Chinatown Complex Wet Market

Questa mattina sono tornato “a casa”, dove ho trascorso la maggior parte degli ultimi anni, nella Chinatown di Singapore.

È fantastico camminare di nuovo attraverso i vicoli e incontrare gli amici proprio lungo la strada, come il Sarto di Pagoda Street, sempre con indosso la sua bandana e gli occhiali, che mi ha salutato con un forte abbraccio, e subito dopo voleva offrirmi un paio di birre Tiger, nonostante fossero solo le 9 del mattino. Poi Zia May, seduta come al solito accanto ai giocatori di dama davanti al tempio del Buddha, ha tirato fuori dalle sue borse i biscotti cinesi che sa che adoro. E ancora il tizio che cucina nel chiosco di satay nella zona vicino al birrificio, che mi ha invitato a mangiare qualche spiedino con pancetta di maiale, una volta che la brace sarà accesa, più tardi oggi.

È bello sentirsi a casa. Mi sono poi fermato davanti al “Complesso” per respirare e rivivere la strana, multietnica e affascinante atmosfera della vera Singapore.

 

 

Il Chinatown Complex di Singapore testimonia il ricco patrimonio culturale della città-stato e ospita una miriade di esperienze che riflettono la fusione di tradizione e modernità. Situato nel cuore di Chinatown, di fronte al tempio del Buddha, questo vasto spazio è un vibrante microcosmo dell’identità multiculturale di Singapore.

Al primo piano del complesso si trova il Food Centre, un paradiso culinario dove gli stalli servono una vasta gamma di delizie locali e tradizionali cinesi. Dal succulento riso al pollo Hainanese all’aromatico char kway teow, il centro gastronomico risponde alle esigenze soprattutto della popolazione anziana, ma è anche una delizia sensoriale per la gente del posto e per i pochi occidentali che ci puoi incontrare. L’atmosfera dei tavoli in comune aggiunge un fascino unico, favorendo un’esperienza condivisa del patrimonio culinario di Singapore.

La Signora Tedesca a Telemetro (la mia Leica M-Monochrom) è qui con me, e insieme abbiamo deciso di scendere le scale e di perderci dentro il Wet Market, un luogo dove per anni ho fatto la spesa, insieme agli anziani del posto.

Mentre si gira tra gli affollati corridoi, la voce dei venditori che contrattano con i clienti e la miscela aromatica di odori e spezie creano un’esperienza coinvolgente. Bancarelle strapiene con prodotti freschi, frutti di mare e spezie esotiche mettono in mostra i tesori culinari che la società multiculturale di Singapore ha da offrire. L’autenticità del mercato risiede nella sua capacità di preservare le pratiche tradizionali adattandosi alle esigenze moderne.

Le forti luci artificiali si riflettono sui pesci. La sezione dedicata ai frutti di mare testimonia la vicinanza di Singapore al mare e offre una selezione diversificata, dai granchi salati ai gamberi succulenti. L’autenticità del mercato è accentuata dai pescivendoli che sfilettano e puliscono abilmente il pescato, fornendo ai clienti gli ingredienti più freschi per i loro pasti.

 

 

Muovendosi più verso l’interno nel mercato, si incontrano vivaci assortimenti di frutta e verdura tropicale, meticolosamente disposte in ordine, per invogliare i passanti. Il trambusto degli acquirenti che contrattano i prezzi con i venditori sottolinea il ruolo del mercato come centro comunitario in cui si creano relazioni su interessi culinari condivisi, facendo incontrare domanda e offerta e cementando le relazioni tra il cliente e la bancarella.

Tra gli stalli si possono trovare anche erbe medicinali tradizionali cinesi, prodotti secchi e spezie, ognuno con la sua fragranza unica e il suo significato storico. Il mercato intreccia perfettamente passato e presente, offrendo uno sguardo al melting pot culturale di Singapore. Serve non solo come centro commerciale ma anche come deposito di patrimonio, collegando le generazioni attraverso l’esperienza condivisa dell’esplorazione culinaria.

