Nikon D6. L’anteprima di Nikonland

Nikon D6 : l’anteprima di Nikonland (test/prova/review/recensione)

 

In collaborazione, redatto e pubblicato da Nikonland

Di Mauro Maratta.

 

La Nikon D6 è la sesta generazione di ammiraglie digitali Nikon, la quarta in formato pieno 35mm.
Abbiamo l’onore e il piacere di essere i primi a parlarne in Italia con una prova in anteprima grazie ad un esemplare di preserie mandatoci gentilmente in visione da Nital Spa, distributore nazionale dei prodotti Nikon

 

 

Sono passati più di 60 anni dalla presentazione della prima reflex Nikon e siamo qui a celebrare l’arrivo della nuova ammiraglia digitale.

Non è un caso se ho voluto fotografarla montando un Nikkor-S da 50mm progettato nel 1962 come standard per la Nikon F.

Il mio esemplare, praticamente come nuovo, è del 1971, un pre-AI modificato AI che può ancora tranquillamente funzionare sulla nuova Nikon D6.

 

 

Mi è venuta alla mente questa pubblicità degli anni ’80, pubblicata negli Stati Uniti che presentava la Nikon F3 come la “più riflessiva Nikon di tutti i tempi” cui venivano assegnati gli incarichi peggiori del mondo.

Perchè “andare in guerra con qualsiasi altra fotocamera significherebbe prendersi un rischio”.

 

 

Eppure ai suoi tempi, la F3 era tutt’altro che la più avanzata Nikon disponibile.

La Nikon FA – che io possedevo e con cui andavo ai campi durante il servizio di leva – era più sofisticata in tutto.

Ma non sarebbe sopravvissuta indenne agli abusi di un fotoreporter di guerra, assicurandogli l’affidabilità e la costanza di risultati in tutte le condizioni.

Non è solo una questione di costruzione, che nelle ammiraglie Nikon, costruite in larga parte a mano e in pochi pezzi nella fabbrica principale Nikon in Giappone ma anche di equilibrio tra prestazioni e sicurezza, perchè l’ammiraglia più che raggiungere l’apice delle capacità tecniche, deve assicurare il lavoro in ogni condizione.

Ecco che la Nikon D6 rinuncia a funzioni che per Nikon sono oramai comuni e che già un’altra reflex come la D780 può sfoggiare, per offrire capacità raffinate là dove conta.

La Nikon D6 è di fatto l’estremo perfezionamento di un concetto unico sviluppato nel 1959 a partire da una base già molto solida e che si perpetua nel 2020.

Io non so dire se questa sarà l’ultima ammiraglia reflex Nikon, sarebbe troppo scontato predirlo. Nikon chiederà ai suoi clienti se sviluppare un ulteriore modello futuro oppure se interrompere il percorso per … continuarlo allo stesso modo sulla nuova tecnologia.

Un approccio tradizionale che abbiamo già visto – appunto nel 1959, nel 1984, nel 1999 – ad ogni passaggio con la stessa filosofia votata a successivi perfezionamenti, non rivoluzionari ma sempre decisivi.

 

 

Punti di forza salienti e di debolezza che ho potuto riscontrare in questa anteprima

