Mi capita spesso di leggere annunci di compravendita di obiettivi nei mercatini. Mi incuriosisce in mondo della compravendita fotografica, sopratutto quello degli obiettivi. Come mai un qualcuno desidera vendere o comperare, quali sono le reali motivazioni che lo spingono? Penso si sia sempre in cerca di qualcosa che non abbiamo, una sorta di continua insoddisfazione interna. Forse da una certa insoddisfazione per la nostra fotografia, per i risultati che otteniamo, nasce la spinta ad un cambiamento evolutivo che ci possa portare oltre la crisi. Speriamo che un altro mezzo fotografico possa risolverla.

Si trova veramente di tutto negli annunci. Non finirò mai di stupirmi.

Non pochi fotografi specificano nel loro annuncio di vendita: “conservato in modo maniacale.” Lasciatemelo dire, mi sembra un poco ridicolo. Me li immagino questi fotografi a conservare scrupolosamente ogni scatolo, penso che abbiano la casa invasa da scatoli. Fotocamere e obiettivi tenuti in vetrinetta, estratti solo per qualche breve uscita fotografica, solo qualche scatto. Poi ripuliti da ogni possibile inquinante atmosferico e dal grasso delle mani se non li usano con i guanti, quindi riposti di nuovo in vetrinetta. Si vedono in vendita interi corredi, con tutti gli accessori possibili, con gli obiettivi più cari del brand.

Hanno scattato a volte anche solo 3 foto, non ridete, ho letto un annuncio del genere: “vendo perché non è scattato il feeling”

 

Olympus 85mm Zuiko. Prova Risolvenza

 

FEELING? Mi sembra che spesso si trattino le fotocamere come prostitute, basta pagare per avere tutto e subito.

No, le fotocamere, tutte, sono Signore, si devono corteggiare, amare, portare a spasso ogni possibile momento, bisogna tenerle semplicemente in mano o a tracolla, non dentro la borsa, devono prendere aria, respirare con noi.

Solo così nasce l’innamoramento, il feeling, diventano parte di noi.

Non esistono attrezzi fotografici migliori, più professionali, esiste un modo professionale di pensare ed usare una attrezzatura.

 

Tair 135mm f/2.8 a tutta Apertura

 

Altro annuncio: “Vendo Fuji xf 16mm 1.4 causa inutilizzo, vendo Fujinon zoom 16-55mm f2.8, l’obiettivo è stato usato poco perché prediligo le ottiche fisse”. OK… Circa 700€ il 16mm fisso, circa 900€ lo zoom il costo di tali obiettivi in negozio. Il 16 mm è un fisso, dice che gli piacciono i fissi, però se lo vende, forse come si suol dire: “lo vendo perché non è la mia focale”, Ok comprensibile. Parla di focale, dovrebbe sapere che angolo di campo inquadra un 16mm, conoscere e aver provato la differenza tra un 16mm, un 18mm, un 23mm. Non è difficile basta andare ad uno dei numerosi Fujifilm X day e provare ottiche varie.

Nel corso di una breve prova si può capire la differenza di angolo di campo inquadrato tra un 16, un 18, un 23mm.

Ed ancora. Vende il 16mm, vende il 16-55mm. Praticamente si è comperato due volte il 16mm per scoprire che tale focale non gli piace? Avrebbe fatto meglio a comperare un Fujinon xf18-55mm f2.8-4, avrebbe speso circa 300€ invece di 1600€.

Ma poi da dove deriva questa “fissa per i fissi”?

 

Olympus 85mm Zuiko

 

Indubbiamente intorno agli anni ‘70/80 era assai motivata. Gli zoom erano all’inizio della loro storia evolutiva. Veniva immesso nel mercato ANGÉNIEUX 35-70 F/2,5-3,3. Costosissimo ma ottimo.

Un 2x. In poco tempo anche da produttori universali, vennero prodotti zoom di focale sino 3x. Nel corso dell’escursione focale tra grandangolo e tele si perdevano per strada 2/3 diaframmi di luminosità. Passavano da distorsione a barilotto a distorsione a cuscinetto, spesso assai vistose. Avevano un calo da paura di risolvenza e luminosità ai bordi.

Insomma salvo il vantaggio di non dovere cambiare obiettivo quando si andava di fretta, c’erano ben pochi motivi per non preferire le focali fisse.

Gli zoom tele-tele andavano di solito meglio, il Vivitar 70-210mm

Series 1, intorno al 1978 fu un ottimo obiettivo abbordabile.

