Quasimodo e lo sprone ad agire

Un mattone, e fu subito vestigia storica.

Un sasso, e fu subito tesoro paesaggistico.

Certe nazioni fanno così.

Esagerano, ma pro bono.

Parafrasando Salvatore Quasimodo, sottolineo lo iato esistente tra valore dell’italico patrimonio visuale e sua (mancata) valorizzazione, in rapporto a quanto succede altrove.

Vedete la fotografia allegata a questo brano?

Ebbene, non dovrebbe esistere.

Ciò in quanto l’accesso al sito è scoraggiato da un cartello che mette in guardia a proposito del pericolante accesso. In Italia, ahinoi, spesso è così: non appena la gestione di un luogo presenta la minima difficoltà, lo si abbandona.

Quando redassi l’ebook il lettore/visualizzatore non poteva sapere che talvolta accanto all’incantevole luogo avevo accanto una discarica abusiva.

Oppure che sorgeva in un punto il cui raggiungimento era stato ottenuto a rischio d’artiale frattura.

Prima accennavo alla differenza tra nazioni. l’Italia però – lo affermo con profonda amarezza – non è un monolite indifferenziato: la cura del patrimonio dipende dall’area geografica.

A sostanziale parità tipologica si assiste ora all’oblio ora alla tutela. Dunque, volendo si può.

Agli esempi virtuosi il compito di fungere da sprone. Denunciando, per converso, l’altrove inaccettabilità.

 

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Claudio Trezzani

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