A Christmas Photography Carol

Le carole di Natale (Christmas carol), sono composizioni musicali tradizionale, nella forma della carola, tendenzialmente di origine inglese.

Trattano argomenti relativi al Natale quindi vengono cantate in tale giorno e più in generale durante il periodo natalizio.

 

 

Questo articolo sarà una sorta di carola di Natale fotografica, un giro nelle tradizioni e nei ricordi.

Stiamo vivendo tutti un periodo, lungo, tremendo, siamo troppo spesso incentrati e concentrati su noi stessi, sulle nostre difficoltà ed esigenze, puntolini sospesi in un hic et nunc.

Siamo immersi improvvisamente in una pandemia, una malattia epidemica diffusa in vaste aree geografiche su scala globale,coinvolge gran parte della popolazione mondiale.

Siamo tutti sulla stessa barca.

Il Natale è un periodo che viene vissuto in modo diverso quasi da tutte le popolazioni e religioni del mondo.

Noi lo chiamiamo Natale, altri popoli lo chiamano in modo diverso ma sostanzialmente è la stessa cosa. In genere non sappiamo molto di questo periodo che ha origini lontanissime, nel paganesimo, e non era strettamente correlato, alla nostra religione.

Il sincretismo può essere considerato una fusione di elementi ideologici apparentemente inconciliabili per esigenze pratiche di carattere culturale, filosofico o religioso, appartenenti a due o più culture o dottrine diverse.

 

 

Culture anche lontanissime tra loro si contaminano e si fondono al punto da non riuscire più ad identificarne le origini. Molto spesso ciò è avvenuto in epoche lontane, arcaiche, tipicamente legate alla tradizione orale.
Forse un qualche sincretismo è ravvisabile anche in epoche recenti.

Il Rouse Simmons, una goletta a tre alberi, salpata da Chicago con un carico di alberi di Natale, affondò nel Natale 1912 durante una violenta tempesta nel lago Michingan a Two Rivers, Wisconsin. Tutto l’equipaggio morì. Era una delle molte golette che attraversavano il lago per trasportare alberi di Natale.

Dalla fine del 1800 per molti anni divenne una tradizione annuale per la folla, inclusi molti bambini, raccogliersi sulle banchine di Clark Street a Cicago per dare il benvenuto a “Captain Santa”, il comandante della nave, e comperare direttamente gli alberi di Natale

 

Herman Schuenemann. Capitano della Rouse Simmons

 

Questo tragico evento nell’inconscio collettivo americano andò in qualche modo a sovrapporsi e mescolarsi ad un a carola natalizia assai diffusa, databile intorno al 17o secolo:“I saw three ships

Il testo della Carola parla di tre navi che attraversano il mar morto per raggiungere Betlemme, che distava dalla costa circa 32km. Facile trovare analogie con i tre re magi che sui cammelli, le navi del deserto, andarono a portare i loro doni al bambinello.

 

 

Negli Stati Uniti, il Natale era inizialmente una festa caratterizzata da bevute e schiamazzi notturni, tanto che nel 1659, la Corte Generale del Massachusetts vietò le celebrazioni del Natale, per i trasgressori la pena ammontava a 5 scellini.

Il ceto medio continuò per molti anni ad avversare il Natale, che considerava una festa volgare, lontana dalla religione cristiana, appannaggio di poveri indigenti.

Solo verso la fine del XIX secolo in America, grazie al contributo di sacerdoti, giornali, scrittori il Natale divenne una festa incentrata sul calore familiare.

Il 25 dicembre fu dichiarato giorno festivo per gli Stati federati dal presidente Ulysses Grant nel 26 giugno 1870.

 

 

Il tradizionale albero di New York del Rockfeller Center è per gli americani il simbolo del Natale.

I festeggiamenti natalizi in America cominciano dopo il “Thanksgiving day”, una una festa di origine cristiana osservata negli Stati Uniti d’America (il quarto o ultimo giovedì di novembre) per ringraziare Dio per i raccolti e per quanto avuto nel corso dell’anno.

l Black Friday ha luogo il venerdì successivo al Giorno del ringraziamento. Pare sia stato ideato dai grandi magazzini Macy’s nel 1924 per dare ufficialmente il via allo shopping natalizio.

 

© Henri Cartier-Bresson

 

Parlo di questo aspetto, perché quello legato agli acquisti, tipicamente americano come origini, è in un certo senso arrivato di rimbalzo in Italia, e ha conclusione in Italia come in America il 25 dicembre con lo scambio dei doni.

