L’istanza funzional/operativa nei droni.
Irrorazioni, ispezioni, soccorsi, quelle robe lì.
Ecco, soccorsi.
Sapete, alcuni tengono pure un microfono in testa.
E’ il caso del drone del bagnino che ho intervistato.
Un tempo incontrai un simpatico addetto al salvamento marino che s’offerse di farmi usufruire della stazione di ricarica che teneva in spiaggia.
Egli però era un bagnino appassionato di droni.
Ma vi sono anche bagnini che usano i droni per impartire istruzioni ai bagnanti.
Non scherzo, è un esperimento/pilota negli USA.
Con un microfono in testa, per l’appunto.
In testa al drone, non al bagnino.
Quello che ho intervistato – il drone, non il bagnino – è abituato all’oceano, ma ha accettato di buon grado l’impiego sopra un canale lombardo.
Gli ho dunque chiesto: che programmi hai?
Quelli che imposterai Tu, mi ha risposto.
Umile e modesto, in realtà il lavoro lo fa tutto lui.
Lo allora pregato di illustrarmi le sue impressioni circa il volo che ha effettuato.
Non è stato conciso, e gli sono stato grato per l’esauriente diffondersi che ha profuso:
La prima cosa che mi hai fatto fare [la fotografia frontale del ponte, ndr] sarebbe stata anche alla tua portata di terricolo.
Attenzione, però: ti saresti bagnato e l’immagine sarebbe risultata mossa.
Idem senza acqua se avessi
Tu usato una canoa. Qualcosa di meglio con una barca, ma senza esagerare con le lodi.
E poi, considera questo: io se sono calibrato, sono in bolla.
E sono stabilizzato, tornando al discorso di prima.
La seconda cosa [la fotografia zenitale del ponte, ndr] , ah, quella! Io e nessun altro avrei potuto realizzarla.
Ti sono però grato di avermi posizionato esattamente al centro dell’incrocio delle arcate: fossi caduto, mi sarei fermato sul riquadro, non nei sottostanti spazi vuoti.
La terza cosa [la fotografia in rapporto d’aspetto sedici/noni, ndr], lì devi stare attento: se vuoi inclinarmi, fallo pure, ma poi devi tenere conto della distorsione.
La quarta cosa [la fotografia del sinuoso andamento acqueo, ndr], beh, grazie di avermi fatto assaporare le dolci ondulazioni.
La quinta cosa [la fotografia del fondale, ndr], ah lì la mia soddisfazione è giunta all’apogeo, giusto per impiegare un termine non estraneo alla navigazione aerea: da riva non avresti mai potuto scorgere quel tesoro nascosto.
Per ringraziarlo, gli ho cambiato batteria (principiava accusare segni di stanchezza).
E i sensi della mia spiccata stima si sono concretizzati in un: Sì, solo Tu.
Farç opera di divulgazione, acciocchè i Tuoi preziosi servigi siano noti ai più.
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Claudio Trezzani
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