Hong Kong è un posto di contrasti, dove la modernizzazione a tappe forzate si scontra con la storia di questo strano posto, che da porto franco, da colonia, da ex-colonia e da “uno-stato-due-sistemi”, si sta muovendo verso il vortice dell’integrazione con Mainland China.

La fame di alloggi qui è fame storica. Il formicaio di Kowloon Walled City, demolito nel 1994, gli appartamenti subaffittati a stanze per nucleo familiare, le coffin-houses dove lo spazio abitativo è una gabbia sufficiente a malapena per un individuo, sono costanti testimonianze di come ci si aggrappa a questa roccia che si affaccia sull’Oceano Pacifico.

Quarry Bay è uno dei migliori esempi di questo spasmo edilizio sull’isola. Accanto al complesso di Taikoo Place, dove torri asettiche e ultra condizionate ospitano gli attori della finanza e delle multinazionali che operano a Hong Kong, possiamo ancora trovare quello che una volta era il Parker Estate, con la sua ultima traccia, il “Monster Building”, un complesso di 5 distinti palazzi, interconnessi: il Fook Cheong Building (福昌樓), il Montane Mansion (海山樓), il Oceanic Mansion (海景樓), il Yick Cheong Building (益昌大廈), e il Yick Fat Building (益發大廈).

 

 

18 piani senza ascensori, 2.243 appartamenti, molti dei quali con una superficie inferiore ai 30 metri quadri e a loro volta sezionati e subaffittati, negozi, botteghe, ristoranti e laboratori al piano terra e bolgie infernali appaltate a Lucifero a scendere verso le viscere della terra umida. Oltre 11mila persone vivono qui: camminando nei cortili la sera qui piove a dirotto: è la condensa di migliaia di condizionatori istallati in 50 anni di vita, che scaricano umidità e calore a terra.

Il cielo è una striscia di contrasto armonico nella distonia, quando lo si riesce a vedere.

Il posto era originariamente il dormitorio degli operai Chinesi della Taikoo Sugar Refinery, che quando l’attività della raffinazione dello zuccherò divenne antieconomica, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, mise all’asta i terreni, destinandoli all’uso residenziale in una Hong Kong dove lo spazio per vivere non basta mai. Pianificato nel 1962, la costruzione però cominciò solo nel 1967 per effetto della depressione nel mercato del Real Estate che aveva colpito la colonia nei primi anni ‘60. Una serie di fallimenti e cessioni portarono poi alla frammentazione del progetto originario nei cinque blocchi che ancora oggi sono collegati separatamente.

 

 

Il concetto architettonico applicato fu quello del “mega-housing block”, e traduciamolo con “palazzo formicaio”, con una qualità costruttiva da edilizia convenzionata, e una suggestiva evoluzione per 50 anni di aggiunte, chiusure delle verande e dei balconi, trasformazioni di cui si ha poca traccia.

Oggi visitarlo è angosciante.

 

 

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