Del resto con la diffusione del cristianesimo i regali sono stati associati a materiali preziosi come l’oro, l’incenso e la mirra, consolidando una tradizione popolare iniziata nel Medioevo.

Famiglie felici, tutto va bene, che bello!

 

Humphrey Bogart, Lauren Bacall e il figlio Stephen

 

Gran parte dell’iconografia fotografica natalizia più diffusa testimonia il benessere, anche hollywoodiano (qui vediamo Humphrey Bogart, Lauren Bacall e il figlio Stephen), attraverso immagini idilliache.

27 dicembre 1945. circa 4000 persone in fila su entrambi i lati di 51° Strada in attesa dello spettacolo di Natale al Radio City Music Hall di New York.

 

 

Vigilia di Natale del 1946.

Acquirenti dell’ultimo minuto stazionano davanti alle vetrine di Macy, grande magazzino di New York.

 

 

Forse uno dei primi a mandare in frantumi con un servizio fotografico tale visione edulcorata fu Weegee in un bel servizio sul Natale a New York del 26 dicembre 1940

 

© Weegee

 

Interessante anche una serie di foto di Santa Klaus immersi nella desolazione totale scattata da street photographers, tra i quali Bruce Gilden.

 

© Bruce Gilden

 

La tradizione dell’albero di Natale proviene dall’area nord europea, fu probabilmente portata in America dai coloni della Moldavia intorno al 1740, era una tradizione diffusa anche tra i popoli scandinavi.

Nell’imminenza del solstizio invernale ogni famiglia si recava nel bosco abbatteva un abete.

 

 

In casa veniva decorato, era usanza di radunarsi in famiglia sotto l’albero per passare insieme la notte precedente il solstizio.

 

 

È una tradizione che non ha a che vedere col Natale dal punto di vista religioso, apparteneva ad antichissimi riti dei solstizi assai diffusi.

 

© Weegee

 

Nel mondo germanico il solstizio d’inverno corrisponde a Yule, mentre nella tradizione druidica si parla di Alban Arthan, la festa della Luce di Re Artù.

 

© Léon Herschtritt. Berlin

 

I culti solari s’incontrano in tutto il mondo, in ogni epoca, dalla Polinesia all’Africa, alle Americhe, sino ad arrivare ai nostri giorni producendo una infinità di idee e credenze.

 

© Henri Cartier-Bresson. Budapest

 

Il dio sole è una divinità che rappresenta il Sole e i suoi aspetti simbolici.

Il culto del sole originò probabilmente l’enoteismo (la preminenza di un dio su tutti gli altri) e, di conseguenza, il monoteismo.

 

© Raymond Depardon

 

Il giorno del solstizio d’inverno, il più corto dell’anno era il 13 dicembre all’epoca di Giulio Cesare.

Con la riforma del calendario gregoriano introdotta dal Papa Gregorio XIII nel 1582, a seguito di calcoli più precisi, la data del giorno più corto dell’anno fu spostata dal 13 al 21-22 dicembre.

La Hannukkah era la festa ebraica della Luce, cade tra il venticinquesimo giorno di Keslev (Dicembre), e i primi giorni del mese di Tevet, (Gennaio).

Sotto l’antico Calendario Giuliano, la nascita di Cristo è stata fissata al 5 a.C. il venticinquesimo giorno di Kislev.

Fu papa Giulio I nel 337 a ufficializzare questa data come quella del Natale del Signore ma si tratta di pura invenzione.

Non v’è traccia nei vangeli che testimoni il 25 dicembre come data di nascita di Gesù.

 

© Susan Meiselas

 

La prima descrizione di Sintaklaas,Santa Claus, come “vecchio elfo paffuto e grassottello.” è in, racconto del 1823 Clement C. Moore , “A Visit from St. Nicholas”.

Successivamente, nel 1931, assunse i caratteri definitivi grazie all’illustratore Thomas Nast.

Era già di vestito di rosso, con la lunga barba bianca, insomma Babbo Natale, così come lo conosciamo noi quando l’illustratore Haddon Sundblom lo inserì nei manifesti pubblicitari della Coca-Cola.

Doveva attrarre i bambini ma vigeva il divieto di pubblicizzare la bibite con immagini di bambini al di sotto dei 12 anni per il suo contenuto a base di caffeina.

 

 

Ok questo in America, ma da noi?

Da noi il babbo natale importato dall’America è diffuso a tal punto che tradizioni italiane anche assai antiche sono passate in secondo ordine.

I Romani, i Latini, i Sabini, probabilmente anche gli Etruschi, adoravano la Dea Strenua, chiamata anche Strinia e Strenna, aveva un bosco sacro a lei dedicato.

