Jacques Henri Lartigue, fotoamatore.

Fotografia come terapia? Certo anche questo è possibile … lasciamo perdere la professione, lasciamo perdere il desiderio di volere diventare famosi, anche quello di volere lanciare messaggi, condividere, ecc. ecc.

Tuttavia scattiamo fotografie.

Forse perché tutto fugge, il mondo corre così veloce che non riusciamo ad abituarci ai cambiamenti, a quel doloroso “tout passe tout casse tout lasse et tout se remplace”, ed allora sentiamo bisogno di fermare un attimo, un passaggio davanti all’obiettivo di un qualcuno o qualcosa che in quell’attimo esiziale ci colpisce.

Per un nostro perché, del quale spesso non siamo nemmeno molto consapevoli, e non intendiamo esserlo più di tanto, desideriamo trattenere, ricordare. E facciamo click.

Così fu per Jacques Henri Lartigue, (Courbevoie, 13 giugno 1894 – Nizza, 12 settembre 1986).

 

© Jacques Henri Lartigue. Cousin Bichonade. 1915

 

Inizia a fotografare a circa 7 anni, scatta, sviluppa , stampa, inizialmente aiutato dal papà, ben presto si arrangia ottimamente da solo.

Di buona famiglia borghese, più che benestante, però un poco cagionevole di salute, di indole meno audace del fratello maggiore “Zissou” che si dilettava a costruire macchine volanti nel castello di famiglia, sebbene fosse affascinato dal movimento (d’altronde il suo periodo coincise non a caso col futurismo)  delle ruote d’auto quanto dal guizzare della pallina da tennis, si mosse tutto sommato pochino.

Insomma fu per lo più testimone fotografico. Un ottimo testimone dell’epoca in cui visse.

 

© Jacques Henri Lartigue. Dédé, Rouzat, 1911

 

Più che di un epoca, direi, di quella piacevolissima fettina di società che gli ruotava intorno, passò più o meno inconsapevolmente attraverso eventi sociali e bellici.

Così quando Parigi fu invasa dai nazisti si trasferì nella villa in Costa Azzurra a dipingere e riordinare il suo archivio fotografico.

 

© Jacques Henri Lartigue. Renée, Route Paris, Aix-les-Bains, luglio 1931

 

135 grandi album, oltre 14.000 pagine di fotografie.

Il tutto SENZA ALCUN PROGETTO, solo per piacere personale, insomma da perfetto e ottimo FOTOAMATORE.

“Nel 1963 allestisce la prima mostra fotografica personale al Museum of Modern Art di New York e la rivista Life gli dedica un servizio di dieci pagine sul numero di novembre, ossia lo stesso numero che riporta i fatti dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.”

 

© Jacques Henri Lartigue. Suzanne Lenglen 1921

 

Beh iniziare esponendo al Museum of Modern Art non è esattamente alla portata di qualsiasi fotoamatore. Una fama indubbiamente assai ben meritata.

Ebbe anche la fortuna di poter provare praticamente tutte le fotocamere, dagli albori alle Leica, cosa sicuramente piacevole quanto importante.

Riassume in sé buona parte della storia evolutiva della fotografia, strumenti e materiali sensibili.

 

Giorgio Rossi.

Semplicemente Fotografare.

 

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