Dolcetto o scherzetto? Homer e la fotografia!

Perché è Halloween e ogni tanto c’è bisogno diqualcosa di leggero, che magari faccia anche un poco riflettere.

 

In fondo c’è un poco di Homer Simpson in ognuno di noi, bisogna solo trovare il coraggio di guardarci allo specchio.

Homer sicuramente è intelligente, talvolta però ha qualche lieve attacco di stupidità, specie quando cade nel panico o in attacchi di rabbia esplosiva se un oggetto gli si rivolta contro e non fa quello che vorrebbe. Talvolta è un poco ingenuo o forse semplicemente un poco pigro, segue la corrente e si lascia prendere dai sogni.
Con decisioni impulsive si impegna in hobby e imprese varie, un poco testardo ma poi magari cambia idea quando le cose non vanno troppo bene. E molto leale ma non del tutto onesto nemmeno con se stesso, ama la sua famiglia come noi amiamo le nostre creaturine fotografiche.
Homer è invidioso dei suoi vicini, la famiglia Flanders… diciamolo, li detesta!
Esattamente come noi detestiamo a volte gli altri fotografi, specie quelli che fanno critiche alle nostre foto, perché ovviamente di fotografia e macchine fotografiche non capiscono un tubo.

Insomma, con tutti i suoi “se “e i suoi “ma”, a Homer gli vogliamo un gran bene, ci mancherebbe altro!

 

Pensierini sparsi di Homer:

 

HEI RAGAZZI, STRANO MONDO IL MONDO D’OGGI!

Il reale non esiste più, esiste solo il riflesso del reale, la sua rappresentazione.

Siamo perché appariamo, se non appariamo non siamo!

Dovrò farmene una ragione, e chissà darmi una rassettata ai capelli, mettere una parrucca, presentare la mia apparenza al meglio.

 

 

HEI RAGAZZI, CHE MONDO STRANO I FOTOGRAFI!

Non capirò mai perché molti fotografi paesaggisti si svegliano ad ore antelucane, si fanno chilometri a piedi con uno zaino pesantissimo… cavalletto, due full frame, ottiche fisse dal 10 mm al 5000mm, no zoom che fanno schifo, una caterva di ammennicoli compresa tutta la serie dei filtri del generale Lee…..e poi , invece di un paesaggio fotografano un evento atmosferico per poi passare l’intera giornata a seguire chini su Photoshop a trasformarlo in un fantasy.

 

 

HEI RAGAZZI… HO UN PROBLEMA!
Non ho voglia di leggere Camera Chiara, non ho voglia di fare fotografia consapevole,
non mi attrae fare progetti, escludo di continuare ad andare a zonzo per la città a fare street,

mi deprime andare a vedere le mostre di famosi fotografi, tanto non sarò mai come loro,
mi annoiano le diatribe tra analogici e digitali… sì insomma un po’ di crisi…..

penso che venderò tutto il mio sistema ed ottiche, passerò al medio formato.

 

 

HEI RAGAZZI, CHE FARE SE LE VOSTRE FOTO VI CIRCONDANO E CERCANO DI SOMMERGERVI?

1) Potreste provare a venderle a Z, è un accumulatore compulsivo, chissà magari se le accatta, hai visto mai che un domani…

2) Potreste cercare di venderle comunque. In fondo alla gente piace arredare le pareti. Però per di più acquista un quadro, al limite un poster da Ikea che costa di meno anche se è stampato in migliaia di copie. Però chiedetevi: ma le mie foto sono piacevoli da tenere in casa appese dietro il tavolo da pranzo? Essì perché se è il solito bambino di paesi poveri e lontani, con gli occhi sbarrati e con le lacrime (dato che se ricordate bene gli avevate ammollato un ceffone prima di fotografarlo), allora magari fa passare l’appetito vederlo appeso al muro.

3) Potreste bruciarle e la prossima volta stamparle più piccole e non su forex altrimenti occupano un sacco di posto. Potreste anche smettere di scattare fotografie e, se proprio non ne potete fare a meno, non stampatele. Limitatevi a postarle sui social, come soddisfazione basta e avanza.

4) Potreste anche selezionarne un tot, andare a un workshop di storytelling e farvi insegnare come si fa un progetto, un libretto. Così poi almeno è tutto insieme e si butta tutto in una volta.

