Stamattina pioveva già quando mi sono imbarcato sul traghetto per l’isola di Miyajima, ma la pioggia ha reso lo Shrine di Itsukushima ancora più bello, offrendo una straordinaria fusione di Spiritualità e Natura, in una luce perfetta per tracciare ricordi con la Signora Tedesca a Telemetro e il suo vetro Summilux.

Itsukushima, un simbolo iconico del Giappone, sorge con un vasto complesso di templi sull’isola di Miyajima nella prefettura di Hiroshima, a poco meno di un’ora di barca dal Memoriale della Pace. Ampiamente riconosciuto per il suo maestoso cancello Torii nell’acqua, questo sito è patrimonio mondiale dell’UNESCO, e costituisce un’affascinante testimonianza della ricca storia del Giappone, della sua grandiosità architettonica, delle profonde tradizioni spirituali e dell’incomparabile incontro di tutto questo con una natura rigogliosa in tutto il Paese.

 

 

La costruzione dello shrine risale al VI secolo, rendendolo uno degli istituti religiosi più antichi del Giappone. Tuttavia, le strutture attuali risalgono in gran parte al XII secolo, attribuite agli ambiziosi sforzi di ricostruzione da parte del potente signore della guerra Taira no Kiyomori. Nel corso dei secoli è stato un luogo di pellegrinaggio vitale, venerato non solo per il suo significato spirituale ma anche per la sua armoniosa integrazione con la natura.

La filosofia progettuale di Itsukushima, difatti, affonda le sue radici nell’antica credenza shintoista di venerare la natura. La stessa isola di Miyajima era storicamente vista come una divinità e quindi, per preservarne la santità, alla gente comune non era permesso mettervi piede. Ancora oggi sull’isola non sono consentite nascite e sepolture per preservarne la purezza.

In questo contesto, il santuario è stato meticolosamente progettato per coesistere con l’ambiente circostante piuttosto che dominarlo. Costruito su palafitte sull’acqua, lo shrine e i suoi sentieri offrono un’esperienza surreale, soprattutto (come oggi) durante l’alta marea, quando le acque fanno sembrare che l’intero complesso galleggi. Questa intelligente scelta architettonica fece sì che il santuario non profanasse l’isola sacra scavando nel terreno. Sono in corso alcuni lavori di ristrutturazione, ma la bellezza del posto ne viene poco scalfita.

Il cancello torii “fluttuante”, probabilmente la caratteristica più iconica dello shrine, funge da confine tra il mondo mortale e il sacro regno degli dei. Quando la marea sale, questa grande porta rossa sembra levitare sulla superficie dell’acqua, uno spettacolo che ha ispirato innumerevoli poesie, opere d’arte e fotografie nel corso dei secoli: serve a ricordare il delicato equilibrio tra l’uomo e la natura, un equilibrio che è stato al centro delle credenze shintoiste.

 

 

I visitatori dello Shrine di Itsukushima incontrano anche una serie di tesori culturali, come le intricate incisioni e il palcoscenico del teatro Noh , santuari e sale sussidiari. Ogni dettaglio riflette l’essenza dell’architettura del periodo Heian e la profonda venerazione che i giapponesi nutrono per il loro ambiente e le loro tradizioni.

Una visita qui è un viaggio nel tempo. Mentre si percorrono i corridoi, si ha la sensazione tangibile degli innumerevoli pellegrini, artisti e pensatori che sono rimasti commossi dalla sua bellezza. I suoni delicati del Mare Interno di Seto, l’atmosfera serena delle sale e le viste panoramiche di montagne e foreste, che le nuvole della pioggia oggi rendevano magiche, si uniscono per rendere lo Shrine di Itsukushima un luogo dove il mondo spirituale e quello naturale si intrecciano.

È stato un vero privilegio poterlo visitare!

 

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