Martedì 7 giugno, ore 18:00, presso il Teatro FUIS in Lungotevere dei Mellini 33A, è avvenuta una seconda presentazione dell’antologia di poeti e fotografi “Nel verso della foto”, il proseguimento ideale di un’altra antologia, che avevamo curato anni or sono, “scatti di-versi”
In questa nuova antologia, curata dal fotografo Claudio Vitale 26 fotografi si sono ispirati per i loro scatti ai versi di 26 poeti. Sono stati scelti a partecipare fotografi notissimi in campo nazionale, come Francesco Cito, Franceso Comello, Gin Angri, Stefano Babic, e altri meno noti ma sempre bravissimi e cari amici, come Cristiano Vassalli, Domenico Tattoli, Bruno Panieri, Roberta Priori, Luigi Conte.
Sono state proiettate fianco a fianco le poesie proposte da autori di livello nazionale importante, quali Annamaria Farabbi, Claudio Damiani, Eugenia Serafini, Luigi Fontanella, Nazario Pardini e le immagini che hanno prodotto i fotografi ispirandosi alle poesie di questi e altri poeti. I fotografi presenti erano Raffaele Di Santo, Pio Ciuffarella, Roberta Priori, Palmerino Masciotta, e il sottoscritto. Ognuno ha spiegato la propria foto e in nesso con la poesia che gli era stata affidata da commentare visivamente, tramite estrazione a sorte.
- Natale Antonio Rossi, Presidente FUIS
- Maria Rizzi, Presidente IPLAC
L’evento è stato introdotto da Natale Antonio Rossi, Presidente della FUIS, Federazione Unitaria Italiana Scrittori, che ha spiegato brevemente la “mission” della Federazione, inquadrando l’attuale situazione di scrittori e anche fotografi, perché la FUIS promuove, tutela gli interessi ed agisce per la salvaguardia del diritto d’autore e della proprietà intellettuale non solo di scrittori ma di autori che operano nei più diversi comparti artistici e professionali… Fotografi, musicisti, registi, video artisti, scultori, pittori ecc.
A seguire la sempre attivissima Maria Rizzi, Presidente IPLAC, ha dato un caloroso benvenuto agli scrittori e a noi fotografi, e ha ceduto la parola a Francesco Paolo Tanzj.e a me medesimo Giorgio Rossi. Non ho voluto essere pesante, doveva ancora iniziare la lettura delle poesie e la presentazione delle fotografie. Spesso in passato con l’amico Checco, all’anagrafe appunto Francesco Paolo Tanzj, abbiamo fatto le ore piccole, confrontando il mio mondo di fotografo con quello suo di scrittore. Entrambi scriviamo, noi con la luce. Analogie e differenze impressionanti, anche aneddoti divertenti. Notevoli le differenze con le quali il lavoro del fotografo e quello dello scrittore vengono percepiti all’esterno, nella società.
“Che fai nella vita?” – “Faccio il fotografo.” – “ Ah, figo!!!”
“Che fai nella vita?” – “Faccio il poeta.” – “ Ah…” seguito da un silenzio tombale.
Un fotografo ad un evento: “tu con cosa lavori? “ – “Con gli occhi, con l’attenzione, con un pizzico di sensibilità forse”, rispondo, e lui : “ma no, intendevo dire con che fotocamera, con quali obiettivi!”. Non credo che a nessuno scrittore sia mai stato chiesto se lavora con la stilografica scrivendo su un foglio di carta, oppure al PC.
Spesso si scambia il mezzo per il fine, il risultato.
“Dove posso ammirare le tue fotografie?” — “ su FB, su Instagram, sul mio sito personale.”
“Dove posso leggere le tue poesie?” — “ sui libri che ho pubblicato e in raccolte alle quali ho partecipato”.
Esiste l’errore fotografico? Per me esistono errori tecnici e di comunicazione.
Qualche giorno fa ho criticato un poco un fotografo a causa di un vistoso alone ,da bruciatura in alte luci, sulle mani di un soggetto da lui ripreso. Mi ha risposto testualmente: “ Non è un errore, è un difetto e i difetti rendono unici.”
Per me un errore del genere equivale tra scrittori a scrivere squola con la q. Queste sono solo alcune delle differenze importanti tra “scrivere” fotografie e scrivere poesie. Meglio tenerne conto.
Il fotografo può smappare abbestia in giro per il web, può eventualmente dimostrare da dati exif e altro che una foto, che gli è stata sottratta senza pagarne i diritti, è sua. Lo scrittore non può pubblicare e diffondere direttamente sul web la sua produzione letteraria, viaggia su canali diversi, più nel reale. Un sito personale gli serve, non per divulgare direttamente i suoi lavori, più per informare su cosa ha fatto e cosa programma. Forse un poco più di sana concretezza nel reale sarebbe necessaria anche a noi fotografi.
Questo per esempio è il sito del mio amico Francesco Paolo Tanzj.
Recentemente noi fotografi siamo stati assai colpiti e dispiaciuti per la vicenda di Tony Gentile.
La sua iconica fotografia di Falcone e Borsellino è stata presa per produrre il conio di una moneta commemorativa da 2€, senza pagargli i diritti d’autore in quanto scaduti. Tutto ciò mi è tornato in mente ascoltando Natale Antonio Rossi spiegare l’attività della FUIS.
L’iscrizione è aperta anche a noi fotografi, ma per ora non ci sono fotografi iscritti.
“Siete troppo litigiosi” ha detto sorridendo il Presidente della FUIS. Mentalmente gli ho dato ragione, noi fotografi siamo cani sciolti, ognuno pensa a se stesso, sgomita per emergere. Pensiamo a guadagnarci il pane quotidiano, gran fatica di questi tempi, non sappiamo impostare l’attività in funzione di una crescita, pensare al nostro futuro, a proteggere la proprietà intellettuale del nostro lavoro.
