Il CINEMA è considerata la SETTIMA ARTE. Nata quasi contemporaneamente alla fotografia è ad essa strettamente legata, con la differenza che nel cinema cè l’illusione del movimento, in fotografia no.
I film possono insegnare molto ai fotografi, dalla composizione all’inquadratura, dalla scelta dell’illuminazione e naturalmente dalla scelta tra il bianco e nero e il colore. In fondo un film altro non è se non 24 fotografie differenti proiettate ogni secondo….
In questo articolo voglio parlarvi di cinema e fotografia, ovvero di come il cinema ha influenzato la fotografia e viceversa, sia dal punto di vista dei contenuti che dal punto di vista tecnico. parlerò anche di fotocamere, ovvero di quanto le macchine fotografiche e la fotografia sono entrate a far parte di molte sceneggiature di film, oltre alla predilezione che molti registi hanno avuto sia per la fotografia che per le fotocamere. come lasciò scritto Grucho Marx : Preferisco leggere o vedere un film piuttosto che vivere… nella vita non c’è una trama.
Ho sempre amato il cinema, fin da bambino e non solo i film.
Ero estasiato anche dalle sale cinematografiche, da quelle centinaia di persone sedute a contemplare uno schermo vuoto, e poi il buio, la realtà spariva e sullo schermo iniziava a formarsi un’altra realtà. Mari, montagne, deserti, indiani, cowboy, cartoni animati, si apriva questa finestra su un mondo immaginato e immaginario, e subito volavo altrove, seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino, per arrivare nell’Isola che non c’è.
Amo tuttora il cinema, anche se in questi sessant’anni tutto è cambiato, non in meglio o in peggio, ma è cambiato: la maggior parte dei registi che ho conosciuto nei cinema d’essai sono morti e con essi gli attori.
Un altra prova che il cinema, come la fotografia, immortala la realtà
Una volta la maggior parte dei film erano in bianco e nero, adesso, da tempo, a colori.
Non si proietta più su pellicola, il quadro è sempre perfetto, la nitidezza delle immagini quasi iperreale, i trucchi incredibili.
Nell’immagine, La sala degli spettacoli del cinema Odeon, a Milano, negli anni 50, ben prima che fosse trasformato in un multisala
Il cinema nasce nel 1891
Detto questo il cinema è nato nel 1891, usando una pellicola perforata larga 35mm, pellicola che poi, nel 1911, Oskar Barnack, ingegnere presso la Leitz di Wetzlar, in Germania, prese in esame la pellicola cinematografica per realizzare una fotocamera, ma siccome il formato dei fotogrammi cinematografici era piuttosto ridotto, 24x18mm, Barnack ebbe la geniale intuizione di ruotare la pellicola di 90 gradi e realizzare così un fotogramma grande il doppio, 24x36mm. Da quel giorno le cose in fotografia non sono cambiate. Anche le ultime fotocamere digitali full frame hanno un sensore da 24x36mm.
Sopra, Oskar Barnack e sotto una replica della prima Leica la UR
George Eastman, chi era costui?
Ma in effetti il cinema come lo intendiamo oggi nacque grazie alla fotografia, a un’invenzione di George Eastman, meglio conosciuto come il Sig.Kodak.
Il vero inventore della pellicola flessibile, Il reverendo Hannibal Goodwin
La pellicola cinematografica è una invenzione di George Eastman, ma in realtà La pellicola flessibile è una invenzione del reverendo Hannibal Goodwin, sacerdote episcopale di Newark, nel New Jersey, databile attorno al 1885, di cui depositò il brevetto nel 1887 e gli fu riconosciuto solo il 13 settembre 1888, dopo una causa legale contro George Eastman che vinse, per poi vendere il brevetto a Eastman, che nel 1885 inventò – si fa per dire –la pellicola in celluloide come supporto per il bromuro d’argento (materiale fotosensibile); da utilizzare nelle fotocamere.
Il passaggio fu epocale: dalla lastra di vetro, quindi scatto singolo e grandi difficoltà tecniche per chi non fosse un fotografia professionista dei tempi, a una pellicola arrotolabile, che permetteva più scatti, e poteva essere maneggiata anche da un professionista. Fu così che la fotografia divenne popolare, quasi alla portata di tutti, e uscì dagli atelier fotografici di allora. Finalmente quasi tutti potevano fotografare quasi tutto, nasceva l’album di famiglia e la possibilità da parte di chiunque di immortalare i propri ricordi personali.
I fratelli Lumière
Con il XX secolo, l’avvento delle macchine dei fratelli Lumière e l’esplosione commerciale del cinema nacquero altri formati di pellicola cinematografica, e altre possibilità, come quella del colore.
