Quella inopportuna tangente

Vi è familiare la locuzione individual mode?

Probabilmente sì, se possedete una automobile sofisticata o ne vagheggiate una.

Corrisponde alla facoltà di operare regolazioni selettive in plurimi parametri, allo scopo di svincolarsi dalle preimpostazioni realizzate in fabbrica.

Ad esempio, se V’attira la risposta più pronta del motore contenuta in una determinata configurazione sport, ma non desiderate allo stesso tempo subire una regolazione rigida delle sospensioni, potete impostare questo variato connubio nella Vostra impostazione personalizzata.

Individual, appunto.

Anche nei droni si può fare una cosa del genere.

E lo si può fare a proposito della taratura fine delle reazioni dei comandi al volo.

Sapete, qui si tratta di correre ai ripari: una dei più immediati riscontri di una conduzione dilettantesca di velivoli a pilotaggio remoto è vedere il drone che d’un tratto parte per la tangente.

Meno grave che se il suo proprietario la versasse, la tangente, ma comunque horribile visu, come recita il celebre brocardo latino.

Horribile visu non solo perché fastidioso alla vista, ma anche in quanto rivela inadeguata dimestichezza con il mezzo, lessicale sgrammaticatura (i filmati possono rivestire carattere di linguaggio, del quale il ritmo ne è parte), e assimilante il drone ad un mezzo militare da ricognizione, puntamento e sparo.

No, noi i droni non li usiamo per nervosamente scannerizzare l’orizzonte, allo scopo di colpire od evitare d’essere colpiti.

Noi tutti dronisti realizziamo video acciocchè siano piacevoli alla rimirazione, equilibrati, fluidi.

Ecco, fluidi.

Senza scatti, ciascuno di noi converrà su questa esigenza.

Eppure mi è capitato – con puro orrore ed esacerbato animo, bisognerebbe scrivere nell’incipit: “graphic content, viewer discretion is advised”, come prima di mostrare scene di violenza – di assistere a rigidi, convulsi, repentini, cambi di direzione persino in filmati di esperti di droni.

Capita raramente, per fortuna, ma l’eventualità è presente.

Come ovviare a ciò?

Certo: praticare, praticare, praticare.

Ma c’è anche qualcosa di preventivo che possiamo fare al riguardo.

Non starò qui a ripetere i presupposti di base della faccenda, li conoscete già:
l’opportunità di variare non solo la velocità di reazione dei singoli movimenti di volo, ma anche quella di predeterminare il punto d’ingresso della variazione, ovvero la relazione tra comando ed effettuazione prima dello svolgimento vero e proprio.

Questo all’interno di ogni singola modalità di volo, ogni costruttore prevede termini propri per designarle.

Ciò stabilito, intendo piuttosto menzionare un concetto che s’allaccia al paragone automobilistico che svolgevo righe sopra.

Rimembrate: “uscire” da un programma sportivo per avere motore pronto ma sospensioni morbide?

Ecco, questa cosa qui, ma coi droni.

Sapete, mica detto che quando procedete velocemente volete allo stesso tempo effettuare curve brusce.

Anzi, è proprio mentre avete impegnato il Vostro drone in una aerea tumultuosa cavalcata, che vorresTe ardentemente evitare improvvisi scompensi.

Un esempio tipico?

State seguendo in quota il corso di un fiume, e quando esso morbidamente piega nel suo placido scorrere, desidereste che il moto del Vostro velivolo non smentisca tale progressivo andamento.

Ecco, si può fare: impostare la modalità del drone che consente di sviluppare la massima velocità, ma allo stesso tempo “addolcire” tutti i parametri d’intervento e spostamento.

Lo dovrete proprio fare manualmente, perché i programmi preimpostati generalmente accompagnano l’accrescere di sensibilità e reattività con l’associazione con la velocità apicale.

Andare forte con le sospensioni morbide, ed allora.

Perché qui non si tratta di prevenire sbandate.

Piuttosto, d’offrire a chi guarda elaborati convincenti.

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Claudio Trezzani

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