Insomma per farla breve, mi sono iscritto.
Vi consiglio di approfondire le tematiche portate avanti dalla FUIS, visitandone attentamente il sito.
Anche solo per capire la situazione, per sapere i perché e percome, quello che sta succedendo in questo ambito che vi riguarda assai direttamente. Poi non dite che non ve lo avevo detto!
C’è molto da scartabellare sul sito, ma è utile per capire l’attività e l’impegno della Federazione, che si svolgono contemporaneamente su più fronti d’intervento.
Ne riporto alcuni passi:
La FUIS agisce, dunque, al fine di migliorare la legislazione vigente per quanto concerne i temi inerenti il lavoro professionale degli Autori, favorendo l’adozione di nuove normative o il miglioramento di quelle esistenti.
- Dialogando con gli enti pubblici e privati per migliorare leggi e normative che permettano agli autori di esprimersi liberamente;
- Vigilando affinché agli scrittori giungano i diritti d’autore che spettano e che permettano loro di vivere del proprio lavoro intellettuale;
- Sensibilizzando l’opinione pubblica sul fatto che non può essere arte senza che ci sia retribuzione dell’autore;
- Offrendo agli scrittori occasioni di promozione di sé stessi e delle opere del loro ingegno;
- Aiutando concretamente gli scrittori, in particolare quelli in difficoltà, nei momenti di maggiore bisogno.
Il testo si riferisce esplicitamente a scrittori, vale però anche per altre attività intellettuali. Tutti sappiamo che per guidare un’ automobile è indispensabile avere la patente. Esiste qualcosa di più o meno analogo per le attività autoriali/artistiche professionali?
Lo Statuto Sociale Europeo, deliberato dal Parlamento Europeo in data 7 giugno 2007, allo scopo di avviare forme di protezione dell’ Artista/Autore, invita gli Stati membri e la stessa Commissione a costruire un Registro professionale Europeo per “agevolare il riconoscimento dell’esperienza professionale degli artisti”, “del tipo EUROPASS per gli artisti”.
I criteri che precedono tale atto sono da rinvenire nella definizione di “artista” (intesa anche come Autore) proposta dall’UNESCO (1997) e nell’adozione della stessa definizione da parte della Commissione Cultura del Parlamento Europeo (25 febbraio 1999), in cui si dichiara di ritenere artista/autore “ogni persona che crea o partecipa con la sua interpretazione alla creazione o al rifacimento di opere d’arte, che ritiene la creazione artistica come un elemento essenziale della sua vita, che contribuisce in tal modo allo sviluppo dell’arte e della cultura, che è riconosciuta in quanto artista indipendentemente dal fatto di essere o no legata ad un vincolo di lavoro o di associazione”
Nel Registro Professionale Europeo, perciò, possono essere iscritti coloro che professano attività che li qualificano come Autori/Artisti e coloro che desiderano divenire tali: si tratta di due modalità di rilievo che contribuiscono, entrambe, alla creazione di una cultura europea.
L’articolazione del Registro Professionale Europeo deve poter tenere conto delle differenti categorie di Autori e di Artisti: dei creatori, (cioè artisti visivi, scrittori, autori musicali, teatrali e cinematografici, fotografi, autori delle nuove forme telematiche ecc) e degli interpreti (attori, danzatori, musicisti, ecc.) ai quali devono essere riconosciute garanzie e tutele che riguardano innanzitutto i loro diritti e proventi, la fiscalità, l’eliminazione o riduzione dell’IVA sulle opere dell’ingegno, la formazione, l’assistenza sanitaria, la previdenza, il riconoscimento degli oneri professionali, la sicurezza sociale e la possibilità di studiare e lavorare anche all’estero. Affinché tali tutele possano ottenere riconoscimento in sede giuridica, La Commissione Europea ha auspicato l’istituzione su basi nazionali, con valenza europea di un repertorio quale Registro Professionale Europeo di Autori/Artisti in grado di identificare i beneficiari sulla base di criteri di ufficialità e trasparenza.
In attuazione del percorso normativo per la costruzione di un Registro Professionale Europeo ed alla armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia, la FUIS promuove, in Italia, la redazione di un repertorio/Registro suddiviso per ambiti di specialità d’arte, tra cui il presente Registro Professionale Europeo per gli Artisti Italiani ed Europei, dedicato agli autori di opere delle arti visive, comprese le nuove espressioni artistiche telematiche (avvalendosi dell’esperienza acquisita dalla UIL UNSA con la tenuta degli Albi istituiti con il patrocinio della Federazione Italiana Tempo Libero (FITEL-CGIL CISL UIL) e del Sindacato Confederale aderente alla Commissione Europea dei Sindacati (CES)
Un Registro Professionale Europeo degli artisti italiani di arti visive e di quelle telematiche è necessità dovuta all’inserimento dell’Italia nell’universale sistema dell’arte, specificamente nel contesto europeo, nonché al bisogno di fare chiarezza in un settore in cui ha sempre prevalso il giudizio di gusto (e/o di merito) individuale, a volte motivato, troppe volte estemporaneo.
I requisiti di esperienze comprovabili e significative per chiedere l’ammissione al Registro Professionale Europeo non sono affatto minimali. Probabilmente in campo nazionale ed europeo c’è ancora del lavoro da fare per adattare tali prerequisiti alla concreta situazione lavorativa di un fotografo professionista, però sta al fotografo interessarsene. Se c’è una domanda ha senso che venga elaborata una risposta.
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