Shinjuku

Recentemente, ho riguardato dal mio archivio una serie di fotografie fatte a Tokyo nell’inverno del 2014.
Non è affatto facile fotografare una città che è in qualche modo più di ogni altra un simbolo di un genere di fotografia che ho sempre ammirato e seguito…il risultato dei primi giorni è stato quello di non aver fotografato affatto o quasi. Di solito è normale che io mi prenda del tempo per sentire e capire ma sebbene non avessi alcuna necessità di esporre o chiudere nulla non volevo nemmeno replicare cose fatte da altri, cose che non mi appartenevano.

Mentre i giorni passavano, il ritmo si chiariva e e dopo alcuni incontri con abitanti del luogo con cui ho avuto modo di parlare mi si è iniziata a formare una sorta di idea personale, e le foto hanno incominciato a poter esistere, ma due settimane volano ed in un attimo era tempo di ritornare.
Avevo già programmato un ritorno, ma poi come per tanti la pandemia ha ribaltato le carte e quindi ora si tratterà di aspettare ancora un bel po’…

Ora, 6 anni dopo cercavo una foto da poter stampare, UNA che potesse rappresentare tutto il viaggio. Di quel viaggio non ho mai mostrato molto, se non occasionalmente a chi passava da me alcuni provini incollati su un quaderno e ho finito per soffermarmi su uno scatto precedentemente scartato: un angolo a Shinjuku, vicino al Golden Gai, ed anche se apparentemente non sta accadendo nulla, contiene più di ogni altra foto di quel viaggio.

Contiene tutte le sensazioni di questo viaggio sospeso, posso ricordarmi esattamente come mi sentivo in quel momento, in quel giorno, in quel posto. Solo dopo averla osservata a lungo ho notato che in alto c’è un uomo appeso, sospeso.
L’ho stampata, incorniciata ed appesa in studio e la osservo spesso, sempre con la sensazione di un quadro a cui, osservando bene, manchi qualcosa.

Quindi: Tokyo Shinjuku 2014, il viaggio sospeso.

 

Gabriele Lopez

 

 

 

 

 

 

 

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