Tra fotografia, aerialità, pittura

Debbo alla felicità divulgativa della Prof.ssa Piera Rossi la visione dell’opera di Gerard van Honthorst a corredo di questo brano.

Titola “Mi apro a nuove prospettive”, Piera.

Ed in effetti, Gerard, le induce.

Oltre alle previste, anche d’imprevedute.

Perchè oltre al canonico sapore trompeloelistico Gerard – olandese, ma si vede che visitò  Roma, e ne riportò in patria, oltre a caravaggesche luci, velazquieziane trine – appalesa balcone.

Che è lo stesso di Pier Carlo Capozzi, fine hotelier e fotografo per subitanea lampante ispirazione.

Sì, proprio lo stesso di Pier Carlo.

Perchè strumento diviene trampolino della mente verso vagheggiata cosa.

C’è un balcone, a Capo Girao.

Pier Carlo ci è salito.

Ma più d’altri, ha sublimato.

Perchè ha triplamente scelto.

Inquadratura, prospettiva, ingrandimento.

Sì, ingrandimento.

Altri hanno optato per visioni grandangolari, depotenziando.

Pier Carlo invece ha stretto, inspessendo densità.

Efficacemente comprimendo piani, e conferendo illusione di dronualità.

Sì, illusione di dronualità.

Immagine da terra tratta, vola per suggestione d’aerialità.

Sospetto piccolo sensore, indizi colgo da alte luci bruciate, qua e là nelle lontane spume.

Ma la esiguità della profondità di campo connaturata alla superficie sensibile, del resto apporta una leggibilità di fuoco quasi totale.

Che giova assai alla lussureggiante contemplazione.

Acqua, terra lontana e terra vicina pari sono, ed insomma.

Denso grumo di spirito, nell’unità che spirito ha colto.

Una osmosi che trita rutilanti cromie, delibabili asperità, abbaglianti luminosità.

Ecco, la Fotografia.

Tritare, offrendo novello saporoso impasto.

 

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Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/claudiotrezzani

 

 

 

 

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