Velature & Non

Dipinti ad olio.

Quattrocento fiammingo.

Successiva propagazione in Italia.

Sto parlando delle velature.

Tecnica pittorica, consiste tanto nel riprodurre tessili etereicità quanto soprattutto nel conferire effetti di trasparenza, tridimensionalità e risalto.

In una parola, si va verso il realismo – la plausibilità fattuale – della riproduzione.

La fotografia a corredo di questo brano, ora.

C’era nebbia, e si vede.

Ecco, si vede.

La ritrazione tende alla fedeltà, ovvero alla coincidenza con l’esperienza sensibile.

In Fotografia, tuttavia, il tema è esplosivo.

Lo è perché tensioni centrifughe spingono con petulante insistenza.

Sì, la tentazione, quando si è al computer, è forte.

Fare sparire la nebbia in un battibaleno.

Realizzare il proposito con un consapevole trattamento del contrasto (ma esistono anche strumenti ad hoc).

Da qui la strada è percorribile in discesa e senza freni.

Cambiare cose, altre farle sparire.

Resistiamo, e torniamo all’immagine a corredo di questo articolo.

Barca invernalmente a riva.

C’erano cose, si sentivano cose.

Sì, la plurisensorialità della percezione.

Freddo ed umidità, oltre che vista.

Rarefazione.

Sta in questo la poesia delibabile da chiunque fosse lì.

Permearsi della suffosità che cullava gli astanti.

Ecco perché serbare l’intellegibilità della nebbia che c’era.

Certo, avremmo potuto sbalzare le forme con nettezza diversamente appagante.

E del resto, è preziosa la facoltà di intraprendere differenti direzioni emotive.

Ma, in questo caso, il lirismo risiedeva in una dolce indeterminatezza.

Il canto, in quel sublime grumo di foglie accarezzate dall’elemento liquido in sospensione.

La fedeltà, in Fotografia, non è necessariamente un valore.

Ma restituire una emozione, giova.

 

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Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/account/artworks/874534

 

 

 

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