Chissà se Jacob e Wilhelm Grimm avevano immaginato che un giorno la Regina sarebbe potuta rimanere priva di quell’oggetto che tanti guai le cagionò.
Sì, lo dico proprio per l’ottusa avanzata delle mirrorless, che tradotto in italiano suona come “prive di specchio”.
Avremmo facoltà di ragionare su molti aspetti di contorno raffrontandole alle reflex, ma non ci è consentito scansare la brutalità di una considerazione basilare: se una mirrorless è sinonimo di portabilità, con gli obiettivi non lo è più.
A meno che…
È comparsa la Sony A7 C.
In kit è disponibile un 28 60 mm f4/5,6 collassabile.
Ecco, appunto.
Già contenuto in dimensione per la “lentezza” dei diaframmi e la non eccessiva escursione focale, si giova anche della “de-estendibilità” in condizione di riposo.
Solo così l’abbinamento “makes sense”, come dicono gli anglosassoni.
Ciò mi conferisce l’opportunità di giocare con le parole a fin di bene:
“makes sense” va tradotto con “ha senso”, ma ci limitassimo ad una traduzione estrapolata del verbo ne deriverebbe un incongruo “fa senso”.
Incongruo perché in italiano significa altra cosa, ma è quella cosa – suscitare ribrezzo – che andrebbe applicata a qualsiasi mirrorless con su montato uno zoom altro che questo.
Sì, troppo grossi tutti gli altri, compreso il cugino Sony FE 28-70 mm f 3,5 /5,6, che pur si propone come alternativa economica a lenti più ponderose e dispendiose.
Sino ad ora nessuna marca aveva realizzato per le mirrorless nel formato Leica uno zoom con focali a cavallo del “normale” minuscolo come il summentovato novello
28 60 mm f4/5,6 collassabile.
Avete necessità di montare anche altri obiettivi e non volete incorrere nel nonsense di un limerick in fotografia?
Se siete nikonisti a liberarvi dal giocoso assurdo c’è la D780.
Perché la nomino?
No, dico:
in liveview può vantare 273 punti di messa a fuoco a rilevazione di fase.
Ripetiamolo insieme scandendo bene le parole, se v’aggrada: liveview / 273 punti / rilevazione di fase.
Il Festival dei Due Mondi senza bisogno di andare a Spoleto.
A specchio sollevato, godete a monitor di un comportamento degno delle migliori mirrorless, senza incorrere negli evidenti paradossi propri di queste ultime.
Scrivevo in questo stesso articolo che ci sono aspetti di contorno su cui si potrebbe discettare, con taluni a favore delle mirrorless.
Ma quando su di esse montate un qualsiasi obiettivo che non sia lillupuziano non potete far finta che il Re non sia nudo.
L’aver menzionato peculiarità proprie della nuova Sony A7 C e Nikon D 780 aiuta a dipanare la matassa.
È semplice, in fondo.
Per dipanare la matassa basta non farsi condizionare dalla massa.
E chiedersi: “per cosa, cosa?”.
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Claudio Trezzani
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