Tutti voi avete in mente cosa sono, le avete viste esposte in località dove siete andati in vacanza, anche il paese più lontano del mondo ha le sue cartoline. Ma come sono realizzate queste cartoline, cioè cosa ha di particolare una foto che la fa identificare immediatamente come cartolina?
Un tempo le cartoline erano in B/N e dietro magari c’era scritto : vera fotografia. Sul fronte a destra in basso c’era in bianco, in genere in carattere corsivo, il nome della località. Veniva realizzato con un pezzetto di pellicola fotomeccanica che recava la scritta in nero, il resto era trasparente. Il nero della scritta impediva il passaggio della luce dell’ingranditore quindi la scritta veniva in bianco.
Era un metodo assai primitivo ma efficace, cartoline del genere sono ricercate da collezionisti.
Attualmente le cartoline vengono stampate in quadricromia, di solito con colori accesi, un poco improbabili, ma devono essere accattivanti. cos’altro distingue una cartolina?
Beh in genere è una documentazione precisa di una località, un luogo o un manufatto architettonico, magari storico.
È una sorta di riproduzione fedele il più possibile all’originale, senza interpretazione, pare debba dire: è così!
Spesso è una veduta dall’alto, da un punto di ripresa importante ed adatto, quindi nella vostra vacanza vi troverete di sicuro a passarvi, a riconoscerlo. Deve essere un punto di ripresa “emblematico”, molto caratterizzante, distintivo esattamente di quel preciso luogo. Poi ci sono i trucchetti del mestiere. Che a volte risultano un poco “kitsch” ma possono anche fare sussurrare “Ohhh”. Per esempio spesso viene inquadrato un primissimo piano, un albero, una fronda, un vaso di fiori. Dicono che i fotografi vedutisti professionisti una volta si portassero sempre dietro una
fronda, per poterla usare come quinta naturale, inserendola nell’inquadratura.
Poi ci sono le cartoline “emozionali” di solito tramonti, perché i professionisti del settore sono un poco pigri e di certo non si svegliano all’alba. Il luogo ripreso al tramonto dovrebbe essere comunque identificabile anche se a volta non lo è affatto e la cartolina diventa la documentazione di un evento atmosferico.
In era pre-internet abbiamo imparato a conoscere il mondo attraverso le cartoline. Le vedevamo appese dietro il bancone del bar o dal barbiere, infilate nella cornice intorno agli specchi. Ogni bar e sopratutto ogni barbiere aveva specchi. Ora basta fare una ricerca con Google immagini e troviamo le stesse cartoline, di qualsiasi posto nel mondo. Le vediamo su monitor ma sono identiche a quelle che troviamo stampate e in vendita: car-to-li-ne.
Quando siamo in vacanza, con la nostra fotocamera, scattiamo inavvertitamente cartoline? Insomma facciamo con l’attrezzatura di ripresa, costata magari varie migliaia di euro, le stesse identiche inquadrature, le stesse foto che vediamo nelle cartoline del luogo dove soggiorniamo? Insomma sono soldi buttati se si pensa che una cartolina già bella stampata costa, massimo massimo,1€ più eventualmente 0,60€ se vogliamo affrancarla e spedirla davvero.
Però preferiamo scattare la foto, avere la nostra cartolina personale e spedirla in diretta su FB in un attimo. E già va bene per chi la vedrà postata se è una cartolina ben riuscita, se identifica il luogo in cui siete e magari glielo fa conoscere. In molte “cartoline” foto-telematiche , specie in quelle “emozionali” di tramonti, il luogo ripreso non si riconosce minimamente, Tanto varrebbe scattare una foto del ristorante dove state mangiando una buona aragosta, magari solleticherebbe le papille gustative.
È dunque un male, un peccato più o meno grave realizzare cartoline dei luoghi in cui andiamo in vacanza?
Beh direi di no, sono pur sempre un ricordo. Però c’è caso e caso. Luoghi esotici e lontani per esempio Tahiti, risultano spesso comunque assai attraenti anche a vederli su FB, per chi non c’è mai stato, Non mi sembra esattamente la stessa cosa una cartolina del Colosseo. Forse perché sono di Roma. Ma se fosse stata Piazza della Signoria a Firenze, o il Canal Grande a Venezia la sostanza non cambierebbe. Fateci caso il Canal Grande viene ripreso il più delle volte dallo stesso ponte, stessa inquadratura, cambiano solo le imbarcazioni che passano.
Così è per il Colosseo, solo che è invaso da turisti, e diciamocelo, le inquadrature delle vere cartoline, magari riprese senza turisti, sono più piacevoli. Insomma per dire che mentre scattiamo abbiamo già dentro di noi l’immagine mentale della cartolina che stiamo per scattare. A volte ce ne rendiamo perfettamente conto e di conseguenza cerchiamo di essere originali. Ma spesso è peggio che andar di notte perché un Colosseo ripreso con un 8mm puntato verso l’alto risulta in foto come una torta afflosciata, detta alla romana: “nun se po’ vede!”
insomma meglio sarebbe cercare una inquadratura veramente diversa, realizzata da un punto di vista differente e meno scontato. Ma siamo lì di fronte al Colosseo ed è lì che facciamo click! E da lì parte un’altra invasione di pessime riproduzioni del Colosseo.
Certo sulla vostra Home nessun problema, ma perché postarle su pagine FB di fotografia nelle quali gli iscritti hanno spesso un gusto fotografico raffinato ed evoluto?
Quindi cartoline fotografiche no?
Beh invece sì, ma che almeno siano belle cartoline di vostre foto, non è detto che debbano essere i luoghi delle vostre vacanze, il soggetto è a totale vostra liberissima scelta. Da quanto è che non inviate una cartolina ad un amico? Da quanto è che non ricevete una cartolina? Vi siete quasi dimenticati come e cosa si scrive su una cartolina per farla arrivare a destinazione?
Beh nel caso leggete qui.
Ok, ma come si stampano? Ci sono servizi on-line ma in genere dovete stampare molte copie del medesimo file.
Oppure potete rivolgervi a un laboratorio fotografico e chiedere stampe 10×15 di soggetti diversi, da inviare ad amici.
Potete anche trovare on-line dei layout per realizzare bene il retro della cartolina.
Però interpellate il laboratorio dove le farete stampare, può essere che abbia il layout idoneo.
“Why don’t you write me
I’m out in the jungle
I’m hungry to hear you.Send me a card,
I am waiting so hard
To be near you”(citazione)
Nella mia cara “tribu” di Lomography, da un paio d’anni abbiamo iniziato un progetto carino: spedirci una nostra foto come cartolina. Affrancando una nostra stampa 10×15. Inoltre segnalo un bel libro sulle cartoline: “Boring Postcards” di Martin Parr!