Il problema delle diverse perforazioni
Per mettere ordine in un mercato caotico, dove circolavano film “pirata” e macchine contraffatte, fu indetto nel 1909 a Parigi il Congresso degli Editori di film, ove si stabilì in via definitiva che la pellicola 35 mm, la più usata, avrebbe avuto quattro perforazioni per fotogramma secondo il progetto di Thomas Edison, che l’aveva usata per primo (in luogo delle due circolari come invece adottato dai Lumière).
Nelle immagini: a sinistra uno spezzone di pellicola a doppia perforazione dei fratelli Lumière e a destra uno spezzone di pellicola a quadrupla perforazione di Thomas Edison, l’inventore del Kinetoscope.
Oggi le cose sono cambiate
Oggi le cose sono cambiate, anzi, già dall’avvento del televisore, non è più necessario andare in una sala cinematografica per vedere un film. Senza contare le varie piattaforme a pagamento e lo streaming, oggi è possibile vedere un film attraverso un televisore, magari 4K, o un semplice tablet. Si sta perdendo la magia della sala cinematografica, dell’intervallo tra il primo e il secondo tempo.
Nel frattempo il Cinema è entrata nell’Olimpo delle Arti, è la settima arte, per ora la fotografia non è entrata in quell’Olimpo
Blow Up di Michelangelo Antonioni
Prima di addentrarci nell’importanza della cultura e della tecnica cinematografica per un fotografo voglio citare qualche esempio di film che in alcuni casi ruota intorno alla fotografia, in altri ne è sfiorata.
Comincio subito con Blow Up di Michelangelo Antonioni, la storia di un affermato fotografo londinese che durante una passeggiata in un parco con l’idea di scattare le immagini finali di un suo libro fotografico assiste inconsapevole a un omicidio. Dopo aver sviluppato i rulli realizzati con una fotocamera di piccolo formato comincia a fare degli ingrandimenti, per fotografare poi l’ingrandimento stesso con una macchina di grande formato finché alla fine, quasi illeggibile a causa della grana della pellicola enormemente ingrandita, si vede nettamente spuntare da un cespuglio una mano che impugna una pistola.
Nikon e Hasselblad
In Blow Up il fotografo usa una Nikon e un’Hasselblad – durante lo shooting delle modelle -, e fa assurgere questi brand a marchi iconici per il periodo. E’ certo che Antonioni non ha avuto né aveva in mente di ottenere una qualsivoglia sorta di compenso da questa “pubblicità” indiretta,, semplicemente Nikon e Hasselblad erano gli strumenti principali dei fotografi di moda di allora, mentre oggi le aziende di automobili, computer, piuttosto che smartphone e altro che si vedono nei film spesso è pubblicità indiretta e naturalmente pagata alla produzione.

Mandatory Credit: Photo by Moviestore/Shutterstock (1541809a) Apollo 13, Bill Paxton, Kevin Bacon, Tom Hanks. Editorial use only. No book cover usage. Film and Television.
Hasselblad
Hasselblad è protagonista in Apollo XIII, viene utilizzata anche come sistema telemetrico per l’aggancio del LEM al modulo di comando, mentre nel film Il primo Uomo non solo non viene adoperata, ma non compare neppure agganciata alle tute degli astronauti di Apollo XI.
Hasselblad e Leica M3
Per non farsi mancare nulla nella seconda serie di The Crown in una scena vengono utilizzati un’Hasselblad e una Leica M3.
La finestra sul cortile
Nel film La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock James Stuart è un fotografo temporaneamente immobilizzato su una sedia a rotelle per una gamba rotta. Per tutto il film non scatta neppure una fotografia ma usa la sua fotocamera armata con un teleobiettivo per spiare l’appartamento di fronte, all’interno del quale si compie un omicidio. Verso la fine del film, quando l’assassino si sente scoperto, James Stuart tenta di allontanarlo facendo scattare in sequenza il suo flash a bulbi che ogni volta semiacceca l’assassino. La macchina è una Exacta VX ma con la marca celata da un pezzo di nastro adesivo nero. Un’autocensura da parte di Hitchcock forse perché non voleva che qualcuno pensasse che Exacta avesse pagato per essere scelta, o perché non aveva pagato.
L’articolo continua sul sito di Gerardo Bonomo con storie e immagini di Nikon tratte da Apocalypse now, Gli occhi di Laura Mars, Gorilla nelle nebbie, City of God, Un anno vissuto pericolosamente, Sotto tiro, Il padrino parte seconda, Il mondo perduto, ma anche di Canon in Twister e SpiderMan o ancora le Rolleiflex in Fur, Killing Field e Arancia Meccanica.
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