi Leica R (ad esempio, il fantastico 100mm macro) e un paio di obiettivi Voigtlander per coprire gli ultra-grandangolari (ad esempio, gli ottimi 15mm e 10mm), creano un perfetto kit da paesaggio: piccolo e leggero, facile da usare sul campo e con una qualità dell’immagine eccezionale. Come con Leica SL, aggiungere poi obiettivi quali gli spettacolari grandangoli ultra-luminosi di Leica o un 50mm o 75mm Noctilux ti consentirebbe di creare immagini uniche, impossibili da creare con alcun altro sistema al di fuori di Leica.

 

 

Grazie per aver letto questa recensione della Leica M10 per la fotografia di paesaggio Fine Art! Spero sia stata una lettura interessante: condividi quest’articolo con i tuoi amici, o lascia un commento per farmi sapere cosa ne pensi.

 

Buona giornata, e non dimenticare di ISCRIVERTI ALLA NEWSLETTER!

 

Vieri Bottazzini.

 

 

Dettagli tecnici: tutte le fotografie in quest’articolo sono state scattate con la Leica M10 equipaggiata con il Leica 21mm Super-Elmar-M f/3.4, il Voigtlander 15mm Super-Wide Heliar f/4.5 e il Voigtlander 10mm Hyper-Wide Heliar f/5.6. La foto di Mesa Arch è stata scattata con una Leica M (Typ 240) e un Leica Tri-Elmar-M 16-18-21mm. Come sempre, ho usato il mio fondamentale kit di filtri Formatt-Hitech Firecrest Ultra tra cui ND digradanti (0.6, 0.9, 1.2 e 1.5 stop) e ND solidi (3, 6, 10 e 13 stop). Per supporto ho usato un cavalletto Gitzo con una testa a sfera Arca-Swiss Monoball P0 Classic. Tutte le fotografie sono state sviluppate e finite in Adobe Photoshop CC.

 

Vieri Bottazzini è un fotografo di paesaggio Fine Art e un didatta, con uno stile personale basato sulla padronanza dell’arte fotografica tradizionale. Appassionato dei grandi spazi aperti, Vieri onora la maestosa potenza della bellezza del pianeta creando le sue iconiche immagini esclusivamente attraverso pura fotografia, senza ricorrere a espedienti e scappatoie digitali. Attraverso uniche fotografie in bianco e nero e immagini a colori sottilmente processate, Vieri racconta della relazione tra uomo e natura, esplorando i concetti del tempo e del surreale. Il lavoro Fine Art di Vieri è stato visto milioni di volte sui social media, ed è stato pubblicato da riviste leader del settore quali Medium Format Magazine, LEMAG e Elements-Landscape Photography Magazine. Vieri tiene Workshops con partecipazione realmente limitata a sole tre persone in luoghi quali Islanda, Scozia, Inghilterra, Sudovest USA, Italia, Francia e Spagna, dove condivide la sua conoscenza e la sua arte con i suoi studenti. Il vasto e assortito Portfolio di Vieri è il culmine di oltre un decennio di passione, amore e maestria, di mesi passati in viaggio ogni anno, di centinaia di chilometri di cammino e, soprattutto, di una vita dedicata all’arte. Attraverso il suo lavoro e il suo insegnamento, Vieri mira ad inspirare altri a liberare l’artista che abbiamo dentro e a trovare la propria strada verso l’espressione di sé.

2 Comments

  1. davide Reply

    ti ringrazio x la esaustiva recensione, sono un fotografo principiante con tanti sogni nel cassetto, e la leica e’ sicuramente uno di questi . Posseggo una Leica T e una Digilux 3, ma x le mie finanze e x l’uso che ne faro’ non penso di potermi permettere qualcosa in piu’….e’ comunque interessante leggere queste recensioni ….continuando a sognare….

  2. Vieri Bottazzini Reply

    Ciao Davide,

    grazie mille per il commento, mi fa piacere che abbia trovato l’articolo interessante. Parte della bellezza della vita è la nostra capacità di sognare, di avere degli scopi da raggiungere… che poi, uno si accorge che raggiungerli o meno non è così fondamentale quanto sognare!

    Buona giornata,

    Vieri

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