Stabilire relazioni

Molti di Voi lo sapranno: c’è un portone, davanti una villa su uno dei colli di Roma, dal cui buco della serratura si vede la cupola di San Pietro.

E a Lodi, gli anziani insegnano che in un particolare punto – solo in quello – della città sono ravvisabili tre campanili, accostati ed apparentemente ravvicinati.

Già, apparentemente ravvicinati.

Sapete anche questo: il senso delle reciproche distanze dipende dalla focale impiegata, che può generare compressione – o per converso, dilatazione – rispetto all’angolo di campo proprio del visus umano.

Il resto della percezione spaziale, intuibilmente, è dato dalla posizione d’osservazione.

Questo, in terra.

Ed in aria?

Nulla cambia, se non l’attingibilità.

Cosa intendo?

Che a parità di focale, le leggi ottiche non possono che sortire risultati omologhi.

Ma – sto ovviamente parlando di droni – certe cose che s’offrono alla vista non sono nemmeno sospettabili per il semplice fatto che non è dato rimirarle da prospettive che ne consentono disvelamento.

Nelle due fotografie a corredo di questo brano si notano una torre che s’interfaccia a due campanili sulla destra ed uno sulla sinistra, in una.

Nell’altra, la ciminiera divide tre campanili e la summentovata torre sulla destra; un campanile sulla sinistra.

La iattura è rappresentata dalle strade strette, ma è precisamente questa difficoltà che il drone riesce a superare.

Nessuno da terra, diversamente, avrebbe potuto stabilire le relazioni che il drone ha mostrato.

Relazioni cangianti che determinano rapporti gerarchicamente differenti.

Il fatto è che il drone consente – affronterò quest’altro aspetto in una successiva trattazione, comparandolo con le facoltà terrestri – una libertà relativamente assoluta – se mi concedete l’ossimoro – di posizionamento.

Relativamente assoluta poiché se bastano restrizioni legali o presenza d’invasivi manufatti a limitare l’operatività, quando non sussistono tali fattori l’agio di giostrare con le proporzioni è assai rimarchevole.

Già, giostrare con le proporzioni.

Essere all’altezza desiderata, all’angolo desiderato, alla latitudine/longitudine desiderata.

Epperò, di fronte al tutto optazione di parte s’impone.

Sì, optazione di parte.

Di parte prelibata, s’intende.

La Fotografia è la negazione del tutto.

La Fotografia è scegliere una inquadratura in luogo d’altre.

Dunque, allargare lo spettro di facoltà richiede maggior impegno di navigare tra esse alla ricerca di soluzioni convincenti.

Convincenti, in quanto semanticamente pregnanti.

Sì, semanticamente.

La Fotografia è linguaggio, imperativo trovare parole efficaci.

 

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Claudio Trezzani

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