Cosa abbiamo qui?
Una fotografia alquanto mediocre impreziosita dal subitaneo apparire di una mongolfiera.
Una mongolfiera?
Sì, lo so che lo sapete: in realtà, è un drappo ornamentale che regge una tessile sfera decorativa.
In realtà…
Non ribadirò qui – già ripetutamente lo feci – la sequela di presupposti analitici che scienziati e filosofi nel corso del tempo hanno codificato nel descrivere i viraggi percettivi che l’essere umano elabora durante la visione di una immagine.
Il punto chiave, e tuttavia, è che ogni cosa ruota attorno alla psicologia.
Il che ci consente di proseguire nella disanima.
Quale elemento domina l’inquadratura?
Di tutta evidenza, la piscina.
Che gli inglesi chiamano…
In questo caso, edge pool, od addirittura infinity.
Infinity pool?
Sì, dicono proprio così.
Edge, è intuitivo.
Significa bordo, e qui c’è.
Ma infinity?
Ecco, qui entra prepotente la psicologia:
Siccome il bordo è sottile e la vasca è aggettante su di un piano inferiore, l’effetto è di cosa che s’affacci su di una indistinta vastità, lambendola.
Chi guarda, si culla nel consapevole inganno.
Ed ora Vi dico una cosa tremenda.
Chi ha realizzato il filmato di cui la fotografia costituisce screenshot asserisce che una siffatta veduta è
“Instagram worthy”.
Instagram worthy?
Parafrasando Laura Antonelli in celebre film – rivolgersi a Gerardo Bonomo per fini dettagli – siamo caduti in basso.
Perchè si eleva l’archetipo della diffusione immeditata – ergo, superficiale, ergo, scadente – rappresentato dalla piattaforma divulgativa appellata Instagram quale sinonimo di qualità.
E qui ci viene in aiuto – ma amaramente – Hermann Broch.
Sì, l’autore del trattato “Il Kitsch”.
Dove il viennese tra le altre cose stabilisce con icastico vigore sintetico: si sostituisce la categoria del buono con quella del bello.
Bello senz’anima, stavolta parafrasando Cocciante.
In Fotografia, significa molto.
Perchè questa disciplina ha per vocazione esprimere un linguaggio che non s’adagi su di una comunanza vuota e sonnolenta di stereotipi.
La Fotografia, ed insomma, aborrisce il calligrafismo.
Insegue carne invece che plastica, lei.
All rights reserved
Claudio Trezzani
https://www.saatchiart.com/claudiotrezzani
Lascia un commento