I migliori filtri per la fotografia di paesaggio

Ogni marca presenta i propri filtri come neutri: ma lo sono davvero?

 

I migliori filtri per la fotografia di paesaggio, anche con il digitale? Certo! Nonostante tutti i trucchi possibili in post-produzione possibili con l’avvento e lo sviluppo della fotografia digitale, penso che i filtri siano sempre fondamentali, specialmente per la fotografia di paesaggio e di architettura di esterni. Diversi produttori offrono set completi di filtri; i più diffusi tra i fotografi professionisti sono i filtri Lee Filters, Formatt-Hitech e Singh-Ray. Recentemente Formatt-Hitech ha messo sul mercato una nuova linea di filtri in vetro Schott Superwhite, i Firecrest, presentandoli come i primi filtri iper-neutrali al mondo. Questo ovviamente ha stuzzicato la mia curiosità: nella mia ricerca dei filtri migliori e più neutrali possibili, ho ordinato sia un set di Formatt-Hitech Firecrest sia un set di Formatt-Hitech in resina per compararli con i miei Singh-Ray e Lee Filters.

 

METODOLOGIA TEST

Muro bianco, Leica SL con un Leica Summilux-M 50mm f/1.4, flash Elinchrom Quadra. Bilanciamento del bianco fissato usando il muro bianco della prima immagine e usato per tutte le altre immagini. Filtri della stessa intensità hanno ricevuto uguale esposizione: f/5.6 per tutti i ND degradanti e per il 3 stop ND solido, f/1.4 per gli ND da 6, 10 e 13 stop. La vignettatura nelle immagini con ND da 6, 10 e 13 stop dipende dall’apertura, non dai filtri stessi. Ho controllato la neutralità del colore in alto, al centro e in basso per ND degradanti, e solo al centro per ND solidi. I numeri rappresentano valori R, G, B e sono stati determinati usando il sampler a 101px in Photoshop. Più i tre numeri sono uguali o molto vicini tra loro, più un filtro è neutro; più i numeri sono divergenti, più il filtro presenta una dominante elevata. Nota bene: il test è stato disegnato per verificare la neutralità dei filtri, non altre caratteristiche di essi.

 

 

Nota: a oggi, non sono affiliato in alcun modo con alcuno dei produttori del materiale qui testato. Compro tutto il mio equipaggiamento, lo testo al meglio delle mie capacità, e offro i risultati sperando che servano a chi è interessato.

 

Cominciamo con una breve presentazione dei filtri, per chi non avesse familiarità con essi. I filtri per la fotografia possono essere di due tipi, circolari o squadrati. Io uso un sistema di filtri squadrati perché lo trovo il migliore e il più versatile per il mio tipo di lavoro. La differenza principale tra i due sistemi è che usando il sistema di filtri squadrati puoi posizionare i filtri degradanti con precisione relativamente al soggetto. Con i filtri circolari sei invece alla mercé del produttore, che normalmente produce filtri con il passaggio da chiaro a scuro nel mezzo del filtro, cosa che non avviene quasi mai nei soggetti che fotografiamo. I filtri possono essere in resina o di vetro. Le differenze in breve: i filtri in resina non si rompono facilmente, ma si graffiano con estrema facilità; i filtri in vetro non si graffiano facilmente, ma possono rompersi. Oltre a ciò, il vetro è solitamente otticamente migliore della resina, con un fattore di trasmissione della luce migliore e una trasparenza più elevata. La neutralità è la proprietà dei filtri di non introdurre dominanti non volute nelle tue foto: più sono neutrali, meglio è. Le dominanti introdotte dai filtri ND solidi possono essere rimosse facilmente in post-produzione; così facendo si possono però creare problemi di bilanciamento tra i canali colore, rumore digitale, etc. Le dominanti introdotte dai filtri degradanti, sia a causa del gradiente stesso che della sua posizione sempre diversa nell’immagine, sono molto difficili se non impossibili da rimuovere completamente.

 

Esaminando le immagini del test, ti suggerisco di usare i valori R, G, B per prendere le tue decisioni in quanto misure oggettive e indipendenti dai colori e dalla calibrazione del tuo monitor (ammesso sia calibrato). Infine, considera che se usi più filtri contemporaneamente per il tuo lavoro di paesaggio, le dominanti da essi introdotte ovviamente si sommano: più filtri non neutrali userai, più il risultato finale sarà peggiore.

 

IL TEST

Per questo test, ho deciso di usare il filtro ND degradante che ogni fotografo di paesaggio dovrebbe almeno avere nel suo corredo: un 0.9 morbido (3 stop), che offre un livello di filtraggio medio ed è il più versatile tra i ND degradanti. Ho posizionato tutti i filtri nella stessa posizione nel portafiltri, e esposto tutte le immagini allo stesso modo: le differenze di luminosità dipendono dal diverso livello e posizionamento del gradiente nei vari filtri. Poiché più è elevato il valore di filtraggio più è difficile produrre filtri senza dominanti, per curiosità ho deciso di aggiungere a questo gruppo anche un Formatt-Hitech 1.5 degradante morbido. Vediamo i risultati (clicca sulle immagini per ingrandirle):

 

Il Formatt-Hitech in resina presenta una leggera ma chiara dominante magenta, il Singh-Ray invece ha una lieve dominante blu; sia il Lee che il Formatt-Hitech Firecrest sono in pratica neutrali. Notevole poi il comportamento del Firecrest da 1.5 stop: il filtro è quasi perfettamente neutrale, con una prestazione migliore rispetto a tutti i filtri ND 0.9 qui testati.