Era usanza il primo dell’anno scambiarsi le “strenne”, composizioni di rami sacri d’alloro e di ulivo, ornati con fichi e mele, per augurare un buon anno nuovo.

Tutt’ora in Sicilia per befana, ragazzini e giovani, “i figghi dâ Strina”, vanno in giro a chiedere dolci, frutta secca e denaro.

Nell’antica Roma c’erano due feste pagane in questo periodo.

Tra il 19 e il 23 Dicembre per il solstizio d’inverno si festeggiavano i Saturnali, in onore del Dio Saturno, con banchetti, feste, orge canti e giochi d’azzardo.

Il 25 dicembre si festeggiava il Natalis Sole Invictus, la nascita di Mitra.

Una festa molto sentita a Roma.

Con l’avvento del cristianesimo tutte le feste pagane vennero sostituite da feste cristiane e totalmente snaturate nella loro essenza.

Non solo per il solstizio invernale ma anche per quello estivo.

Così la notte delle streghe a Roma,

 

© Richard Kalvar

 

il 23 e il 24 giugno, divenne la festa di S. Giovanni.

Forse è anche normale che sia successo, meno normale è che un Babbo Natale di stampo prettamente americano e di indole consumista, si sia diffuso a tal unto nel vecchio continente da offuscare e fare spesso dimenticare S. Nicola, il suo aiutante e severo alter ego, Knecht Ruprecht (in Svizzera Schmutzli), pronto a punire i ragazzini che durante l’anno erano stati cattivi, S.Lucia e altre tradizioni.

 

 

Tuttavia qualcosa delle antiche tradizioni rimane sempre vivo, per esempio nei dolci.

La pupazza Frascatana, con tre tette, a simboleggiare la fertilità, ha origini che datano intorno al 496 a.C. la ricetta è molto simile negli ingredienti (farina , miele, spezie) a dolcini natalizi come il Lebkuchen di Norimberga, i Gingerbread inglesi, o ai pepparkakor svedesi che tradizionalmente si consumano nel periodo dell’avvento e specialmente il giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre.

 

Pupazza frascatana

 

Sia come sia il periodo natalizio e di inizio anno sono importanti festività (almeno nelle intenzioni) unificanti, da sempre, al di là di ogni muro, di ogni inutile guerra, per una tregua almeno per Natale, come avvenne nella guerra del 15-18 per cercare di superare ogni differenza di razza, ceto, religione.

 

 

Uno dei compiti della fotografia e sicuramente di trattenere il ricordo, forse uno dei compiti del fotografo è di essere in un certo senso lui stesso sincretico, nel fare confluire dentro di sé e rispettare tradizioni e culture diverse in una contaminazione continua e reciproca che è vero arricchimento.

 

Giorgio Rossi.

Semplicemente Fotografare.

 

© Weegee

 

 

One Comment

  1. Nicola Quartullo Reply

    E la povera Befana? Non ce la dimentichiamo, se non altro per le suggestioni e le gioie che ci ha donato da bambini.
    Le nuove generazioni probabilmente non lo sanno ma in Italia e in altri paesi, almeno fino a una cinquantina di anni fa, la consegna dei regali avveniva rigorosamente il 6 Gennaio, giorno dell’Epifania. A noi bimbi i genitori dicevano che era la Befana a portarli nella notte. Anche non credendo alla Befana c’è uno stretto legame con la tradizione cristiana (o almeno quella cattolica), che il 6 Gennaio ricorda l’arrivo a Betlemme dei Re Magi coi loro doni.
    Noi bimbi, forse intuendo che venivamo raggirati, esternavamo rimostranze più o meno convinte ai genitori. Accampavamo l’argomento che, ricevendo i regali a Natale, potevamo goderceli durante le intere vacanze natalizie invece che solamente nell’ultimo giorno, con il ritorno a scuola incombente da vicino.
    Non credo che l’anticipazione a Natale come giorno dei doni sia avvenuta in Italia, nel volgere di pochissimi anni, per merito delle rimostranze dei bimbi. Penso piuttosto ad un’omologazione sempre più pedissequa alla cultura e alle tradizioni anglosassoni (segnatamente quelle americane), certamente sostenuta dagli interessi commerciali: il periodo per l’acquisto dei doni viene anticipato, con la tredicesima fresca di incasso, e non c’è il rischio di tasche un pò vuote dopo i costosi ingozzamenti di Natale e fine anno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Alert: Contenuto protetto!
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: