Non solo quarantacinque gradi

Demosaicizzazione, matrice di Bayer, quelle cose lì che si fanno per superare lo zero e per superare l’uno.

Sì, per superare lo zero e superare l’uno.

E non sto parlando di traduzione in colori.

Piuttosto – e al di là di quanto succede dentro la fotocamera – mi sto riferendo ad orientare la percezione.

Sì, orientare la percezione.

Se il nostro cervello fosse grezzo come lo è una sequenza di  zero ed uno, le due eccellenti fotografie a corredo di questo brano apparirebbero concettualmente identiche: tutte e due presentano una – piuttosto inusuale, ma efficace – inclinazione di 45 gradi del volto rispetto all’inquadratura.

Ed invece no, e per fortuna.

La mente umana dispone di ben altri strumenti per leggere una immagine, e queste due fotografie mirabilmente giostrano con tali facoltà.

Ora vi dico una cosa disgustosamente tranchant, per subito dopo pentirmene:

Anastasia, la modella di Alexander Zvir, è tridimensionale; Aphorate, la modella di Kasra Saadatju, bidimensionale.

L’immagine di Alexander si libra ariosa.

Si libra,e si protende.

Sì, si protende.

Si scatena un potente movimento prospettico del viso verso chi guarda.

Anastasia non si cura delle dolci pennellate alle sue spalle.

Piuttosto va verso chi la rimira, con propensione, oltre che protensione.

Ma è una propensione in picciola misura altera, come chi nutre spiccato orgoglio della propria condizione.

Aphorate, ora.

Anche la modella di Kasra guarda verso l’obiettivo, ma esprime uno stilizzato distacco.

Sì, uno stilizzato distacco.

Non sdegnosa ritrosia, chè anzi impronta sguardo e muscoli facciali ad un certo grado di accorata partecipazione.

E’ la postura ed il tono, invece, ad esprimere lo stilizzato distacco che discende dal farsi parte di un grafismo con giusto un sentore d’arabesco.

Abbiamo così in Anastasia una concessione con riserva; in Aphorate una palpitazione subordinata.

Dunque, istanze incrociansi.

Incrociansi, ma all’interno di un taglio preponderante, che – come osservavo nell’incipit di questo articolo – orienta la percezione.

Ecco, la Fotografia.

Esplora mondi, rendendoli mercè il mondo che ciascun artefice ha dentro.

 

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Claudio Trezzani

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