 

Passando agli ND solidi, ho cominciato con un filtro medio da 3 stop (clicca sulle immagini per ingrandirle):

 

 

Vediamo qui come il Formatt-Hitech in resina abbia una pesante dominante magenta, e il Singh-Ray una chiara dominante blu; sia il Lee che il Formatt-Hitech Firecrest sono di nuovo i più neutrali del gruppo, nonostante il primo abbia uno leggerissima dominante magenta e il secondo una lievissima dominante blu, entrambe praticamente ininfluenti.

 

Passiamo poi ai filtri ND ad alta gradazione, che – nel bene o nel male – sono di gran moda oggi. Cominciamo con i due filtri da 6 stop (clicca sulle immagini per ingrandirle):

 

 

Come vedi il Lee Little Stopper presenta una chiara dominante blu; il Formatt-Hitech Firecrest, per quanto non perfetto, può invece considerarsi neutrale nell’uso pratico.

 

Per finire, vediamo come si comportano i cannoni da 10 stop! Da quando sono tornato al 35mm dal medio formato, avendo obiettivi più veloci spesso ho bisogno di più di 10 stop; vista l’ottima performance dei nuovi Formatt-Hitech da 6 e 10 stop ho recentemente aggiunto un Firecrest da 13 stop al mio corredo, e ne ho approfittato per testarlo qui (clicca sulle immagini per ingrandirle):

 

 

Il Lee Big Stopper segue le orme del suo fratello minore, presentando una dominante blu ancora più evidente rispetto al Little Stopper. Il Formatt-Hitech Firecrest presenta una leggera dominante verde, ma nell’uso pratico può considerarsi quasi neutrale. Ancora una volta, però, ho trovato impressionante la performance del filtro più denso del gruppo, il Formatt-Hitech Firecrest da 13 stop. Certo, non è perfettamente neutrale e ha una leggerissima dominante blu / verde; non dimentichiamoci però che stiamo parlando di un filtro da 13 stop, e il Firecrest 13 stop è più neutrale sia del Lee Little Stopper sia del Big Stopper!

 

CONCLUSIONI

 

Riassumendo, questi sono i risultati dei filtri in questo test:

  1. Formatt-Hitech Firecrest. Risultati i filtri più neutrali di questo test, questi nuovi filtri in vetro di Formatt-Hitech offrono una performance impressionante. Fortemente raccomandati.
  2. Lee Filters. Non così neutrali come i Firecrest, i filtri Lee offrono un’ottima performance per quanto riguarda i degradanti e il ND solido da 3 stop. Se hai bisogno di usare filtri da 6 e 10 stop, però, il tuo mondo diventerà blu e dovrai lavorare in post-produzione per far tornare le tue foto ai colori originali. Raccomandati.
  3. Singh-Ray. Con dominanti blu nel degradante e blu-magenta nell’ND da 3 stop, questi filtri offrono una performance leggermente meno buona dei nostri campioni. Se costassero meno, li raccomanderei; per il costo che hanno, invece, gli preferisco chiaramente i Lee o i Firecrest.
  4. Formatt-Hitech in resina. Di gran lunga i peggiori filtri del nostro test per neutralità, questi filtri hanno però il prezzo dalla loro, costando infinitamente meno di tutti gli altri. Raccomandati solo per il fotografo con seri problemi di budget.

 

Grazie per aver letto questa recensione comparata sulla neutralità dei filtri! Spero sia stata una lettura interessante: condividi quest’articolo con i tuoi amici, o lascia un commento per farmi sapere cosa ne pensi.

 

Buona giornata, e non dimenticare di ISCRIVERTI ALLA NEWSLETTER

 

Dettagli tecnici: tutte le immagini del test sono state scattate con una Leica SL e un Leica Summilux-M 50mm f/1.4. Luce fornita da flash Elinchrom Quadra. L’immagine della Valle della Morte è stata scattata con una Leica M-P 240, Leica Summilux-M 35mm f/1.4, filtri ND degradanti, ND solido e polarizzatore Format-Hitech Firecrest montati su un cavalletto Gitzo con testa Arca-Swiss P0 Classic. Le fotografie sono state sviluppate e finite con Adobe Photoshop CC.

 

Vieri Bottazzini è un fotografo di paesaggio Fine Art e un didatta, con uno stile personale basato sulla padronanza dell’arte fotografica tradizionale. Appassionato dei grandi spazi aperti, Vieri onora la maestosa potenza della bellezza del pianeta creando le sue iconiche immagini esclusivamente attraverso pura fotografia, senza ricorrere a espedienti e scappatoie digitali. Attraverso uniche fotografie in bianco e nero e immagini a colori sottilmente processate, Vieri racconta della relazione tra uomo e natura, esplorando i concetti del tempo e del surreale. Il lavoro Fine Art di Vieri è stato visto milioni di volte sui social media, ed è stato pubblicato da riviste leader del settore quali Medium Format Magazine, LEMAG e Elements-Landscape Photography Magazine. Vieri tiene Workshops con partecipazione realmente limitata a sole tre persone in luoghi quali Islanda, Scozia, Inghilterra, Sudovest USA, Italia, Francia e Spagna, dove condivide la sua conoscenza e la sua arte con i suoi studenti. Il vasto e assortito Portfolio di Vieri è il culmine di oltre un decennio di passione, amore e maestria, di mesi passati in viaggio ogni anno, di centinaia di chilometri di cammino e, soprattutto, di una vita dedicata all’arte. Attraverso il suo lavoro e il suo insegnamento, Vieri mira ad inspirare altri a liberare l’artista che abbiamo dentro e a trovare la propria strada verso l’espressione di sé.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Alert: Contenuto protetto!