Ieri sera sono uscito con un’amica.

Abbiamo camminato assieme, mentre la tenevo in mano, perdendoci nel piacere dei colori che stanno annunciando il Deepavali, la festa Induista della luce, qui a Singapore. Silenziosa, con una fine e ricercata classica eleganza nel vestire, solo un body nero che la rende quasi invisibile nella notte, anche il caratteristico puntino rosso è nascosto.

Indossa un gioiello in vetro, un 35mm estremamente luminoso, che le ho appena regalato, passando in settimana dal Folletto Giapponese, Vestale del Culto della Signora Tedesca a Telemetro.

Scendiamo sulla Beach Road, fino a incrociare Arab Street, per poi girare dentro Haji Lane, fermandoci in quello che ho ribattezzato come il “The Democratic Nirvana of Beer”, all’anagrafe Going Om, il posto che ho eletto a rifugio abitudinario. Il nome gli da una ragione, è decisamente meno caotico dei bar giù all’inizio della strada, privilegia anche dei musicisti che sappiano suonare, dalle 8 in poi distribuisce sgabelli e tavolini per strada, ma lasciandoti aria attorno.

Si, il menu è limitato, e il servizio è un po’ meditativo, ma quasi sempre riesco ad avere una “avocado salad” con dentro anche l’avvocato, e l’alternativa tra le birre garantisce quasi sempre la presenza della Asahi, della Tiger e della Singha.

La mia amica, la Signora Tedesca a Telemetro, da un’occhiata in giro: l’atmosfera è tranquilla, malgrado il sabato sera. Molte coppie di ragazze: due locali stanno alternando birra e sigaretta, mentre dietro di me sento commenti nell’accento di Downunder.

Ho viaggiato 18 ore per arrivare qui l’altra sera. Volo e fusi orari cominciano ad appesantire la palpebra. Tempo di andare a dormire. Il ragazzo alla chitarra sa il suo mestiere, e complici gli ammenicoli elettronici che comanda con gli alluci, intona una gran bella cover:

The club isn’t the best place to find a lover, So the bar is where I go
Me and my friends at the table doing shots, Drinking fast and then we talk slow
Come over and start up a conversation with just me, And trust me I’ll give it a chance now
Take my hand, stop, put Van the Man on the jukebox, And then we start to dance, and now I’m singing like

 

2 Comments

  1. Davide Tambuchi Reply

    Da qualche settimana una vecchia signora dell’ex Unione Sovietica, piccola ed a telemetro, che si sforza di imitare nell’abbigliamento e nel look esteriore l’elegante signora tedesca, mi accompagna per le strade di Como insieme ad una macchina da scrivere degli anni ’70!

    1. Maurizio Vagnozzi Post author Reply

      Spero che la macchina da scrivere sia una Olivetti Valentine 🙂 Grazie del commento, ti auguro buone immagini&parole

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