“Sempre meraviglioso questo posto“, dico a May, mentre la vedo attaccare uno spiedino di gamberi con tutta la maestria che la sua origine Malese-Chinese le concede, riuscendo a fare acrobazie di labbra, lingua e denti, pelando i crostacei senza nemmeno toccarli. Io mi sto ungendo le dita e le mani fin oltre i polsi, e la Signora Tedesca a Telemetro talvolta mi sguscia via mentre tento di lavorare sulla ghiera dei diaframmi.
Sono a Singapore, nel pieno del Financial District, all’angolo con Boon Tat Street, e sto glorificando la religione dello spiedino a Lau Pa Sat con un’amica.
Lau Pa Sat è l’indicazione nel dialetto Malay con la quale veniva chiamato il Telok Ayer Market, aperto nel 1825 su palafitte e pontili per un accesso diretto dall’acqua. Più volte danneggiato durante i frequenti temporali equatoriali, tra il 1838 e il 1879 venne realizzata una struttura più robusta a pianta ottagolane, poi abbattuta per la costante fame di nuovo spazio che ha visto Singapore reclamare sempre più terra al mare.
Nel 1894 il mercato (in Malay significa “Water Bay”) venne ricostruito finalmente con basi sulla solida terra e con una struttura in ferro, mantenendo però l’originale pianta ottagonale. Nei primi anni ’70 l’area divenne il centro finanziario dell’isola stato e il panorama urbano cominciò a modificarsi in quello che riconosciamo oggi, con alti grattacieli a sedi di banche e istituti finanziari: la costruzione della metropolitana fece rimuovere Lau Pa Sat, ma la sua struttura venne smontata, restaurata e conservata, per poi essere re-installata nel suo luogo originale e riaperto nel 1991.
Una incisiva ulteriore ristrutturazione l’ha poi portato, nel 2014, a diventare il tempio gastronomico dello street-food, e la sera dopo le 19, Boon Tat Street viene chiusa, riempiendo l’asfalto di tavolini e sgabelli, grigliando decine di migliaia di spiedini di pollo, montone e manzo, e di gamberi oltre a far circolare caraffe di Tiger come fossero offerte votive nel fumo degli arrosti. Sempre sorprendente sedersi qui, sempre buoni gli spiedini e fresca la birra, sempre incredibile il contrasto storico e culturale che ti avvolge: sempre bello scattare qualche immagine.
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