La ricetta del negativo. Lezione#36 Foto

Uno dei maggiori ostacoli casalinghi nella fotografia chimica è il passaggio dalla pellicola all’elaboratore elettronico, si potrebbe obiettare che i due mondi dovrebbero restare separati, ma non siamo assolutamente d’accordo per tutta una serie di motivi: archivio, post produzione, trasportabilità e duplicazione, facile e veloce condivisione del contenuto, possibilità di gestione casalinga della stampa con stampanti a getto d’inchiostro e potremmo continuare.

Quando furono messi in commercio gli scanner per pellicola, sia 35mm che medio formato, dei grandi marchi della fotografia come Canon, Minolta e Nikon, l’ostacolo principale era costituito dal costo non proprio alla portata di tutti, erano strumenti indispensabili per il professionista che fotografando su pellicola poteva gestire in proprio la post produzione a computer, restavano sogni spesso irrealizzabili per tanti appassionati.

La possibilità “accessibile” economicamente per il foto amatore di poter scansionare le pellicole fu data dalla messa in commercio degli scanner piani per trasparenti, soluzione dal costo più contenuto che si sviluppò contestualmente agli scanner dedicati alla fine degli anni ‘90, ma il rovescio della medaglia era relativo al fatto che la qualità di scansione non poteva competere con gli scanner specifici.

Quando il digitale progressivamente esplode a metà degli anni 2000 e la pellicola comincia definitivamente a essere messa da parte, la produzione degli scanner comincia a essere interrotta dai grandi marchi prima citati e l’interesse declina a tal punto che gli unici strumenti in circolazione restavano gli scanner piani con coperchio per trasparenti proposti da Canon e Epson.

Oggi sono rimasti in commercio alcuni prodotti specifici di Plustek, gli scanner piani per trasparenti di Epson e alcune soluzioni da tavolo con memorizzazione diretta su scheda di memoria molto economiche. Pertanto per chi volesse fare in casa le scansioni del proprio archivio o scansionare pellicole appena realizzate, visto il recente nuovo interesse per la fotografia chimica, deve necessariamente rivolgere il proprio interesse a questi prodotti… a meno che non voglia proseguire nella lettura e seguire la nostra soluzione per scansionare senza scanner.

Scopo: realizzare scansioni senza scanner

Difficoltà: media

Costo: alla portata di tutti

Ingredienti:

  • Fotocamera reflex o mirrorless
  • Obiettivo macro
  • Treppiedi
  • Tavoletta luminosa a batteria (Diafanoscopio)
  • Telecomando (o applicazione specifica della propria fotocamera)
  • Cavo HDMI o USB
  • Computer
  • Guanti in cotone
  • Software di foto ritocco
  • Supporto per pellicole Lomography (opzionale)

Abbiamo pensato che la maggior parte di ciò che serve lo avete probabilmente in casa, e non preoccupatevi se alcuni “ingredienti” non li avete, potete recuperarli facilmente. Se fotografate su pellicola probabilmente avete anche una camera digitale e se siete appassionati di fotografia probabilmente avete già una lente macro e un treppiedi, diversamente potete procurarveli anche usati. Se siete appassionati di foto ritocco probabilmente avete un programma come il classico Photoshop anche in versione Elements, e se siete possessori di fotocamere Fujifilm o Sony avete a disposizione la versione gratuita di Capture One per Fujifilm o per Sony. Se non avete il telecomando della fotocamera potete usare l’applicazione per telefoni cellulari o tablet, se non avete un cavo per collegare la fotocamera a una tv per controllare le scansioni a video o a uno schermo da computer potete procurarvelo con pochi euro. Se non avete la tavoletta luminosa (diafanoscopio) per visualizzare le strisce di film e per fotografarli la potete acquistare per poche decine di euro. Il supporto Lomography non indispensabile ma comodo, ha un costo accessibile, circa 75 euro.

Lo scopo di questa “ricetta” casalinga è quella di fare la scansione dei propri negativi, colore o bianconero e diapositive senza utilizzare/acquistare uno scanner per pellicole o per trasparenti semplicemente fotografandoli con una fotocamera digitale di ultima generazione, macchine da almeno 26 e più milioni di pixel, risoluzioni con cui nessuno scanner può competere.

Tra l’altro con questo sistema si abbattono a procedura avviata, in maniera incredibile, i tempi di scansione che per uno scanner dedicato in base alla risoluzione scelta, possono superare anche i tre minuti per fotogramma. A esser precisi vi sono solo due aspetti “negativi” la mancanza della funzione di rimozione della polvere e dei graffi presente nei programmi degli scanner, difficoltà superabile con il successivo foto ritocco, e la necessità di acquistare un programma apposito per l’inversione delle pellicole a colori, ma questo lo vediamo più avanti.

