“E’ la storia, non chi la racconta” (Stephen King)
Ormai da molto tempo sto notando la necessità, da parte di professionisti e aziende di ogni dimensione, di raccontare la propria attività attraverso le immagini.
Grazie alla larga diffusione dei mezzi digitali la produzione, postproduzione e distribuzione di questo tipo di contenuti è diventata potenzialmente sempre più efficace ed economica.
Questa strategia è trasversale, mi capita di supportare realtà in settori di ogni tipo, dai creativi sino alla ristorazione e il turismo, la sanità, il commercio, l’industria, l’edilizia e i servizi.
Allo stesso modo sono eterogenee le necessità: servizi fotografici, formazione, piani di comunicazione integrata e progetti web e di storytelling.
Le immagini sono un linguaggio (qualcuno sostiene che siano addirittura una lingua vera e propria) e come tale devono essere considerate, è importante conoscerne grammatica e ortografia, sfruttandone al meglio le potenzialità grazie al supporto di un professionista.
Sta a noi, ideatori e produttori di immagini, però, sapere mettere al servizio del racconto le nostre capacità tecniche e autoriali.
Dobbiamo, in altri termini, mettere da parte la vanità personale e la trappola di volere per forza essere riconoscibili per uno “stile”, utilizzando tecnica e fantasia per rendere la nostra comunicazione visiva il più possibile efficace.
In ambito commerciale, per esempio, non ci serve dimostrare di essere “cinture nere” di tecnica di ripresa e di Photoshop, ma, invece, dobbiamo sapere creare quella sottile magia che lega la proposta dei nostri committenti con i desideri del loro pubblico.
In termini quasi darwiniani, non dobbiamo inseguire la “foto più bella”, ma “foto più adatta”.
Lo storytelling non è esposizione dell’ego.
Di seguito qualche immagine di un mio servizio fotografico che rappresenta bene questo concetto: immagini quasi “sporche”, ma perfettamente in linea con l’aspetto artigianale, naturale e sostenibile del prodotto di Footprint Powdersurfs.
Un’altra caratteristica interessante di questo lavoro è la sua coralità, ho realizzato il servizio fotografico contemporaneamente a quello video (a cura di Andrea Gallo), presente anche l’art director dell’agenzia che segue il cliente.
Il risultato non è un lavoro “pensato e posato”, ma una vera e propria “cronaca dalla falegnameria”.
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