Gli Hawkers Centers sono un’istituzione a Singapore: sviluppati tra gli anni’50 e ‘60 in risposta alla rapida urbanizzazione, di proprietà governativa, hanno indirizzato il problema di garantire uno standard igienico allo street food che e’ forte tradizione in tutta l’Asia.

Come ho già’ avuto modo di raccontare, qui nell’Isola Stato difficilmente ci si mette ai fornelli: risulta più’ comodo (ed economico) andare in uno degli agglomerati di stalli e raccattare un pasto. Il costo normalmente va dai $2 ai $5, offrendoti una larga scodella di brodo, con noodles, verdure, e proteine assortite composte da anatra o maiale (a meno che la vostra religione o dieta vi imponga il vegetariano o il vegano). L’offerta di menu’ e di specialità’ della ricchissima cultura culinaria Asiatica e Indiana e’ comunque impressionante: difficile trovare qualcosa che non piaccia, e la cortesia e’ un aspetto di cultura profondamente radicato sia in chi cucina che in chi consuma i pasti.

Ogni stallo deve rispettare norme igieniche, e ha l’obbligo di esporre il “grado”, che va da una “A” per un punteggio pieno nell’ispezione ad una “D” che e’ l’ultimo passaggio prima del ritiro della licenza. Il numero incredibile di stalli (nel raggio di 5 minuti a piedi da casa ne posso contare oltre 600, in 4 distinte localita’) contribuisce a calmierare i prezzi.

 

 

Nel 2016 due cuochi hanno anche ricevuto – per la prima volta nella storia – il riconoscimento della Stella Michelin, a conferma dell’eccellenza nella preparazione delle loro pietanze: Hong Kong Soya Sauce Chicken Rice and Noodles, e Hill Street Tai Hwa Pork Noodles sono le loro insegne, e praticamente anche l’unica pietanza che servono, con code dalle 5 di mattina fino a quando non esauriscono il cibo, normalmente prima di mezzogiorno. I prezzi sono per entrambi inferiori ai $5.

A oggi (2019, pre-covid), 40 altre bancarelle hanno ricevuto lo stesso riconoscimento.

Il Governo di Singapore ha presentato, nel 2019, domanda all’UNESCO affinché gli Hawker Centers vengano riconosciuti come “Intangible Cultural Heritage of Humanity”, accettata nel 2020, a testimonianza dell’importanza sociale di questo stile di vita.

 

 

Foto? Domenica scorsa sono andato a pranzo nell’hawker center del Tekka Market, a Little India, dove l’influenza Baharata si inserisce in fantastici curry, e il riso soppianta i noodles: ovvio fossi in compagnia di una Signora Tedesca a Telemetro!

 

2 Comments

  1. yosef ciccarella Reply

    … (a meno che la vostra religione o dieta vi imponga il vegetariano o il vegano)…
    Come direbbe il nostro caro Watanabe: “… e’ il tono che fa la musica” e il tono di cui trasudano le vostre parole, riferendovi alle religioni, dice tanto di voi. Ebbi modo di ascoltarvi in un convivio milanese e le vostre continue allusioni mal decorate da un pervicace quanto inefficace battutismo, susseguito dalla vostra solinga ilarita’, tratteggiava il biglietto da visita precipitato tra i tavoli. Irridente e irrispettoso, preferite ricorrere a intonaci di parole, le celebri etichette; strada corta e superficiale, per definire le persone, che cosi’ smettono di essere persone e sotto queste ricorrenti artate trasfigurazioni, sono fatte oggetto di sarcasmi e dileggio. Miliardi di persone legate alle piu’ svariate fedi e confessioni, ridotte a schiere di esecutori ossessivi di “ordini” o come le chiamate voi “imposizioni”. Surreali e illogiche, appaiono nel vostro dorato mondo del luogo comune. Questi “compulsivi obbedienti” sono in realta’ persone, alle quali va assicurato innanzitutto il rispetto senza se e senza ma, senza paragoni, senza ridanciane ironie: anche meno, grazie. Persone che aderiscono liberamente a fedi religiose, antiche millenni, stracolme di cultura, non riducibile ne banalizzabile a mera dieta alimentare “a la carte”; liberamente mangiano e liberamente pregano, non e’ richiesto sindacare sul cosa mangino o cosa preghino. Nessun obbligo, nessun ordine.

    1. Maurizio Vagnozzi Post author Reply

      Caro Yosef,

      Ti ringrazio del commento, che dimostra tu mi stia ascoltando/leggendo con continuità e attenzione.

      Prima di entrare nel merito delle tue osservazioni, lasciami ricordare l’intento leggero e ironico di questi miei scritti (“Diario Semiserio” è chiaramente indicato nel titolo della rubrica): non so se riesco nel tentativo di raccontare in questa chiave la quotidianità di una parte della mia vita, ma di sicuro non impongo a nessuno di leggerlo, ne di condividere le mie osservazioni.

      Consentimi poi di dissentire con il tuo commento.

      Il Dizionario Treccani riporta, nella definizione del verbo “Imporre”, “ 2. a. Con altro e più com. uso fig., sottomettere a un dovere, esigere che una persona (o una comunità) osservi o eseguisca qualche cosa”. Spero ci troveremo concordi nell’ osservare che alcune religioni (o alcune diete, o regimi alimentari, come faccio riferimento nel pezzo), articolano prescrizioni che richiedono da parte del fedele una osservanza. Un paio di banali riferimenti possono riguardare il consumo di carne di maiale, o la commistione tra latticini e altri alimenti, o ancora il digiuno in alcune specifiche ricorrenze: questi sono “fatti”, senza “tono o musica”, e sono fatti cui io faccio riferimento, senza alcuna valutazione etica o morale, “fatti” che guidano l’osservazione degli hawker centers, dove queste prescrizioni/imposizioni guidano – in una società multietnica e multiculturale – specifici raggruppamenti in cluster degli stalli.

      Ti invito a rileggere il mio scritto: non troverai nessun riferimento ad obblighi compulsivi sulla scelta del credo (“religione”, prima di non essere compreso), ma coerenti e fattuali osservazioni sulle prescrizioni che vengono richieste a chi segua una dottrina o preghi un suo dio.

      Lasciami chiudere rifiutando totalmente la tua osservazione sulla mia “assenza di rispetto”: accetto serenamente che il mio scritto sia banale, che non strappi nemmeno un sorriso, come anche che il mio mondo sia “dorato” (a fronte comunque di oltre 40 anni di impegno professionale estremamente forte, credimi), ma il mio rispetto nei confronti di chiunque è sempre e costantemente testimoniato.

      Se non ti piaccio, non leggermi, “Nessun obbligo, nessun ordine” in questo caso vale realmente.

      Ciao

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