Inizialmente la procedura può apparire macchinosa e probabilmente necessita acquistare qualche accessorio che vi manca, ma una volta che tutti gli elementi necessari sono pronti per essere “cucinati” tutto vi apparirà sotto una luce diversa. Anche noi abbiamo perso un pò di tempo a documentarci e a sperimentare la soluzione migliore e alla fine abbiamo trovato la quadratura che ci ha permesso di rendere veloce il procedimento, state tranquilli vi seguiremo passo passo.

Il DIGITALIZA+

Spendiamo adesso alcune parole sull’accessorio proposto, il DIGITALIZA+ (plus) della Lomography, un prodotto incredibile che permette l’acquisizione di pellicole 35, 120 e 127mm.

E’ composto da due unità principali: una base con schermo opalino con chiusura magnetica che permette il posizionamento delle pellicole 120 e 127 e visionabili tramite l’illuminazione fornita da batterie inseribili nell’apposito vano o attraverso l’alimentazione di una batteria esterna, dalla pressa USB-Micro. A questa unità è possibile agganciare il secondo elemento, dedicato alle pellicole formato 135, dotato di doppia livella a bolla.

Questo elemento non dispone di illuminazione propria, ma il posizionarlo magneticamente sopra l’unità del 120 fa si che si possano osservare le pellicole tramite il foro centrale che funge da visore. La particolarità e utilità di questo accessorio, che anche da solo varrebbe l’acquisto, risiede nel fatto che possiede sul lato sinistro una fessura dove va inserita la striscia di pellicola e tramite la rotazione antioraria della manopola rossa, posta anteriormente a destra, richiama la stessa in avanti (o indietro) facendo in modo di poter posizionare il fotogramma che ci interessa al centro del foro dell’unità.

Se questa unità dedicata al formato 35mm la posizioniamo sopra un diafanoscopio avremo un elemento indipendente che ci permette di fare la nostra scansione con una fonte di luce più intensa di quella di cui dispone la base luminosa. L’ultimo punto di forza del prodotto risiede nel fatto che volendo è possibile fotografare anche i fori delle pellicole 35mm per un effetto particolare in stampa.

DIGITALIZA+ (fonte Lomograph)

Il Diafanoscopio

La tavoletta luminosa o diafanoscopio è il classico visore luminoso per pellicole. Anni fa era un ingombrante scatola con all’interno una lampada, oggi è una sottile e leggera tavoletta in materiale plastico al cui interno sono presenti centinaia di Led che illuminano la superficie traslucida attraverso l’alimentazione di una batteria collegata per mezzo di presa USB-C.

Il pulsante di accensione permette anche di variare l’intensità della luce, lateralmente presenta una scala graduata in millimetri, sulla sua superficie è possibile appoggiare pellicole negative o positive per controllo e valutazione per mezzo di un lentino di ingrandimento.

Si trovano in commercio sia in formato A3 che A4, per gli scopi descritti in questo articolo ne basta una in formato A4 che permette il posizionamento di 6 strisce di pellicola contemporaneamente, tante quante un rullino da 36 pose. La si trova nei negozi di fotografia o nei canali internet con un costo di circa 30 euro.

La tavoletta luminosa o diafanoscopio

Preparazione della scansione

Posto che avete adesso tutti gli elementi proposti iniziate a montare la fotocamera, con la lente macro inserita, sul vostro robusto treppiedi che, inutile dirlo, deve essere di quelli a testa orizzontabile, cioè che dia la possibilità di mettere l’asta centrale in orizzontale. Posizionatevi su un tavolo e poggiate su di esso il diafanoscopio, per alimentarlo usate il cavo USB-C in dotazione e collegatelo a una batteria portatile, sono quelle che si usano per ricaricare il telefono cellulare in caso di emergenza causa batteria scarica. Se lo avete, collegate alla fotocamera il cavetto telecomando o se la stessa prevede lo scatto remoto tramite comando a infrarossi usatelo e impostatene lo scatto in tale modo o accendete il WI-FI della camera per collegarla al vostro telefono o tablet con l’applicazione che permette di regolare i parametri di scatto.

La fotocamera va collegata, lo consigliamo, a uno schermo che può essere quello del vostro computer o a una televisione entrambi dotati di ingresso HDMI. In base al vostro marchio di fotocamera potreste ritrovarvi con modelli che hanno la presa standard o quella mini o micro, usate pertanto il cavo apposito da mini o micro a standard o da HDMI a HDMI, in questo modo potrete monitorare e controllare visivamente e qualitativamente la messa a fuoco. Se avete una fotocamera che è possibile comandare attraverso un apposito programma del fabbricante, ci viene in mente Canon, potete evitare il collegamento a una tv usando lo schermo del computer come controllo e i comandi dell’applicazione che permette anche di acquisire la foto. In questo caso la camera va collegata tramite cavo USB.