Forza

  • velocità operativa, raffica, buffer, gestione delle memorie (due XQD o due CFexpress o un misto tra loro)
  • qualità del file, sia esso jpg che NEF
  • tenuta agli alti ISO e dinamica superiore a quelli della D5 (salvo verifica strumentale)
  • aggiornamento di tutte le componenti accessorie (live-view, scatto silenzioso in otturatore elettronico anche ad alta velocità, GPS, wi-fi, bluetooth)
  • e delle funzionalità evolute (calibrazione autofocus sia wide che tele secondo la matricola dell’obiettivo, tempi di posa lunghi, time-lapse, focus stacking automatico)
  • nuovo autofocus che fa della ricerca automatica dell’occhio una prerogativa di base, con tutti i punti direttamente indirizzabili, tutti a croce oltre a modalità di raggruppamento dei punti AF a piacere del fotografo
  • costruzione secondo lo standard delle ammiraglie Nikon dagli anni ’50 del secolo scorso agli … anni ’50 del nuovo secolo
  • ergonomia adatta ad un uso (e ad un abuso) per quante ore lavorative ha la luce del giorno, per poi riprendere dopo cena per tutta la notte, ogni giorno, per 500.000, 1.000.000 di scatti sempre coerenti tra loro
  • estremizzazione e perfezionamento dell’idea per cui sono nate la D3s e la D5 : macchine veloci, pensate per fotografi che scattano in velocità. Non è una macchina per la slowphotography (paesaggio, architettura, vacanze, still-life ? Bleah !)

Debolezza

  • prezzo. Difficile da giustificare oggi, per una tecnologia ben matura ma già al tramonto
  • esce nel momento di mercato peggiore della storia dal 1946. Le Olimpiadi di Tokyo in cui doveva fare il suo debutto sono state rimandate a “forse” il 2021 e tutti gli eventi sportivi in cui doveva far vedere le sue capacità sono stati sospesi a causa della pandemia che ci blocca a casa. I fotografi professionisti dovranno giustificare con il lavoro il suo investimento. Per la stragrande maggioranza dei fotoamatori non può essere razionale il suo acquisto … ma per fortuna che alla fine decidiamo con il cuore
  • dinamica a bassi ISO che resta ridotta, come per la D5 e per la D3s, secondo un concetto ben consolidato che vuole questa macchina partire in pratica da ISO 1600 per esplorare sensibilità siderali
  • modalità live-view non all’avanguardia. Manca la rilevazione di fase e quindi l’autofocus, pur preciso, non è adeguato a seguire soggetti in movimento. Video di qualità ma non é una priorità di questa macchina, votata allo sport, al fotogiornalismo e al wild-life più impegnativo
  • è una reflex, il pur eccezionale e nuovissimo sistema di autofocus Multicam 37K ha i 105 punti di messa a fuoco in centro. In questo le mirrorless hanno un vantaggio strategico, la copertura dell’autofocus a tutto frame con indubbie possibilità espressive di composizione
  • si sposa alla perfezione con tutti i supertele Nikon (specialmente con gli ultimi E) ma alcuni pezzi del corredo reflex Nikon sono superati e difficilmente verranno avvicendati perchè oggi la parola d’ordine è Z
  • peso, volume, ingombro, oggetto che non passa certo inosservato in ambienti … ostili

 

 

Ma dove ci siamo già visti ?

Solo il proprietario di una Nikon D5 riconoscerà ad occhi chiusi la Nikon D6 perchè per gli altri le due macchine si differenziano solo per il marchietto.

Effettivamente, le differenze sono minime.

Di evidente c’è solo la calottina superiore del pentaprisma che adesso contiene le antenne del wi-fi e del bluetooth.

 

 

 

La Nikon D6 resta l’unica macchina Nikon ad avere il terzo display lcd di servizio sul dorso, sotto a quello principale

Rispetto alla D5, la D6 nasce con il supporto nativo per le nuove memorie CFexpress ma la compatibilità con le XQD è totalmente assicurata.

 

 

Resta anche l’unica Nikon ad avere due slot identici per XQD/CFexpress, le altre professionali hanno una soluzione mista come la D850 e la D500.

Opzione che probabilmente verrà mantenuta anche sui prossimi modelli in uscita tra il 2020 e il 2021.

La disponibilità di tagli elevati (qui una Lexar da 256 gigabyte ma ci sono sul mercato anche modelli da 325 e da 512 gigabyte) e i due slot configurabili a piacere (esubero o backup continuo) danno alla D6 una autonomia virtualmente illimitata.

