Quest’anno è il decimo compleanno di Semplicemente Fotografare, nato come gruppo FB nel 2013, del quale insieme a Lia Alessandrini, Giulio Limongelli e Renato Greco siamo fondatori. L’anno dopo, insieme a molti altri che via via si sono aggiunti al gruppo, ci siamo incontrati per conoscerci dal vivo, ed esporre insieme a Novafeltria, è stato il primo Live. Dal secondo Live, nel 2015 abbiamo stampato un catalogo delle mostre in esposizione. È un tuffo al cuore tornare a sfogliarlo, molti ricordi bellissimi, altri molto tristi. Alcuni cari amici, come Pietro Albertelli, Primo Cassol, il Mid, purtroppo non ci sono più, li ricordiamo con affetto.
Di altri come Graziano Perotti, e Davide Conti, che quell’anno esposero dai noi, siamo rimasti in ottima amicizia, Altri ancora come Diego Bardone, Paolo Nava (NA PA), Mauro Quirini, esposero quell’anno al Live, forse per la loro prima volta. Di alcuni abbiamo perso un poco le tracce, altri hanno continuato ad esporre ad ogni successivo Live.
Credo che il Live di Semplicemente Fotografare, per quanto evento di nicchia, nel corso degli anni sia stato per alcuni un iniziale trampolino di lancio: Juan Borja, Federico Arcangeli, Ruggero Ruggeri, Carlo Ferrara…. altri ancora come Gabriele Chiesa, Denis Ziliotto (il collodio umido, prima parte, seconda parte) Luigi Conte, specialista in lumen printing, vengono da anni. Producono dimostrazioni pubbliche di antiche tecniche alle quali crediamo molto. Sono la testimonianza della continuità della fotografia, che attraverso il passare di secoli resta fedele al significato etimologico del termine: scrivere con la luce.
Ogni anno a qualche mese dall’evento facciamo una call pubblica nella nostra pagina FB, raccogliendo le adesioni iniziali. Chi c’è c’è, chi non c’è non c’è. Alcuni altri ne “reclutiamo” per passa parola, come quest’anno è avvenuto con Cesare Liborio, Gabriele Rodriquez, Maria Vittoria Biondi, e altri.
Facciamo anche un poco di scouting, tempo permettendo, come per Enrico Amati che è entrato timidamente nel nostro gruppo ma ne abbiamo avvertito le potenzialità.
Ci piace guardarci intorno e fiutare l’aria che si muove intorno alla Fotografia, l’evoluzione tecnico/stilistica e dei temi che vengono affrontati. Certo sarebbe più facile puntare su nomi che abbiano già fatto un qualcosa di notevole o vinto un qualche award importante. Non ci piace erigerci a giudici, pensiamo che tanto chi giudica alla fine è sempre l’osservatore. Viene troppo spesso trascurato, sia da chi produce fotograficamente progetti che da chi organizza eventi. Proponiamo all’osservatore delle mostre che spaziano ad ampi ventaglio sulla attuale produzione, sta a lui scegliere quali lo interessano, quali no.
Nei nostri Live tutti gli autori sono messi in esposizione in modo analogo, nessuno è privilegiato, non ci sono primi attori. Non so se sia giusto o meno, alla fin fine accade anche che qualcuno, magari selezionato da una commissione di esperti, inizi a godere una fama che secondo noi non merita molto. Accade che poi, in cerca di ulteriori consensi, perda la sua strada e abbia per così dire il fiato corto e non sia capace di evolversi, di produrre altre cose interessanti.
Dalle prime adesioni alla call pubblica inizia un lavoro diverso, sempre su facebook.
Viene creata un altra pagina FB, a numero chiuso, dove viene invitato solo chi si è proposto nella call. Qui inizia un lavoro in collaborazione con tutti, davvero non facile, specie per chi non ha già esposto da noi in passato ed ha bisogno di “rodaggio”. Gli tornerà utile in futuro se vorrà esporre altrove. Bene o male conosciamo un poco la mentalità dei fotografi e conosciamo anche il modo di visitare delle esposizioni fotografiche dell’osservatore medio, quindi cerchiamo di mediare. Vengono dettate regole.
Ogni partecipante deve selezionare le foto per il suo progetto. Sembra facile ma garantisco che alcuni scelgono le loro foto come se le pescassero in una stanza buia, bendati, dentro un cassetto, tra mutande e calzini spaiati.
