Ieri dopo cena sono completamente collassato, dimenticando la call con colleghi americani che cominciava alle 22. Potrei tentare di giustificarmi col fatto che la mattina all’alba, preso da una sindrome mens-sana-corpore-sano, mi ero fatto una camminata di almeno una dozzina di chilometri tra Fort Canning Park e Marina Bay Area, qui a Singapore, ma temo sia stato più il risultato del paio di bicchieri di Sangiovese che mi ero bevuto con una collega, davanti a un buon piatto di pasta su a Dempsey Hill ieri sera a cena.
Stamani, mentre leggevo i messaggi sulla chat che mi invitavano a collegarmi mentre io probabilmente stavo russando a pieni polmoni, ho ricevuto una news-update dal Washington Post: la storica azienda di trasporti su bus Greyhound, col simbolo del levriero che ha caratterizzato la storia del trasporto americano, è stata comprata dall’azienda tedesca FlixBus.
Son stato preso dalla nostalgia di un pezzo della mia vita passata sul suolo americano, e una cella di memoria si è spalancata come un vecchio armadio: ho collegato gli speakers di casa e clikkato un brano della mia compilation “Sveglia, cazzo, sei in ritardo!”. La chitarra di Billy Gibbons ha cominciato a graffiarmi i timpani: il pezzo “La Grange” degli ZZ Top, il crudo blues elettrico texano mi ha aiutato, come spesso succede mi con la musica, a ricostruire pezzi dei miei ricordi.
Mi è tornato in mente quando, oltre quattro secchiate di anni fa, avevo deciso di raggiungere Austin in Texas e poi scendere verso il Golfo del Messico, partendo da New York dove vivevo. Avevo deciso di farlo usando proprio un Levriero, un bus Greyhound, storica compagnia di trasporti su autobus e mito del viaggio economico negli Stati Uniti, preparandomi a fare almeno 3 giorni di viaggio a tappe, per coprire la distanza di 1,800 miglia attraverso un pezzo di Stati Uniti-
Avevo una macchina fotografica con me, non vi sorprenderà fosse una Signora Tedesca a Telemetro, una M2 comprata usata con un buon Summaron 35mm f2.8, e qualche rullino di Kodachrome 64 – il mio primo amore fotografico. Avevo un walkman in tasca (e questo vi data l’epoca) e un paio di cassette i cui nastri venivano consumati dal continuo ascolto: una di queste conteneva proprio “Tres Hombres”, il disco degli ZZ Top dove l’ottava traccia celebrava un bordello texano.
Si, perché “La Grange” è il nome di una città a metà strada tra Huston e Austin, e la canzone racconta di un bordello, il “Chicken Ranch”, ripreso anche da un film, “The Best Little Whorehouse in Texas”:
Rumour spreadin’ a-‘round in that Texas town, ‘bout that shack outside La Grange
And you know what I’m talkin’ about. Just let me know if you wanna go
To that home out on the range. They gotta lotta nice girls ah.
Com’è andata a finire? Ero già bello grosso, e viaggiare su quei bus scassatissimi ha mantenuto il suo fascino fino al primo stop 6 ore dopo, a Washington: sono sceso che non riuscivo manco più a raddrizzarmi, e l’idea di farmi altri 3 giorni così mi ha abbandonato subito. Cambio di programma.
Al grido “si fottano i levrieri e anche i bordelli”, sono andato a Georgetown a farmi una bistecca mitica, coperta da onion-rings croccantissime, e accompagnata da tre birre. Ho dormito in un motel e il giorno dopo son tornato a New York, ma con un comodo treno dell’Amtrak che mi ha recapitato dritto nel cuore di Manhattan dove abitavo.
Foto? Le slides di quel viaggio son in cantina, a 10mila chilometri di distanza, ho qui invece le foto di Five Pointz, un’altra parte dei miei ricordi americani, che oggi non esiste più …
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