Rotaie

La rete ferroviaria Giapponese supera i 27mila chilometri di lunghezza, e dimostra una lungimiranza strategica nella movimentazione di persone, in un paese dove la complessità deriva non solo dalla morfologia del terreno con monti, fiumi e bracci di mare, ma dal fatto che l’intero territorio è anche altamente sismico. Meno dell’1% del trasporto si focalizza sulle merci: è veramente una rete connettiva che muove persone, e in tutto questo c’è infusa la cultura del rispetto, che ogni volta mi affascina.

Ieri sono salito a Kyoto su uno Shinkansen della linea Tokaido, che collega Osaka con Tokyo: preciso, efficiente, pulito. Il controllore quando entra nella carrozza, si inchina per salutare i passeggeri. Il vagone è pulitissimo, come tutti, come sempre: ognuno porta con se la propria spazzatura, e la getta nei contenitori differenziati per il riciclo che trovi nelle stazioni.

I treni ad alta velocità hanno superato i 50 anni di vita (la prima linea, questa appunto, è stata aperta nel 1964), e dal 1987 sono stati totalmente privatizzati: quasi 100 aziende oggi forniscono servizi di trasporto passeggeri su rotaia, e alcune di queste sono tra le compagnie più grandi del paese per risultati e utili.

Da Odawara ho preso una prima tratta secondaria, fino ad Hakone-Yumoto, dove ho cambiato per una ferrovia di montagna, monobinario, con l’incrocio nelle stazioioni di scambio con i treni che scendevano. Sono arrivato a Gora che ormai era buio, ma il panorama a salire durante il tramonto, con scorci che permettevano di ammirare il Lago Ashi e il Monte Fuji, è qualcosa che almeno una volta nella vita bisogna vedere, come lo è attraversare le fioche luci di questo paese di montagna, in un silenzio di una bellezza irreale.

Stamane io e la Signora Tedesca a Telemetro ci siamo svegliati avvolti dalla nebbia, con fiocchi di neve misti a pioggia.

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