Comunque rassegnatevi, belle o brutte, buone o cattive , non servono a niente… la nostra natura ci porta a fare cose inutili, rassegnamoci , nulla di male. Tuttavia può essere che tra 50/70 anni un qualcuno trovi in una cantina qualche centinaio di vostre schede sd piene di foto e diventi ricco, perché improvvisamente tutti capiscono che sono meravigliose e le vogliono

 

 

MITICO!!!

Quante cose sono state scritte a proposito della fotografia!
Credevo che fosse facile come bere un bicchier d’acqua… sapete che vi dico, ragazzi?

Vado a fare 4 passi, arrivo da Boe, e mi faccio una Duff”

 

 

IN CERCA DI UNA BUONA STREET!

Ragazzi, come cosa ci faccio qui?? sto fermo e aspetto che mi passi alle spalle un manifesto, così divento un soggetto interessante, mitico!!!

 

 

RAGAZZI, È STATA RISOLTA LA QUESTIONE? LA STREET PHOTOGRAPHY ESISTE O NO?

Tranquillo Homer, esiste, certo che esiste. È stata inventata dai brand che vendono fotocamere!

Eh già perché se uno si compera una fotocamera non è mica per fotografare gattini e tramontini, bisogna tenerlo occupato, fornirgli uno scopo oltre il mezzo!….. e non c’è niente di più alla portata di tutti che andare a fare 4 passi , due scatti, e una mangiatina insieme in un ristorante del centro. Poi ha molteplici pregi.

1) Non ti devi preoccupare se è dritta o storta, sottoesposta o

bruciata, va bene tutto.

2) Qualsiasi soggetto, esclusi i barboni va benissimo.

3) Non occorre pensare a un progetto, catturi la vita pulsante,

quello che hai davanti.

4) Non occorre cercare significati profondi, la fotografia di

street è AUTOEVIDENTE, è quello che hai fotografato e

quello che vedrai nell’immagine finale.

5) Preleva una persona dalla vita reale per consegnarla a

vagare per l’eternità nei meandri bui del Web!

 

CHE LUOGO MITICO!!!
Ragazzi lo ripeto da sempre: solo in una borsa piena di artiglieria ci può essere posto per la vera fotografia!!!

 

 

AH LE REGOLE!
Ragazzi, ho letto che le regole si possono infrangere, esattamente come gli specchi! MITICO!!!…. ma non è che poi mi capitano 7 anni di sventure e una vita senza like?

 

 

LA SERENDIPITY!
Ragazzi, ho letto che posso sbagliare come mi pare grazie alla “serendipity”!

Eh davvero gran bella cosa questa serendipity!!! Ad averlo saputo prima, quante fotografie potevano essere considerate capolavori ed invece sono finite nel cestino!!!

Ebbene non sono io a dirlo è un tale Clement Cheroux, in “L’errore fotografico – Una breve storia” (piccola Biblioteca Einaudi). MITICO!

Sì, i “cosiddetti” errori sono, secondo l’autore, deroghe da una regola prestabilita decretata dai professionisti, dalle industrie, dai laboratori, ma alla quale è davvero difficile dare l’etichetta di immutabile o universale. Ma sììì, sono testimonianze di una sperimentazione, la percezione di questi errori “originali” si modifica in funzione del luogo e del momento in cui vengono valutati, tra qualche anno non ci appariranno più come errori ma come le più audaci proposte della nuova fotografia.

La serendipity, per chi non lo sapesse, consiste nella “probabilità di vedere i propri errori trasformarsi in un successo e di trovare qualcosa senza averla effettivamente cercata.

Mettiamoci quindi nelle condizioni di commettere un errore, provochiamola questa serendipity, perché come diceva Bernard Plossu “a ogni errore dei sensi corrispondono strani fiori della ragione”

Un dubbio atroce….. Ma sarà vero o è un’ottima scusa di Clement che non azzeccava una foto nemmeno a morire?

 

 

WOW RAGAZZI, IL MENÙ È MITICOOOO!!!

Sì però troppe pagine, mi ci perdo dentro, peggio del menù di un ristorante cinese.
E poi, tutto scritto in corpo 8 che mi ci vuole la lente d’ingrandimento per leggerlo a letto. Mi addormento alle prime due pagine e la sera dopo mi tocca

iniziare da capo. Quasi quasi chiedo consiglio su FB, faccio prima!

 

Giorgio Rossi.

Semplicemente Fotografare.

 

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