Piegare il reale

Modellare.

E’ azione consentita a noi fotografi?

Modellare…

Sapete, il verbo trae etimologia dal diminutivo di un diminutivo.

E’ proprio così?

In latino la progressione inversa è: modellus / modulus / modus.

Con modo che significa misura.

Giusta misura, a sentire Orazio.

Diminutivo del diminutivo…

Sarà per questo che gl’inglesi hanno inglobato giusto il termine in cima alla scala, modulus.

Perchè modellare, importa, eccome, altro che diminutivo di un  diminutivo!

Non disponiamo di creta, epperò, noi fotografi.

Dobbiamo trarre dal reale.

E tuttavia, possiamo attestarci sulla porzione del reale che più c’aggrada, questa la nostra arma.

Il drone sorvola lacustri rive.

Con turbamento, si trova al cospetto di una equazione impossibile, poichè psicologicamente indesiderabile.
Il pontile è dritto; la riva no.

La nostra fame di perpendicolarità o parallelismo non può essere soddisfatta.

Ergo non possiamo attingere al quel senso di equilibrio che il summentovato Orazio intendeva dicendo est modus in rebus.

Il drone epperò sa cosa fare.

Ugualmente – a casa ed al computer – il suo conduttore.

Elidere.

E’ disonesto farlo?

No, poichè si nasconde senza mentire.

E’ un piegare il reale senza piegarlo davvero.

Non fa vedere la parte che instaura una falsa relazione, come si direbbe in musica.

Mostra solo ciò che è in odore di aurea proporzione.

Oh, non siamo alla costante di Fidia, il numero non è 1,61903388et cetera.

Ma il cammino è verso l’agognato equilibrio.

Qualcosa d’Apollo, ma guai a scordar Dionisio.

Ecco, la fotografia: inseguire l’ordine, paventare il caos, ma non disdegnare sfrenatezza.

 

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Claudio Trezzani

https://www.saatchiart.com/claudiotrezzani

 

 

 

 

 

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