Prima di iniziare: io non sono assolutamente contrario a questi strumenti: li utilizzo personalmente e per i miei clienti, nella mia attività.
Li uso, ma con le dovute cautele.
E’ infatti importante rendersi conto dei limiti di questi media, che sono legati alla natura stessa della comunicazione online e della psicologia di chi la usa.
In breve cinque motivi per rendersi conto che non si diventa “grandi e famosi” attraverso i social.
- Il mezzo sfalsa la comunicazione. Comunicazione sincrona e asincrona, mancanza di messaggi non verbali, tempi, linguaggio e acronimi, … sono alcuni dei fattori che limitano e alterano la comunicazione “naturale” tra esseri umani. Potreste controbattere che questo avviene anche con radio, carta stampata e televisione, ma c’è una differenza: sul Web azione, reazione ed effetti collaterali di un atto comunicativo avvengono con una rapidità che non è riscontrabile in alcun altro medium.
- Nel virtuale è facile dare il peggio di sé. Osservando i profili social di alcuni colleghi e amici mi trovo di fronte, a volte, a situazioni tipo dr. Jeckyll e mr. Hyde: persone deliziose, intelligenti, cortesi e disponibili nella vita reale si trasformano in incredibili rompipalle, narcisisti, con toni polemici e da “profeti de noantri”.
- Il campione è sfalsato. i nostri fan nel virtuale non corrispondono a volte a quelli che ci seguono nel reale, per tipologia e distribuzione.
- L’abitudine condiziona i comportamenti. Se inizialmente qualche nostro lavoro piace e se chi ci segue ama “il personaggio”, può essere che in futuro il pubblico, più assuefatto all’abitudine e alla simpatia che provano per noi che attento alla qualità di cosa facciamo, metta il “like” a qualsiasi ciofeca proponiamo loro.
- Fa male al nostro ego. Aumentano i fan, aumentano i like… ci sentiamo sempre più “pastori di un gregge”. Il rapporto con il pubblico reale è più faticoso, dal punto di vista psicologico e anche fisico, però è l’unico che ci può fare crescere professionalmente e umanamente.
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