L’idea del Louvre Abu Dhabi è nata da un accordo intergovernativo del 2007 tra il governo francese e quello degli Emirati. Il progetto è stato avviato dal defunto Sheikh Zayed bin Sultan Al Nahyan, il padre fondatore degli Emirati Arabi Uniti, che immaginava un museo universale che celebrasse il patrimonio artistico mondiale e promuovesse la comprensione interculturale.
Progettata dal famoso architetto Jean Nouvel, l’architettura del Louvre Abu Dhabi è un capolavoro di per sé. La caratteristica più distintiva del museo è la sua iconica “cupola galleggiante”, una meraviglia di ingegneria ed estetica. La cupola finemente perforata, composta da 7.850 stelle di alluminio, consente alla luce solare di filtrare e creare un effetto “pioggia di luce”, che ricorda il modo in cui la luce gioca attraverso le fronde delle palme nelle oasi degli Emirati Arabi Uniti. Questa meraviglia architettonica non serve solo come elemento funzionale, ma simboleggia anche l’interconnessione delle culture e l’aspirazione a riunire il mondo sotto lo stesso tetto.
La collezione d’arte del Louvre Abu Dhabi è un tesoro che abbraccia millenni e copre civiltà e culture di tutto il mondo. I pezzi in mostra provengono sia dal patrimonio occidentale che da quello orientale, a testimonianza della missione del museo di promuovere il dialogo interculturale. La collezione del museo comprende oltre 600 pezzi, tra cui opere famose di Leonardo da Vinci, Vincent van Gogh e Claude Monet, oltre a una vasta gamma di opere d’arte islamiche, asiatiche e africane. L’approccio curatoriale del Louvre Abu Dhabi è quello di enfatizzare le somiglianze tra le diverse culture piuttosto che le loro differenze, mettendo in mostra temi universali nell’arte e nella storia.
Qualche anno fa ci aspettavamo anche di vedere esposto qui il Salvator Mundi, il capolavoro enigmatico di Leonardo da Vinci, ma poi la cosa ha preso una direzione diversa.
La storia del Salvator Mundi, un dipinto attribuito al grande artista rinascimentale nato nella terra della ribollita e di tante altre prelibatezze, è uno dei misteri più intriganti del mondo dell’arte. Sebbene il dipinto in sé sia un capolavoro, il suo viaggio attraverso la storia, la sua contestata autenticità e il suo incredibile valore hanno contribuito all’aura di mistica che lo circonda.
Salvator Mundi, che si traduce in “Salvatore del mondo”, raffigura Cristo come Salvatore della fede cristiana, rendendola un’opera particolarmente significativa. Il dipinto era andato perduto per secoli finché non riemerse all’inizio del XX secolo. Nel 2005, l’opera d’arte fu acquistata ad un’asta per soli 1.175 dollari, poiché era gravemente danneggiata e in pessime condizioni. Gli acquirenti non sapevano di essersi imbattuti in un dipinto con una storia ricca e leggendaria come la Gioconda.
Il processo di restauro che seguì fu a dir poco miracoloso. Sotto strati di sporco, ridipintura e secoli di usura, il vero splendore del dipinto cominciò ad emergere. Il meticoloso lavoro di restauro ha svelato la delicata resa del volto di Cristo, la sfera cristallina che tiene in mano e il gioco di luci e ombre caratteristici del genio di Leonardo.
Attribuire il Salvator Mundi a Leonardo da Vinci non è stata una questione semplice. Storici dell’arte ed esperti si sono impegnati in accesi dibattiti sulla sua paternità. Mentre alcuni credevano che si trattasse di un vero Leonardo, altri rimanevano scettici. La notevole somiglianza del dipinto con le opere conosciute dell’artista, come la Gioconda, i dettagli intricati e l’uso dello sfumato (una tecnica di fusione di colori e toni), si aggiungevano all’intrigo. Nel 2011, dopo approfondite ricerche e analisi, un gruppo di esperti d’arte ha dichiarato che è opera di Leonardo da Vinci.
La controversia che circonda il dipinto non ha scoraggiato i potenziali acquirenti. Nel 2017 il Salvator Mundi è stato messo all’asta da Christie’s a New York. La guerra di offerte che ne seguì fu a dir poco sorprendente. Il dipinto alla fine fu venduto per l’incredibile cifra di 450,3 milioni di dollari, rendendolo l’opera d’arte più costosa mai venduta all’asta. L’identità dell’acquirente, avvolta nel segreto, ha aggiunto un altro livello di intrigo alla storia.
Dopo la vendita da record, il Salvator Mundi è stato destinato a svanire ancora una volta. La sua ubicazione divenne sconosciuta, scatenando numerose voci e speculazioni sulla sua posizione. Alcuni (ben informati) hanno affermato che il dipinto è in possesso del principe saudita MBS e, sebbene originariamente previsto per l’esposizione al Louvre di Abu Dhabi, potrebbe essere stato conservato per promuovere le iniziative turistiche saudite previste nei prossimi anni.
Foto? Traslocato ad Abu Dhabi, e ho visitato il Louvre ancora una volta qualche giorno fa.
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