Rimembrate Colin Powell?
Generale, è stato Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America.
Un giorno andò allo studio di un celebre fotografo di origine greca.
Si mise in posa, mentre il fotografo gli chiedeva di ruotare lievemente il capo.
Improvvisamente, il praeclaro fotografo gli gridò “stop!” con una imperiosità pari a quella con la quale altri generali in altre epoche avevano condotto a cavallo i fanti in battaglia.
Cos’era successo?
In quel momento il generale aveva raggiunto l’angolazione esattamente voluta dal ritraente.
Anche Bruno Madeddu mette in posa soggetti.
Ma con fervoroso rispetto, epperò.
Li colloca per contestualizzarli.
L’espressivo uomo non è esattamente al centro dei riquadri, forse a rimarcare che uomo è, non cartesiano strumento di grafica composizione.
E la composizione grafica non è, pur se ne riveste le geometriche stigme: ciò che sovrasta il tricologicamente ricco soggetto gronda vissuto.
Gronda pertinacia, sforzo del fluire, appartenenza.
Teodora Taneva, ora.
Onirica immagine di stampo garciniano, a prima vista.
Ma se in Gilbert Il Marsigliese la geometria – ancora, segno regolare contrappuntà curvità – si piega a Poesia, in Teodora la Poesia erompe tout court, senza mediazione di linee.
Perché ogni cosa è dolce, rotonda, soffusa, eppur vigorosa.
Lirismo come delicato soffio, ed insomma.
Poi, la collocazione: se il nero fantoccino evoca Garcin, la magrittiana trovata dei palloncini gronda – come in
Bruno, è un virtuoso colare – segno.
Segno come significato, il luogo dei pensieri.
La testa può anche non stare attaccata al corpo.
E può essere multipla.
E solo una faccia della morbida Υδρα palesarsi appieno.
Sol che qui non s’abbisogna d’un Eracle a recidere capi.
Né d’un Giano con doppia contrapposta fattezza.
Pirandello, piuttosto.
Sì, Uno Nessuno e Centomila.
Ma nessuno è nessuno, nessuno è centomila.
Ciascuno è Uno, invece.
Così è la Fotografia, così mirabilmente Teodora Taneva ci mostra: cose accadono, scorrono, ma premere l’otturatore consente di consegnare alla posterità un singolo attimo.
Ecco l’unico viso, tra i palloncini: ruoti, alternativamente appari, ma solo Tu conti.
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Claudio Trezzani
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