Questo filmato inizia spaventevolmente: il Giona di turno – il conduttore del gommone – è ingoiato dalla balena/rete, ma dopo averla percorsa riesce ad oltrepassarla.
Lo stesso avviene quando il conduttore si fa Caronte di due ulteriori umani. Sciorinata la celia, è ora tempo d’analisi. I così appellati trabucchi – capanne su palafitte che protendono sulla liquida superficie rete sorretta da pali – costituiscono un patrimonio che va rarefacendosi.
Da qui la necessità di realizzare e serbarne documentazione. Reflex terrestre e drone qui si danno una mano, al riguardo, e pure Bach fornisce il suo sublime contributo. I trabucchi se pure non si estingueranno, sono a rischio, come anticipato, di numerico assottigliamento, e questo ci porta all’affidabilità dei supporti di conservazione. Per ciò che attiene i singoli fotogrammi, sappiamo bene che il primato dell’affidabilità è ancora detenuto dal negativo. Ma come regolarsi quando il documento è un filmato?
Per non rimanere senza …rete (da cui il duplice significato del lemma nel titolo di questo articolo) a venirci in aiuto è il concetto di ridondanza. Essa va intesa in due sensi, anzi tre: è prudente effettuare back up non solo multipli, ma anche variati nel supporto: ottico e allo stato solido, a sua volta ripartibile in dispositivi di tipo diverso. E ridondanza dei formati: oltre a quello non compresso (nei non frequenti casi in cui è attingibile), può essere utile differenziare nei codec più diffusi.
Ciò, a lungo termine, non garantisce comunque la perpetuazione del materiale (in passato alcune importanti istituzioni si trovarono in difficoltà quando – pur già in ambito digitale – mutarono i sistemi in uso) ma ogni sforzo deve essere fatto se non si vuole che la memoria di ciò che era vada perduta: ciò andrebbe a detrimento della nostra identità.
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Claudio Trezzani
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