Pensierini sparsi tra mattina e sera

Il mio angoletto qui su Sensei si chiama: “Saltuari pensieri sbilenchi sulla fotografia”.

Però sono spesso logorroico, non me ne pento più di tanto quando cerco di costringere il lettore allo sforzo quasi sovrumano di seguirmi parola dopo parola, concetto dopo concetto nel mio dipanare e circostanziare un lungo discorso.

Forse sbaglio, forse a volte occorre l’estrema sintesi, buttare lì il proprio pensiero in poche righe come fosse un sibillino vaticinio o il verbo caduto dal cielo.

Per provare a suscitare nel lettore una libera interpretazione.

 

 

01) Pensierino in viaggio verso sera: nella fotografia di paesaggio si fotografano paesaggi o eventi atmosferici?

Una cosa però è certa, i fili sospesi sono stati sdoganati come arte.

 

 

02) Pensierino passeggiando lungo il fiume: il paesaggio si estende dai nostri piedi sino all’infinito.

La macchina fotografica se è orientata in verticale non si offende.

 

 

03) Pensierino dell’ora di pranzo: tra le più tristi e trite disquisizioni sulla fotografia c’è la distinzione tra fotografia bella e fotografia buona.

Una fotografia è buona se raggiunge il suo scopo, se soddisfa una funzione nelle condizioni date, e può essere pure bella.

La concezione di bello non è universale. Ho provato a mangiare fotografie, non erano per niente buone.

 

 

04) Pensierino sorseggiando il caffè: un famoso fotografo diceva di buttare le prime 100.000 foto scattate.

A volte ho la sensazione che possano essere le uniche valide. Un fotografo è già fortunato se riesce a fare una fotografia degna di essere ricordata.

Quelle che vengono dopo spesso sono giri di spoletta per srotolare diverse trame tra i fili di un ordito sempre uguale.

 

 

05) Pensierino nuotando nei social:  quanti like può valere un’immagine?

Dipende da dove viene postata.

Se compare sulla bacheca personale di un assai followerato fotografo col Ph, una foto può valere intorno ai 300 like.

Oltre a svenimenti e commenti estatici per la sapienza e perfezione dell’inquadratura, l’estetica della coloristica, i significati reconditi e messaggi subliminali… altrove se raggiunge 20 like è già un successone.

Se una immagine la postate in 100 social e non riceve like da nessuna parte il motivo c’è.

Siete un artista incompreso.

 

 

06) Pensierino appoggiato al muro di un giardino:  l’attimo fuggente, l’istante decisivo?

Basta fare click e quello che si agita o sta fermo davanti alla fotocamera assume un valore diverso.

Da oggetto diventa soggetto, diventa irripetibile, decisivo… decisivo di cosa?

 

 

07) Pensierino sconsolato: la fotografia è libera, siamo noi a essere in gabbia.

Manca il coraggio di uscire dalla gabbia di discorsi triti e ritriti.

Eppure continuiamo a cercare di definire cosa sia la fotografia, se sia democratica o meno, se abbia doti morali, se sia bella o buona, se abbia bisogno di parole, se possa camminare con le sue zampine.

 

 

08) Pensierino passeggiando in una mattinata piacevole e serena:  che noia tremenda sarebbe la street PH. senza un bel manifesto pubblicitario e un B/W drammatico!

 

 

09) Pensierino del giorno di Pasqua:  parlare di fotografia è come passeggiare disinvoltamente con gli scarponi in un terreno disseminato a uova, c’è sempre il rischio di romperne qualcuno.

 

 

10) Pensierino andando a fotografare in giardino:  si può fare una foto oggettivamente e irrecuperabilmente sbagliata, brutta e inutile?

O la bruttezza, l’errore sono sempre e comunque aleatori e tutto può essere salvato e magari eletto ad arte grazie a un critico amico, o con un semplice e inconfutabile “De gustibus?”.

 

 

11) Pensierino uscendo a fare 4 passi e 4 foto con gli amici: noi fotografi siamo quelli che ci piace il mare d’inverno, il “less is more”, il B/W, il fiore appassito, il manicomio abbandonato, gli specchi, i riflessi nelle pozzanghere, l’albero solitario, il cimitero… siamo gente allegra e buontempona.

 

 

12) Pensierino prima di dormirci su: non c’è nulla di più sbagliato che l’arte solo di pancia, il separare l’arte dalla tecnica.

Ars, artis, per i Latini, aveva un’accezione molto pratica, corrispondente al greco τέχνη [téchne], indicava anzitutto l’abilità acquisita con lo studio o la pratica, di fare armonicamente, in maniera adatta. in opposizione a ciò che è naturale: era ars qualunque attività che richiedesse apprendimento.

Era l’insieme delle norme applicate e seguite in un’attività, sia essa esclusivamente intellettuale o anche manuale.

 

 

 

12bis) Pensierino del risveglio il mattino dopo: Fotografia e poesia.

Molti hanno un’idea scolastica e romantica di cosa sia la poesia.

“Secondo Aristotele Poiesis (contrapposto a Praxis) è l’agire tecnico, produttivo, quello proprio dell’artigiano, che è guidato dall’idea, eidos, e agisce attraverso la tecnica, techne.…”

 

 

13) Pensierino che vaga tra immagine e fotografia: la fotografia è un processo per la registrazione di un’immagine proiettata su un elemento fotosensibile atto a trattenerne memoria.

Non tutte le immagini sono fotografie, tutte le fotografie sono immagini.

 

Giorgio Rossi.

Semplicemente Fotografare.

 

 

 

 

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