Il Chinatown Wet Market riflette poi l’impegno di Singapore per la sostenibilità e la pulizia. Vengono mantenuti rigorosi standard igienici per garantire la salute e il benessere dei consumatori. Questa dedizione alla qualità ha consolidato la reputazione del mercato come fonte affidabile di prodotti freschi e di alta qualità.

La storia dei mercati umidi di Singapore è una cosa affascinante che si intreccia con l’evoluzione della città-stato da umile stazione commerciale a potenza economica e finanziaria globale. I mercati umidi, “wet market”, caratterizzati dalla vendita di prodotti freschi, carne e frutti di mare, sono stati parte integrante della vita di Singapore, riflettendo l’identità multiculturale e la resilienza economica della nazione.

Le radici dei mercati a Singapore risalgono all’inizio del XIX secolo, quando l’isola era un vivace centro commerciale sotto il dominio coloniale britannico. I mercati locali iniziarono ad emergere intorno alle aree in cui si stabilirono diverse comunità, soddisfacendo le diverse esigenze culinarie della popolazione in crescita. Questi mercati, spesso situati vicino a fonti d’acqua per ragioni pratiche, guadagnarono il soprannome di “bagnato” a causa della frequente pulizia dei pavimenti e del lavaggio dei prodotti.

 

 

Durante i primi anni, questi mercati erano allestimenti informali all’aperto dove agricoltori, pescatori e commercianti locali si riunivano per vendere i loro prodotti. Gli scambi del passato e del presente riflettono la miscela di influenze culturali cinesi, malesi, indiane e di altro tipo. Mentre Singapore subiva l’urbanizzazione e la modernizzazione a metà del XX secolo, i mercati umidi si trasformarono, sotto l’egida governativa, per adattarsi al panorama in evoluzione.

Gli anni ’60 videro la creazione di mercati umidi appositamente costruiti, dotati di strutture adeguate per garantire igiene e servizi igienico-sanitari. Le iniziative del governo miravano a centralizzare i mercati, rendendoli più organizzati e accessibili. Questi sforzi facevano parte di una strategia più ampia per migliorare la salute pubblica e la pianificazione urbana. Nonostante la modernizzazione, i mercati umidi hanno mantenuto il loro significato culturale. Hanno continuato a fungere da centri vitali in cui le comunità convergevano, condividendo tradizioni culinarie e promuovendo un senso di appartenenza. I mercati sono diventati microcosmi della società multiculturale di Singapore, dimostrando la capacità della nazione di adattarsi e abbracciare la diversità.

Negli ultimi decenni hanno però dovuto affrontare le sfide dei supermercati e dei moderni negozi di alimentari, e più di recente lo sviluppo impressionante dell’home delivery. La loro resilienza, per ora ma non so pre quanto, risiede nell’esperienza unica che offrono: prodotti freschi, servizio personalizzato e legame con il patrimonio. Il governo di Singapore ha riconosciuto la loro importanza culturale e ha implementato misure per garantirne la sostenibilità, con affitti e costi agevolati per i commercianti.

Detto questo, e anche considerato il governo di Singapore è seriamente impegnato a preservare il patrimonio del Paese, la mia triste sensazione è che i mercati scompariranno molto presto.

Camminando per i vicoli, ho notato che un certo numero di bancarelle e negozi erano ormai permanentemente chiusi o lasciati liberi. Molto meno clienti rispetto a qualche anno fa. Il mercato è principalmente un luogo in cui gli anziani (che vendono) si rivolgono agli anziani (che comprano), e l’ultima generazione di persone che cucinava il cibo in casa sta veramente scomparendo.

La generazione successiva è più propensa al food court, mentre quella attuale ama la pigra e facile consegna a domicilio. Mi considero un privilegiato per aver visto questo posto vero e affascinante nelletante volte in cui sono stato o ho vissuto a Singapore dal mio primo viaggio del 1985.

I ricordi sono nei miei occhi, nelle mie foto, ma soprattutto nelle mie emozioni.

 

 

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