 

Vivitar 70-210mm

 

La progettazione tramite computer, e le esigenze degli attuali sensori, hanno fatto compiere in pochi anni notevolissimi progressi

Oggi un Fujinon XC 16-50mm f/3.5-5.6 OIS costa circa 150€, OK, è plasticoso assai, ma la resa è superiore a quanto si potesse solo auspicare in quegli anni lontani. Porto l’esempio di Fuji perché li conosco e uso, non perché siano migliori agli obiettivi di altri brand, il discorso sarebbe analogo.

 

Fujinon XC Super EBC 16-50mm f/3.5-5.6 OIS

 

Quali sono, oggi come oggi, i motivi validi per scegliere uno zoom o invece un obiettivo a focale fissa?

Si dice spesso che i fissi costringono il fotografo a muovere le gambe, a spostamenti fisici, per raggiungere l’inquadratura desiderata, secondo molti è un pregio.

 

Fujinon XC Super EBC 16-50mm f/3.5-5.6 OIS

 

Per come la vedo io l’inquadratura si deve sempre cercare a prescindere dall’obiettivo, zoom o fisso. La prospettiva varia col punto di ripresa, è identica per qualsiasi focale. Se devi fotografare un edificio con un 35mm magari non c’entra, ti dovresti allontanare, o montare un altro fisso, con maggior angolo di ripresa. Con uno zoom non è necessario cambiare obiettivo, e da un preciso punto di ripresa scelto si può moderatamente zoomare per rifinire esattamente l’inquadratura. La versatilità degli zoom per me è irrinunciabile. Riguardando i dati exif di molte mie foto trovo che sono state realizzate a focali inesistenti nei fissi, come 22mm, 31mm o 47mm. (in formato apsc). Se avessi usato dei fissi avrei dovuto cambiare la distanza di ripresa e sarebbe cambiata di conseguenza la prospettiva e tutta l’inquadratura.

Per alcuni generi di soggetti, come la street, o il ritratto, l’approccio all’inquadratura è totalmente diverso. In questi campi può essere desiderabile un’ottica fissa. Il soggetto è assai forte e la precisione nell’inquadrare lo sfondo conta spesso assai meno, passa in secondo piano. In certe riprese d’ambiente molti consiglierebbero un fisso per la luminosità massima superiore. Può essere, ma se sei nella calca di uno spettacolo musicale live non puoi certo cambiare obiettivo, e se con la focale che hai non riesci ad inquadrare come desideri sei spacciato se non hai uno zoom.

 

Olympus 85mm Zuiko. Messa a Fuoco Manuale su Fujifil X-E2

 

Si dice che la luminosità massima maggiore di un fisso possa essere indispensabile, raramente è vero. Meglio in uno spettacolo chiudere un poco il diaframma, per essere sicuri di ottenere una messa a fuoco precisa. Basta alzare un poco gli ISO per ricuperare quello che si perde con una minore luminosità massima dell’ottica.

Va anche detto che in uno spettacolo live la luce raramente è scarsa, può essere anche troppa con uno spot puntato sull’interprete principale.

Si dice che per i ritratti un 85mm 1,4 sia indispensabile. Si parla di stacco dei piani a T.A., si disquisisce di bokeh, di molto altro. Però il soggetto ripreso deve essere immobile come uno stoccafisso per mettere il punto di fuoco esattamente dove si vuole.

 

Olympus 50mm Zuiko su Fujifilm X-E1

 

La messa a fuoco in questi casi meglio farla in manuale, l’autofocus potrebbe non essere sufficientemente preciso.

Ovvio che si tratta di ritratti specialistici nei quali l’esperienza del fotografo per esaltare i pregi di un’ottica è importantissima. In molti casi si possono usare con vantaggio anche ottiche vintage, per le loro peculiarità che magari derivano da “difetti ottici”, introvabili nelle lenti attuali.

Tipico caso è il bokeh swirly dell’ Helios 44-2, oppure il bokeh a stelline dell’Industar-61 L/Z 50mm 2,8. Il campo di sperimentazione è vastissimo.

Ciò non toglie che molti obiettivi fissi attuali siano davvero spettacolari, se usati a dovere possano fare la differenza.

Però vedere fotoamatori che hanno ogni ben di Dio tra ottiche zoom e a focale fissa mi lascia perplesso, sopratutto quando vedo foto assai scarse per ogni aspetto.

 

Giorgio Rossi.

Semplicemente Fotografare.

 

 

Le Stelline dell’Industar

 

 

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