Un sublime stropiccìo

Mercé l’illuminata finezza propalatoria di Annie Josephine Giraut, ho avuto l’opportunità di visionare un’opera di

Claudio Bravo (1936-2011).

Come vedete, è un confezionato pacco.

Di primo acchito, scambiandolo per un oggetto fisico d’uso ordinario esposto come una scultura, il pensiero è subito corso al valore transitorio e non intrinseco di una provocazione, del resto ormai storicizzata e pressoché standardizzata, con ciò perdendo molto dellla sua carica eruttiva.

Poi però ho saputo che è un dipinto a pastelli.

Cambia qualcosa?

Sì, ed è una mutazione che conduce altrove.

Rivendica un apporto artigianale consustanziale al gesto artistico, e un approccio mentale che consegna l’usuale all’astrazione.

Non si è ancora, purtuttavia, al Sublime Stropiccìo.

Quello si deve alla magnifica fotografia a corredo di questo brano, realizzata da Jim Larimer.

Meraviglioso il concepimento, l’esecuzione e l’esito, reputo.

Si prende un foglio di giornale, lo si appallottola, si posiziona uno sfondo neutro, si regola la luce, si vira al seppia.

Ed ecco un capolavoro, trovo.

Una fotografia con una preparazione che ammicca allo still life ma che si risolve con un gesto inperioso della mano.

Che accartocciando dispiega un intero universo.

 

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Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/account/artworks/874534

 

 

 

 

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