L’imperatore Giustiniano ha occultamente sponsorizzato i costruttori cinesi di gimbal.
…che cosa?!
Eppure, è idealmente così.
È una questione di magnetismo, e non solo.
Osservate, se v’aggrada.
L’imperatore, il vescovo Massimiano, la corte…
Solo ai margini dell’inquadratura gli umani non vi fissano con altrettanta pervicacia.
Vi costringono a guardarli e tutto ruota attorno a loro.
Ruota?
È questo il punto.
L’avvinghio visivo che reclamano esprime una misticheggiante centralità che trova effettiva corrispondenza nel ruolo sociale che ricoprivano in quel lontano tempo.
Ovunque ci si volga, paiono proclamare, il riferimento siamo noi.
Il cinema da tempo ha recepito l’esplicazione di una siffatta condizione con un accorgimento stilistico che trova larga applicazione: la rotazione della camera a 360° gradi descrivendo un cerchio e tenendo costantemente puntato l’obiettivo sul soggetto, che rimane fermo.
È una manovra che coinvolge più operatori, e si giova di sofisticate ed ingombranti apparecchiature.
I gimbal per reflex e mirrorless – ma anche i recenti dispositivi all in one comprendenti una impugnatura da brandeggiare a mano e una piccola camera incardinata all’origine su di uno stabilizzatore meccanico pluriasse – rendono questa prassi attingibile anche da singoli operatore.
Il settore è in evoluzione: i modelli in configurazione “sciolta” recano ancora una compatibilità comunicazionale limitata e perfettibile rispetto ai modelli di camere abbinabili.
Ma ciò che maggiormente importa è che l’attenzione non è più incentrata sul fosco despota che millanta aderenze divine: oggi oggetto delle attenzioni di questo procedimento cinematografico è chiunque.
Ciascuno merita una ariosa danza attorno a sé.
Conferiscono una spruzzata illuministica, i gimbal di categoria prosumer.
Non più monarchi, non solo attori.
Il mondo vortica attorno ad ogni singolo individuo, di volta protagonista.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nei limiti e nelle forme previste dai gimbal, parafrasando la nostra Costituzione.
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Claudio Trezzani.
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