La settimana scorsa sono stato troppo preso dalla organizzazione dell’evento a Dozza, l’ottavo Live del nostro gruppo fotografico, per scriverne. Tuttavia dato che le esposizioni fotografiche continueranno ad essere aperte al pubblico sino al 4 novembre mi sembra opportuno parlarne.
La Rocca di Dozza, location del Live, si trova al vertice del circostante borgo medioevale, splendidamente conservato e affrescato dagli splendidi murales dell’evento biennale “Il Muro Dipinto” che, nato negli anni ‘60, ha materialmente caratterizzato le facciate delle abitazioni del centro storico di Dozza, attraverso pitture murali che sono in stretta simbiosi con la storia, l’atmosfera, i profumi dell’antico borgo medievale e dell’ameno paesaggio collinare circostante.
Differentemente da quanto succede nell’organizzazione di altri eventi fotografici, Semplicemente Fotografare Live, nasce da un gruppo Facebook i cui iscritti sono sparsi su tutto il territorio nazionale. Siamo affetti da nomadismo culturale, ci riuniamo dove ci sentiamo accolti.
Di conseguenza per realizzare il Live a Dozza (dato che nessuno di noi vi risiede) si è resa necessaria una importante organizzazione gestita in prima persona da Lia Alessandrini che ha curato il concept generale dell’evento seguendolo nei minimi particolari insieme ad alcuni stetti collaboratori come Giulio Limongelli, Renato Greco e il sottoscritto.
Ancora prima di arrivare in loco le mostre dei singoli autori, le loro bio, i quadernini perché i visitatori potessero lasciare i propri commenti, cartelli indicatori, programmi, erano state organizzati e distribuiti virtualmente sulle piante delle varie sale a disposizione.
Ove è stato possibile Lia Alessandrini ha curato degli allestimenti assai particolari.
Così per esempio per l’esposizione personale di Ruggero Ruggieri “ I’m one, i’m another” che racconta fotograficamente le sue “città dalle lunghe ombre” dove gli abitanti, invece che essere gli uomini, sono gli spazi vuoti oppure le loro ombre, è stata ambientata negli spazi tetri della sala delle torture della Rocca.
Così il progetto fotografico “viaggio nell’intimità dei sogni in una realtà surreale” nato dalla collaborazione di Leonardo Gaist, fotografo, con Roberta Faben, poetessa, è stato esposto e ambientato tra le catene nelle prigioni.
Così è avvenuto per il progetto di Giovanni Draisci, un tentativo di esorcizzare gli ultimi 2 anni di lockdown attraverso una serie di scatti rappresentanti una mostra allestita a casa sua.
Le sue stampe di calle esposte in casa sono state fotografate, stampate ed ambientate nelle cucine della Rocca.
Già da alcuni giorni il banner dell’evento era stato issato come vessillo all’entrata della Rocca. Siamo arrivati giovedì 20 ottobre, e grazie alla collaborazione di numerosi del gruppo, supportati dall’instancabile team dell’organizzazione della Rocca, Agnese Tonelli, Roberta Faben, Giulia Nanni, il giorno dopo alla 17 tutte le 36 mostre personali e la collettiva erano pronte.
Come da programma è di conseguenza avvenuta l’inaugurazione, abbiamo potuto ringraziare il Sindaco Luca Albertazzi e la Presidente della Fondazione Dozza Città D’Arte Simonetta Mingazzini per l’accoglienza, la disponibilità e l’opportunità di entrare a far parte della ricchissima programmazione di eventi.
Nella corte della Rocca Dennis Ziliotto ha eseguito ritratti al collodio per i quali è famoso, Andrea Gottardi si è cimentato nel creare storie fantastiche.
L’instancabile Gabriele Chiesa si è prodotto in ritratti col metodo della fotografia minutera, ha coinvolto dei giovani nella produzione di “lumen print” , ha immortalato il fantasma di Caterina Sforza.
Nella giornata di sabato 22 Edmondo di Loreto ha presentato “Liguria Felix” primo volume tratto dallo sconfinato archivio fotografico di famiglia del qualche ho parlato in un recente articolo.
Successivamente Federico Arcangeli ha presentato un excursus dei suoi lavori fotografici e il recente libro “Splinters”
Avrebbe dovuto essere con noi anche Valeria Sacchetti, per presentarci libro e mostra di “Journey to the Lowlands, tra la via Emilia e il West”. Purtroppo causa Covid non è stato possibile, ahimè non siamo ancora del tutto fuori dalla morsa della pandemia, anche altri fotografi in programma non hanno potuto partecipare all’evento.
Tuttavia ogni cosa si è svolta come la desideriamo sin dalla prima edizione del live, nel 2014. Un incontro di molti fotografi amici, provenienti da tutta Italia, felici di scambiarsi le rispettive esperienze, esponendo tutti insieme per comporre un quadro diversificato, quanto più possibile esaustivo della produzione fotografica del periodo che viviamo, quanto della sua evoluzione storica e tecnica.
Così davanti a una splendida esposizione di fotografie di jazzisti intorno all’inizio degli anni 60, incontro l’autore, Jean-Pierre Maurer, introdotto nell’evento da Cristiano Vassalli, che fu suo assistente molti anni or sono.
Vengo così a conoscere un autore importantissimo nel mondo della fotografia pubblicitaria dei mitici anni 80-90… ma questa è un’altra storia, merita di venire approfondita in un successivo articolo.
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