Le interfacce di collegamento. Benché la D6 abbia le connessioni wireless, è stata mantenuta la porta Ethernet da utilizzare quando la velocità massima sia necessaria o per quando la rete wi-fi non sia stabile o altrettanto veloce.

 

 

Nella presa in mano e nell’uso, chi è abituato alla D5 si trova immediatamente a suo agio. La macchina è solida, ben costruita, ergonomicamente al massimo livello.

Sottolineo questo punto per ricordare che un corpo macchina ben costruito, anche se pesante, aiuta a fare scatti con tempi più audaci ma soprattutto, consente al fotografo di lavorare per ore ed ore senza accusare quei disagi che i corpi minuscoli di molte altre reflex e soprattutto, mirrorless, producono alla lunga sulle mani, sui muscoli e sui tendini di chi le deve impugnare per una intera giornata.

Io sono stato in autodromo per 8 ore di fila con D3, D4 e D5 e a sera ero stanco per la strada percorsa a piedi o per il carico sulle spalle. Ma mani e braccia erano ancora in grado di affrontare la giornata seguente.

Con la Z6 dopo una giornata di lavoro, il giorno dopo mi riposo.

 

 

Se l’esterno è apparentemente invariato, le novità stanno dentro

Le novità stanno dentro alla macchina, non fuori.

Ho già fatto cenno alla connettività wireless.

 

 

Oltre al marchietto sul lato della macchina abbiamo i menù relativi che ci avvisano delle nuove funzionalità

Il funzionamento è semplice e abbastanza immediato.

Persino io che sono refrattario ad usare lo smartphone per cose troppo sofisticate ho accoppiato in pochi istanti la D6 al mio iPhone

 

 

Ottenendo il trasferimento automatico delle foto scattate sul telefono, oltre a poter controllare e fotografare direttamente dall’app.

Funzionamento ineccepibile, come se fosse una D780 o una Coolpix.

Stessa cosa per il wi-fi, sebbene la mia rete sia un pò scorbutica nelle connessioni.

Una volta installata l’app sul PC Nikon Wireless Transmitter Utility, si inserisce il codice generato dalla macchina e si definisce la cartella dove verranno salvate le foto.

Sul display superiore compare l’antennina di trasmissione e di accoppiamento: sulle foto il segno del fulmine a due punte che indica, a seconda del colore, se è stata prevista la trasmissione della foto e se la stessa è stata trasmessa

 

 

Se guardiamo a menù la macchina ci avvisa delle operazioni in corso.
Connessione VERDE, nome del device, stato del wi-fi, foto da trasmettere, foto in corso di trasmissione, tempo totale di trasmissione previsto.

L’operazione – se il PC si aggancia (a me qualche volta non c’è modo di farlo vedere… ma non ho ancora scoperto da cosa dipenda) – tutto fila liscio e con i tempi permessi dal peso dei singoli file, ci ritroviamo le foto direttamente nella cartella specificata, sotto-cartella con il nome della macchina e il suo numero di matricola e dentro ad essa, le tradizionali cartelle che siamo soliti trovare nelle schede di memoria.

Naturalmente l’utilizzo massiccio delle connessioni wireless, rispetto alla modalità Aereo che io sono solito impostare, moltiplica il consumo della batteria.

La gloriosa EN-EL18 che è stata mantenuta per compatibilità, dovrà a mio parere essere sostituita da un modello più potente (magari da 3500-5000 mAh) nella prossima ammiraglia.

 

L’articolo continua con foto, test e prove pratiche su Nikonland

Grazie a Max Aquila, Mauro Maratta e a tutto lo staff di Nikonland

 

 

 

 

NOC SENSEI è un modo nuovo di vedere, vivere e condividere la passione per la fotografia. Risveglia i sensi, allarga la mente e gli orizzonti. Non segue i numeri, ma ricerca sensazioni e colori. NOC SENSEI è un progetto di New Old Camera srl

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