Ogni autore ha diritto ad esporre 10-15 foto al massimo, raramente di più. Le foto devono essere caricate su Google Drive. 3-4 in alta risoluzione, serviranno per il catalogo. Le altre in bassa risoluzione.
Ogni autore ha a disposizione una sua cartella nel drive. I materiali serviranno a Lia per disporre i vari progetti nelle sale espositive. Quelle in alta risoluzione verranno pubblicate nel catalogo. Quest’anno per la terza volta il Live avrà luogo nella rocca di Dozza, una location davvero splendida, ci allargheremo anche al borgo dato che saranno in esposizione circa 40 autori più due collettive tematiche.
Si parla spesso di editing spostando delle foto su un tavolo, cambiandole d’ordine. L’ editing di una esposizione deve essere sempre in relazione ad una situazione ambientale precisa non può essere avulso. Deve tener conto degli spazi espositivi.
In relazione a quelli si deve scegliere la grandezza delle stampe e come posizionarle, se tutte in fila, se su due file, se in altro modo.
Si deve tenere conto anche delle possibili affinità tra progetti diversi e esporli vicini, un reportage non può stare accanto a una serie di fotografie creative al limite della AI. In fondo esporre un progetto è un poco come impaginare un servizio per una rivista. In una rivista assai raramente un servizio fotografico supera le 10 foto pubblicate, anche se il fotografo ne ha altre di interessanti.
Saper scegliere ed essere sintetici per un fotografo non è facile. Non si tratta di una esposizione personale di un unico autore, si tratta di esporre in modo idoneo 40 personali, ed accostare una all’altra con una logica che abbia anche una piacevolezza per l’osservatore. Ovviamente privatamente Lia da a ognuno i consigli del caso.
Ogni personale è corredata da un testo, il fotografo deve descrivere il progetto e scrivere una breve bio. Anche su questo ci sono regole precise. Il testo possibilmente non deve essere superiore alle 2000 battute. Deve venire caricato sulla cartella del drive dedicata ad ogni autore. In formato word doc… semplice? Mica tanto, ci sono sempre autori che mettono nella loro cartella del file pdf e scrivono romanzi o si fanno scrivere recensioni da critici più o meno famosi. Per l’esposizione al limite un testo un poco più lungo può essere scritto, ma siamo sicuri che l’osservatore non arriverà a leggerne nemmeno la metà. Sono bulimici gli osservatori di una esposizione, passano da un progetto a un altro come se fossero affamati da una settimana. Se le foto sono interessanti magari leggono la bio dell’autore e la descrizione del progetto, altrimenti vanno avanti.
Nel catalogo, per questioni di spazio non ci si può dilungare nei testi, ogni autore ha a disposizione 2 pagine e 3-4 foto. Sono concetti semplici ma difficili da digerire, ogni fotografo ha grande stima di se stesso e un curriculum alle spalle iniziato quando a 14 anni ha preso in mano la fotocamera di papà.
A questo punto entra pesantemente in gioco l’esperienza, la competenza, il gusto, di Lia Alessadrini, non solo nel organizzare la sistemazione delle esposizioni che viene stabilita grazie a piantine delle sale, ma anche per creare ove possibile degli allestimenti coinvolgenti.
La grafica deve riuscire a creare un trait d’union, una idea d’insieme che caratterizzi l’evento, servirà come copertina del catalogo, banner manifesti e quant’altro. Quest’anno uno dei temi sviluppati tanto in collettive quanto in esposizioni personali, è il nostro rapporto con un ambiente devastato dagli interventi umani più quanto da eventi climatici nefasti. La scelta di una immagine caratterizzante è caduta su un’opera realizzata da Andrea Gottardi
Una ragazza (vera foto) che in camicia da notte dorme tranquilla su una enorme orma di orsa lasciata nel terreno (prodotta in Photoshop). Ci è sembrata emblematica della situazione attuale rispetto all’ambiente e tiene conto anche delle attuali evoluzioni della fotografia, che pur tendendo alla AI non deve dimenticarsi di essere fotografia.
Tutto ciò grazie a un uso estensivo di FB che come social ha i limiti di ogni social ma in fondo è uno strumento. Un martello può essere usato per piantare un chiodo in un muro ma a essere incauti e masochisti ci si martella sulle dita.
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