Piano di lavoro con Il cartoncino nero applicato alla lente macro

Procedimento

  1. Piano di lavoro con Il cartoncino nero applicato alla lente macro
  2. Accendete la fotocamera e regolatela alla massima risoluzione in raw non compresso.
  3. Utilizzando i guanti posizionate la striscia di pellicola sul diafanoscopio acceso alla massima intensità luminosa o inseritela sul Digitaliza+. Se non lo avete posizionate due righelli ai bordi 
della striscia per tenerla piatta.
  4. Impostate l’obiettivo su un diaframma di lavoro molto chiuso, noi abbiamo scelto f/8 perchè 
sappiamo che la nostra lente lavora meglio a quella apertura.
  5. Regolate il treppiedi in bolla su tutti gli assi, affinché inquadri perfettamente il fotogramma 
lasciando fuori un piccolo margine di pochi millimetri dei fori di trascinamento della pellicola.
  6. Fate in modo che l’obiettivo macro metta a fuoco in automatico la grana della pellicola azionando il pulsante di scatto, al limite aiutatevi con una regolazione manuale di fino e dopo disattivate l’autofocus, in questo modo non dovrete regolare il fuoco su ogni fotogramma 
avendo acquisito la posizione del fuoco corretto sul primo.
  7. Regolate il tempo di posa controllando l’istogramma o l’esposimetro, ricordatevi che tutto ciò 
che vi appare bianco sarà nero sul positivo e viceversa.
  8. Impostate la luminosità della stanza in penombra con luce diffusa e incollate con nastro 
adesivo un cartoncino nero attorno al paraluce dell’obiettivo al fine di evitare luci parassite 
sulla pellicola.
  9. Regolate il bilanciamento del bianco sulla luce della tavoletta luminosa.
  10. Eseguite l’acquisizione del primo fotogramma tramite comando remoto o computer al fine di 
evitare le vibrazioni che si avrebbero usando il pulsante di scatto (i tempi di posa sono molto lunghi) e ruotate la manopola del Digitaliza+ fino a fare apparire il fotogramma successivo, regolando se del caso il tempo di posa.
Visione a schermo di un fotogramma in fase di acquisizione.

La post produzione

Acquisiti tutti i fotogrammi è il momento di passare alla post produzione dei negativi fotografati. Tramite un programma di foto ritocco (vedete esempio video allegato a questo articolo) aprite il file in camera raw se usate Photoshop e ritagliate il fotogramma correttamente eliminando i bordi inutili, a questo punto convertite il file raw in modalità scala di grigi (o bianconero) e tramite il comando “Curva” invertite il negativo in positivo. Spostate i valori della curva fino a toccare le parti contenente segnale dell’istogramma e passate quindi a modificare i valori della scheda “Base” modificando i relativi cursori fino a ottenere visivamente un risultato soddisfacente, sarebbe utile avere uno schermo di buona qualità calibrato.

Terminate le operazioni di regolazione, aprite il file in Photoshop e salvate secondo preferenza in jpeg o in tiff, tenendo conto che avrete comunque il file originale in raw che potrete sempre riaprire e rimodificare secondo diverse necessità. Appare superfluo dire che il raw non va cancellato.

Le diapositive

L’acquisizione di diapositive è molto semplice, sul diafanoscopio o sullo schermo del Digitaliza+ posizionate la dia intelaiata e eseguite la foto seguendo i passi della guida sopra. In questo caso, diversamente dai negativi, è preferibile inquadrare il più possibile il fotogramma senza riprendere i bordi dei telaietti. Ci ritroveremo con della foto che non necessitano di essere invertite ma solo, eventualmente, con delle possibili regolazioni di luminosità, contrasto o ritocchi di graffi o punti di polvere. Usando uno stile paesaggio esalterete i colori carichi e saturi delle dia.

Le pellicole negative a colori

Per l’acquisizione delle pellicole negative a colori useremo gli stessi passaggi delle negative in scala di grigi, ma adesso ci scontreremo con il solito problema che affligge questo tipo di supporti, ovvero la base arancione difficile da eliminare con un semplice passaggio su un editor di foto. Vi sono a onor del vero dei video con delle spiegazioni su internet su come invertire con Photoshop ed eliminare la dominante del supporto, sono dei passaggi macchinosi che non permettono comunque di intervenire perfettamente su qualsiasi tipo di negativo.

Esiste comunque una soluzione non proprio economica che consiste nell’acquisto di un programma che nasce proprio per questo scopo, si chiama Negative Lab Pro e costa 99 dollari. E’ disponibile per Mac e Windows, si interfaccia con Lightroom e attraverso delle preimpostazioni sia per tipologia di metodo di scansione sia per emulazione di alcuni scanner professionali, sia per preimpostazioni di marchi di pellicola riesce a eliminare la fastidiosa dominante arancione garantendo risultati soddisfacenti. L’applicazione consente anche operazioni di regolazione dei classici parametri come saturazione, contrasto, colorimetria, luminosità.

Bene, con il nostro articolo “ricetta” speriamo di avervi dato dei buoni consigli e di aver stimolato la vostra fantasia e creatività, fateci sapere cosa fate voi e come fate le scansioni e le inversioni delle vostre preziose pellicole.

Claudio NP

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