In collaborazione, redatto e pubblicato da Nikonland
Di Mauro Maratta, Gennaio 2019
Non mi vorrei sbagliare ma questo è forse il primo Sigma Art autofocus per reflex che deriva da un obiettivo Sigma Cine.
In generale è il contrario (altri Sigma sviluppati in origine per reflex, hanno poi dato origine ad obiettivi Sigma Cine con cui condividono lo schema ottico).
Questo è il Sigma Cine 40mmT1.5:
un oggetto costruito totalmente senza compromessi che adotterei ciecamente se io fossi attivo nel video di un certo livello.
Mi contento della sua versione per reflex che è arrivato anche sul nostro mercato appena prima delle vacanze di Natale 2018.
Si tratta di un oggetto di cui ci si innamora a prima vista, costruito per eccellere e che io mi sento di avvicinare al solo Sigma 105/1.4 Art in tutte le sue caratteristiche.
Partiamo dai dati forniti dal costruttore :
1200 grammi di lega e plastica insensibile alle variazioni termiche, con guarnizioni a tenuta e paraluce a petali con blocco di sicurezza .
Schema molto complesso a 16 lenti ripartite in 12 gruppi, di cui 3 equivalenti alla fluorite, 3 a bassissiam dispersione e un elemento finale asferico capaci di offrire una misura MTF degna di un superteleobiettivo e una distorsione trascurabile
La vignettatura è in linea con la classe di appartenenza. Ogni obiettivo molto luminoso esibisce una vignettatura evidente a tutta apertura che va via via diminuendo mano a mano che si chiude il diaframma.
Qui il fenomeno scompare a partire da f8 ed è probabilmente l’unico dato non eccezionale di questo obiettivo.
L’aberrazione cromatica, invece, altro difetto ottico tipicamente presente nei superluminosi, è estremamente ben controllato.
Come tutti i Sigma delle ultime generazioni, anche questo è compatibile con la USB Dock di Sigma e il programma Sigma Optimization Pro, in grado di permettere all’utente di aggiornare il firmware e calibrarne le prestazioni.
Devo ammettere che in questo caso non ne ho avuto bisogno. Già così come l’ho tolto dalla scatola, questo esemplare di 40mm non ha necessitato di alcun intervento (nemmeno di messa a fuoco) neanche con la mia esigentissiam Nikon D850.
L’articolo continua con foto, test e ulteriori prove e immagini prodotto su Nikonland
Grazie a Mauro Maratta, Massimo Aquila e a tutto lo staff di Nikonland
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