Il NIT è l’unità di misura della facoltà d’evitare ostacoli in volo.
Scherzo?
Sì, ma solo formalmente.
Vedete il signore seduto al tavolino?
Grazie d’aver posato lì lo sguardo.
Così si dovrebbe sempre essere, potendo.
Stare piantati, concentrati, con alette sullo schermo di visualizzazione del tracciato aereo del drone.
Certo, noi quadricotteristi ed esacotteristi non abbisognamo di tutti quei comandi di conduzione prettamente aeroplanica, pedaliera compresa.
E tuttavia, veder bene dove mandiamo il nostro velivolo è essenziale.
Essenziale per non essere esiziale.
Ovvero: se non vediamo bene dove va, il rischio di rovinare al suolo aumenta.
E dunque, il NIT?
Sapete, chi compra televisori è martellato dalla prosopopea dei così appellati “neri profondi”: più il dispositivo costa, più ne dichiara imitudine.
E questa sarebbe una delle due metà del cielo.
Sì, il nero, con il bianco dalla parte opposta dello spettro tonale.
Messi insieme in un certo modo, si suole tirare in ballo la faccenda del contrasto.
E comunque, giova non dimenticare la luminosità.
Brillantezza, se vogliamo proprio tradurre male dall’inglese, sovente lo fanno i manuali d’istruzioni.
Meglio allora virare al termine brillianza, ed introdurre il concetto di candela per metro quadro.
Dove stiamo andando?
Verso il fatto che più alto è il NIT, meno si rischia d’andare a sbattere.
Milleduecento è già valore appagante.
Poi, certo, giova fare come i boy scouts.
Mettere il palmo sopra la fronte, quando si scruta l’orizzonte.
Tradotto in termini dronuali, implica le summentovate alette.
Un colpo al cerchio (isolare la parte con ripari) ed uno alla botte (disporre di uno schermo intrinsecamente luminoso e contrastato).
Non da sottovalutare, nondimeno: posto che disponiamo dello stato dell’arte tecnologico nel settore di riferimento, se poi non esponiamo correttamente vanifichiamo il risultato.
Eccioè: non basta avere l’attrezzo giusto, se abbiamo dimenticato pregresse impostazioni manuali non più confacenti allo scenario corrente, oppure avevamo impostato una correzione intenzionale dell’esposizione che teneva conto di precedenti sessioni.
Ergo, essenziale – ancora, per non essere esiziale – controllare tutto, sempre.
Sensori o non sensori, il discrimine essendo vedere ove effettivamente il ronzante oggetto è da noi condotto.
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Claudio Trezzani
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